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Cos’è il reddito dominicale e differenza con reddito agrario

Il reddito dominicale è l'entrata netta che proviene dalla proprietà di un terreno e non dal semplice esercizio dell'attività agricola.

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Facendo riferimento al reddito che deriva dai terreni, siti sul territorio nazionale, si possono distinguere il reddito agrario e quello dominicale. Andiamo di seguito ad analizzarli meglio per comprendere le differenze che vi sono tra di essi e per non commettere errori al momento della predisposizione della dichiarazione dei redditi.

Che cos’è il reddito dominicale dei terreni?

Con il termine reddito dominicale si intende il reddito proveniente da una proprietà di beni, e non solamente all’esercizio di una specifica attività agricola, come accade per il reddito agrario. Il reddito dominicale è, quindi, l’entrata netta proveniente dalla proprietà di un terreno e non dall’esercizio dell’attività agricola. La determinazione del reddito dominicale è soggetta alle tariffe d’estimo dei singoli comuni e al tipo di coltura che si esercita sul terreno.

Il reddito è dato dalla tariffa d’estimo relativa alla zona specifica e dalla tipologia di coltura, moltiplicata per la superficie del terreno. Tale reddito deve essere dichiarato ogni anno al Fisco, al pari di come devono essere dichiarati i redditi che provengono da altre fonti.

Al proprietario del terreno o al titolare di altro diritto reale spetta sia il reddito dominicale sia il reddito agrario, nel caso in cui lo stesso svolga direttamente l’attività agricola. Se l’attività agricola è esercitata da un’altra persona, il reddito dominicale spetta, comunque, al proprietario, mentre il reddito agrario spetta a chi svolge l’attività agricola.

Differenza tra reddito agrario e reddito dominicale

Prima di vedere nel dettaglio come funziona il reddito dominicale, è necessario sapere qual è la differenza tra reddito agrario e reddito dominicale. Quando si parla di reddito agrario, si fa riferimento al reddito fondiario che deriva dall’esercizio dell’attività di tipo agricolo, con l’impiego del lavoro organizzato per la produzione, nei limiti circoscritti al terreno specifico.

Quando invece si parla di reddito dominicale, si fa riferimento al reddito derivato esclusivamente dalla proprietà di un terreno, ovvero escludendo il reddito di tipo agrario. Il reddito fondiario si determina in base alla proprietà dei beni e ai capitali investiti, mentre il reddito agrario deriva dall’attività agricola svolta.

Il reddito dominicale dei terreni è disciplinato dagli artt. 27 – 35 D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917, e il suo calcolo è necessario per individuare la base imponibile per l’attribuzione di imposte, tasse e tributi. Ed è l’entrata netta proveniente dai terreni che si trovano nel territorio statale. Il reddito dominicale è l’entrata che si ottiene per la sola proprietà dei beni e non quella proveniente dall’esercizio dell’attività agricola.

In ogni caso, entrambe queste forme di rendita costituiscono un reddito, che deve essere dichiarato annualmente insieme alla dichiarazione dei redditi. Come spiega l’Agenzia delle Entrate, lo stesso proprietario del terreno può trovarsi nella situazione di dichiarare il reddito dominicale o quello agrario:

“Al proprietario del terreno o al titolare di altro diritto reale spetta sia il reddito dominicale sia il reddito agrario, nel caso in cui lo stesso svolga direttamente l’attività agricola. Se l’attività agricola è esercitata da un’altra persona, il reddito dominicale spetta, comunque, al proprietario, mentre il reddito agrario spetta a chi svolge l’attività agricola.”

Ogni anno è possibile tramite dichiarazione dei redditi, inviare all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni relative ai redditi percepiti dalla proprietà di terreni o dallo svolgimento organizzato del lavoro su di essi.

Cosa sono le tariffe d’estimo

Il reddito dominicale dipende per lo più dalle tariffe d’estimo, del Comune specifico in cui si trova il terreno. Le tariffe d’estimo per definizione sono quelle applicate dallo stato e dall’amministrazione tributaria per individuare qual è il reddito prodotto da un bene immobiliare.

Nel caso della proprietà di terreni, le tariffe d’estimo vanno a determinare il reddito dominicale, che è dato da questa tariffa per la coltura specifica moltiplicata per la superficie di terreno in cui è prodotta. Sulle rendite dei terreni viene applicata l’IRPEF, ovvero l’Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche.

Questa tassa deve essere applicata sul reddito medio ordinario rivalutato prima dell’80% e successivamente del 15%. Tuttavia le tariffe di estimo non rimangono sempre stabili nel tempo, ma possono variare in base a diversi fattori.

Queste tariffe infatti possono cambiare se accadono eventi inaspettati, come ad esempio avvenimenti naturali che provocano una riduzione della produttività di un terreno almeno del 30%, per cui il proprietario del terreno deve prontamente comunicare al Comune questo avvenimento per favorire il ricalcolo.

Le tariffe d’estimo sono importanti perché determinano il valore di un determinato terreno, coltivato e non, oppure di un determinato immobile o fabbricato.

Cosa fare in caso di evento calamitoso

In caso di evento calamitoso, il proprietario del terreno è tenuto a comunicare prontamente l’avvenimento, all’Ufficio Tecnico Erariale o all’Agenzia del Territorio. Comunicare tempestivamente un evento calamitoso, che può causare una diminuzione effettiva della produttività del terreno, ha utilità in quanto va ad abbassare le imposte che si dovranno pagare sul terreno.

In particolare viene quindi esclusa o ridotta la tassazione Irpef, per cui il reddito dominicale viene escluso. In reddito dominicale è importante non solo per questi motivi, ma è utile anche per il calcolo di ulteriori imposte, come ad esempio l’IMU. Tutte le informazioni relative ai terreni si possono trovare, consultare e aggiornare allo stesso modo di come accade per gli immobili, al catasto specifico.

Quali terreni sono esclusi

Alcuni tipi di terreni non producono reddito dominicale, per cui sono esclusi dai calcoli e dalle imposte visti sopra. Si tratta prima di tutto di terreni che hanno subito eventi calamitosi, come visto sopra, per cui è possibile ottenere l’esclusione totale dalle imposte.

Ma anche altri terreni possono essere esclusi da questi calcoli e imposte, come quelli dei giardini interni ai palazzi, oppure per i redditi che non vengono sfruttati economicamente dal proprietario, che seguiranno le regole del reddito agrario.

Rientrano nei terreni esclusi anche i giardini e parchi pubblici, o terreni che sono stati posti in affitto a soggetti terzi, e che non vengono sfruttati. In ogni caso è opportuno informarsi al proprio Comune o agli uffici competenti per sapere in quale categoria il terreno può rientrare.

Come si dichiara il reddito dominicale

Per conoscere il reddito dominicale è necessario chiedere una visura del Catasto specifico, presentando agli uffici competenti alcuni dati importanti come l’anagrafica del proprietario oppure l’identificativo della zona in cui si trova.

Per poter invece dichiarare il reddito dominicale, è necessario compilare i documenti appositi, come il Modello 730, che si utilizzano normalmente per la dichiarazione dei redditi (da lavoro, o da altre forme di rendita). I redditi che riguardano i terreni devono essere indicati nel Quadro A, ricavandoli dagli atti catastali.

Compilazione del quadro dei terreni: quadro A modello 730

Nella colonna 1 deve essere indicato il reddito dominicale, risultante dagli atti catastali per l’anno precedente.
Nella colonna 3 possono essere inserite le informazioni che riguardano l’eventuale reddito agrario, mentre nella colonna 2 devono essere indicate le specifiche, attraverso alcuni codici:

  • 1: nel caso di proprietario del terreno non concesso in affitto;
  • 2: proprietario del terreno concesso in affitto in regime di determinazione del canone (regime vincolistico);
  • 3: proprietario del terreno concesso in affitto senza il regime di determinazione del canone (regime a libero mercato);
  • 4: conduttore del fondo, diverso dal proprietario, o affittuario;
  • 5: socio di società semplice;
  • 6: partecipante dell’impresa familiare agricola diverso dal titolare;
  • 7: titolare di impresa agricola individuale non familiare;
  • 10: socio in società semplice in relazione al reddito dominicale e agrario non imponibile ai fini Irpef attribuito alla società.

In colonna 4 è possibile indicare il periodo di possesso del terreno, nella colonna 5 deve essere indicata la percentuale di possesso, nella colonna 6 il canone di affitto in regime vincolistico, nella colonna 7 devono essere inseriti casi particolari, tra cui:

  • 2: perdita di almeno il 30% della produttività a causa di eventi naturali;
  • 3: terreno in conduzione associata;
  • 4: terreno dato in affitto per uso agricolo a giovani entro i 40 anni di età;
  • 6: se ricorrono insieme le condizioni 2 e 4;

Inoltre, nella colonna 7 devono essere inserite eventuali variazioni di possesso del terreno. Nella colonna 9 devono essere indicati i casi di terreni esenti IMU, nella colonna 10 si inseriscono le informazioni nel caso di coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale (IAP) iscritto a previdenza agricola, per cui tali redditi non concorrono alla formazione della base imponibile per l’Irpef.

A cosa serve il reddito dominicale?

Il reddito dominicale è necessario per il calcolo di alcune imposte, tra le quali l’IMU sui terreni.

Come faccio a sapere il reddito dominicale di un terreno?

Se la coltura indicata nel catasto corrisponde a quella reale, per conoscere il reddito dominicale o agrario è sufficiente consultare il certificato catastale del terreno. In caso contrario per conoscere il reddito, vedere in appendice alle istruzioni del modello 730, voce “Variazioni di coltura dei terreni”.

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