Home Fisco Nazionale Fiscalità del lavoro Andare in pensione nel 2022: chi può farlo?

Andare in pensione nel 2022: chi può farlo?

0

Può andare in pensione nel 2022 il soggetto che ha raggiunto almeno 64 anni di età e 38 di contributi potrà accedere alla pensione anticipata con la cosiddetta Quota 102 introdotta dalla Legge n. 234/2021. Nel corso del 2022 ha la possibilità di andare in pensione anche chi ha raggiunto i “requisiti ordinari” di pensionamento: 41/42 anni e 10 mesi di contributi a cui aggiungere la finestra mobile di 3 mesi.

Accanto a queste ipotesi di pensionato anticipato rimane in essere l’ordinaria pensione di vecchiaia, che può essere richiesta dai lavoratori con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi. Con l’entrata in vigore della legge di bilancio 2022 si sono ampliate le possibilità di pensionamento anticipato possibili, rimanendo ferme altre possibilità ordinarie, come la pensione di vecchiaia, opzione donna e l’ape sociale. Vediamo, di seguito le possibilità in vigore del 2022.


TIPOLOGIAETA’ MINIMACONTRIBUTI MINIMI MATURATI
Pensione di vecchiaia67 anni20 anni
Pensione di vecchia lavori gravosi (*)66 anni e 7 mesi30 anni
Pensione anticipata donne41 anni e 10 mesi
Pensione anticipata uomini42 anni e 10 mesi
Quota 1026438 anni
Quota 100 (**)6238 anni
Ape sociale (***)63Minimo contributivo variabile di 36, 32 o 30 anni
Opzione donna (****)Dipendenti 58 anni
Autonomi 59 anni
35 anni

(*) Per i lavoratori impiegati da almeno sette anni nei dieci precedenti.
(**) Solo per chi ha raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre 2021.
(***) Spetta a disoccupati, Caregiver, lavoratori con invalidità pari o superiore al 74 per cento o che svolgono mansioni gravose.
(****) Calcolo dell’assegno con metodo contributivo.

Andare in pensione nel 2022: tutte le possibilità

Vediamo con maggiore dettaglio tutte le possibilità previste dalla normativa in vigore per il pensionamento nel 2022, tra conferme e novità.

Pensione di vecchiaia 2022: accesso

L’accesso alla pensione di vecchiaia (art. 24 comma 6 del D.L. n. 201/2011), per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e alla Gestione separata, richiede un’età pensionabile di 67 anni (vedasi la Circolare INPS n. 19/2020). Assieme all’età occorre aver maturato almeno 20 anni di contributi. Non è prevista l’applicazione della possibilità secondo la quale il trattamento previdenziale decorre di regola il primo giorno del mese successivo alla maturazione dei requisiti.

Per i lavoratori impiegati da almeno sette anni nei dieci precedenti la quiescenza in mansioni gravose, il pensionamento di vecchiaia è accessibile a 66 anni e 7 mesi a condizione che sussistano almeno 30 anni di anzianità contributiva. Deve essere evidenziato che per effetto del D.M. 27 ottobre 2021 del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla base delle rilevazioni dell’Istat si è stabilito, con riferimento all’aggiornamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita, che anche dal 1° gennaio 2023 e per il successivo biennio non ci saranno incrementi.

Pensione anticipata

E’ possibile usufruire della pensione anticipata con i seguenti requisiti:

  • 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne;
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
  • In entrambi i casi con una finestra di attesa pari a 3 mesi.

Per effetto del D.L. n. 4/2019 se ne sono sterilizzati gli adeguamenti all’eventuale incremento della speranza di vita fino al 2026. Indipendentemente, quindi, dall’età anagrafica è possibile il pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Si applica, tuttavia, la finestra di attesa trimestrale. Si prevedono poi requisiti differenti per i lavoratori precoci con almeno 12 mesi di attività lavorativa prima dei 19 anni, appartenenti a particolari categorie (disoccupati, invalidi civili, caregiver e lavoratori addetti a mansioni gravose), i quali devono maturare solamente 41 anni di contributi, con una finestra di 3 mesi per la decorrenza.

Quota 102

Per il solo 2022 la legge di bilancio ha introdotto una nuova modalità di pensionamento anticipato, denominata quota 102 (per sostituire quota 100). È stata introdotta, infatti, la possibilità di accedere al trattamento pensionistico anticipato per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive e sostitutive della medesima, gestite dall’INPS, nonché alla gestione separata che maturino nel corso dell’anno 2022 i requisiti di:

  • Età anagrafica pari a 64 anni; e
  • Anzianità contributiva pari a 38 anni.

Il diritto ad usufruire di questo beneficio deve essere conseguito entro la scadenza del 31 dicembre 2022, anche se l’opzione può essere esercitata anche successivamente. Deve, inoltre, essere evidenziato che, come per quota 100, il requisito di età anagrafica non è adeguato agli incrementi alla speranza di vita. Sostanzialmente, le modalità di applicazione sono identiche a quelle già conosciute per quota 100, con la possibilità di usufruire della finestra mobile trimestrale per i dipendenti privati e gli autonomi e semestrale per i dipendenti pubblici (per cui è previsto anche un obbligo di preavviso semestrale). Aspetto importante da evidenziare è che per coloro che decidono di accedere al beneficio pensionistico attraverso quota 102 è previsto il divieto di cumulo pensione/reddito, valido fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia. In buona sostanza, chi opta per il pensionamento anticipato con quota 102 si preclude la possibilità di effettuare attività lavorative, almeno fino alla maturazione dei requisiti per l’ottenimento della pensione di vecchiaia. L’unica eccezione a questo divieto riguarda i redditi da lavoro autonomo occasionale fino al raggiungimento della soglia di 5.000 euro lordi annui.

Opzione donna

Una ulteriore possibilità per accedere anticipatamente al trattamento pensionistico è rappresentata da opzione donna. Si tratta di una misura pensionistica anticipata dedicata esclusivamente alle lavoratrici dipendenti e autonome. Con la misura di opzione donna è possibile accedere alla pensione al raggiungimento dell’età di 58 anni per le lavoratrici dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome. Con maggiore dettaglio, la legge di Bilancio 2022 ha previsto la proroga del trattamento pensionistico anticipato di opzione donna anche per l’anno 2022, ma esclusivamente per le lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti previsti entro il 31 dicembre 2021. I requisiti previsti sono:

  • 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti;
  • 59 anni per le lavoratrici autonome;
  • Anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni.

Per opzione donna trova applicazione la finestra mobile pari a 12 mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti per le lavoratrici dipendenti, e 18 mesi per le lavoratrici autonome. La stessa legge di bilancio ha posticipato al 28 febbraio 2022 la data entro la quale il personale assunto a tempo indeterminato dalle istituzioni della scuola e delle Istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) può presentare domanda di cessazione dal servizio con effetti dall’inizio, rispettivamente, dell’anno scolastico o accademico. Tuttavia nel tempo questa pensione è stata fortemente criticata a causa degli importi molto bassi erogati mensilmente a chi vi accede, e spesso le stesse lavoratrici l’hanno scartata come possibilità. Alcune proposte per il 2022 vanno nella direzione di voler abolire questa misura, anche se al momento non ci sono ancora conferme a riguardo. Opzione donna è vista come una di quelle misure a favore della fascia femminile della popolazione, che viene incontro alle donne lavoratrici del paese, ma molti (in particolare l’OCSE) ritengono che questa misura sia troppo dispendiosa e non facilmente applicabile.

Ape sociale

Una delle forme di accesso anticipato alla pensione più vantaggiose sembra essere l’Ape sociale, ovvero la misura che va incontro alle esigenze dei lavoratori che svolgono mansioni particolarmente usuranti o gravose. Attualmente la misura è in vigore, e consente a chi ne ha il diritto di terminare in anticipo il lavoro. Sul punto, deve essere evidenziato che trattasi una prestazione previdenziale, ma piuttosto assistenziale, erogata dall’INPS fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia per coloro che abbiano i requisiti anagrafici di minimo 63 anni e rientrino in una delle categorie individuate dalla normativa.

Andando ad un livello di maggiore approfondimento si tratta dei disoccupati senza copertura di assegni sociali o per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, dei lavoratori dipendenti addetti ad attività lavorative gravose (la legge di bilancio ha ampliato il relativo elenco delle 15 previste fino allo scorso anno con la aggiunta di ulteriori 23), dei lavoratori con riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%, dei caregivers. Si richiedono poi 30 anni di anzianità contributiva per tutte le categorie e 36 per i lavoratori gravosi. Per le lavoratrici madri si prevede poi una agevolazione del requisito contributivo, ridotto di 12 mesi a figlio, nel limite massimo di due anni. Per gli operai edili, per i ceramisti e conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta il requisito dell’anzianità contributiva è di almeno 32 anni (anziché 36 anni). La legge di bilancio ha poi previsto per coloro che si trovino in stato di disoccupazione l’eliminazione, ai fini dell’accesso alla misura, della condizione che siano passati 3 mesi dalla fine del godimento dell’intera prestazione previdenziale di disoccupazione

Rientrano a far parte dei lavoratori con mansioni gravose anche tassisti, autotrasportatori, conducenti di bus, macellai e panettieri, cassieri e commessi, operatori sanitari, insegnanti di scuole elementari, forestali e così via. Si tratta di una novità interessante per questi lavoratori, che potrebbero presto accedere direttamente alla pensione con l’arrivo del nuovo anno.

Lavoratori precoci: accesso anticipato alla pensione

Una delle categorie di lavoratori che con il nuovo anno potranno andare in pensione sono i lavoratori precoci. Si tratta secondo le norme di quei lavoratori che hanno già versato parecchi mesi di contribuzione (almeno 12 mesi) prima di aver compiuto la maggiore età.

I lavoratori precoci sono quei cittadini che hanno iniziato a lavorare molto presto, e possono accedere alla pensione dopo aver versato almeno 41 anni di contributi, ma è anche necessario che questi lavoratori si trovino in particolari condizioni di disagio: in stato di disoccupazione, oppure svolgono attività particolarmente pesanti, oppure si trovano in una condizione di disabilità. Questi lavoratori potrebbero, se raggiunti gli anni di contribuzione obbligatoria, accedere alla pensione molto prima rispetto ai canonici 67 anni di età, già nel 2022.

Chi può andare in pensione nel 2022: FAQ

Chi può accedere alla pensione anticipata quota 102 nel 2022?

Chi nel 2022 ha almeno 64 anni di età e 38 di contributi potrà accedere alla pensione anticipata con la cosiddetta Quota 102 introdotta dalla legge di Bilancio come “ponte” dopo l’esaurimento della cosiddetta Quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) a fine 2021.

Quali i requisiti della pensione anticipata?

La normativa previdenziale che regola l’accesso alla pensione anticipata ordinaria prevede come unico requisito di accesso quello contributivo indipendentemente dall’età. Per accedere, quindi, è necessario aver maturato: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini; 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.

Quanti contributi per andare in pensione nel 2023?

Per il biennio 2023 e 2024 per la pensione anticipata ci vorranno 41 anni di contributi indipendentemente dall’età o almeno 35 di contributi se si sono compiuti i 58 anni.

Come vedere la mia pensione INPS?

Dove è possibile vedere la pensione
presso lo sportello della sede INPS più vicina alla propria abitazione;
tramite una chiamata al Contact Center dell’INPS, disponibile al numero verde 803 164, attivo per i numeri di rete fissa, oppure al numero 06 164 164, per la chiamate da cellulare.

Chi non ha contributi può andare in pensione?

Per chi non ha mai versato contributi non spetta la pensione di vecchiaia poichè quest’ultima, quella che si raggiunge al compimento dei 67 anni, spetta solo a chi ha versato almeno 20 anni di contributi.

Come vedere la pensione con lo Spid?

In alternativa si può ottenere accedendo al apposto sito del governo inserendo i propri dati anagrafici corredati di indirizzo di posta elettronica e numero di cellulare e tenendo a portata i seguenti documenti: carta di identità, codice fiscale.

Chi non ha mai lavorato ha diritto alla pensione?

Per chi non ha mai lavorato, la pensione a 67 anni non spetta. O almeno non spetta la pensione previdenziale perché si potrebbe avere diritto all’assegno sociale.

Quando va in pensione una donna che non ha mai versato contributi?

Requisiti e importi minimi e massimi per la pensione di vecchiaia senza contributi o con contributi per donne sole o coniugate. Le donne che hanno raggiunto determinate soglie di età (67 anni), hanno due strade per accedere alle pensioni di vecchiaia nel 2022.

Quanto costa pagare un anno di contributi?

L’importo minimo per coprire un anno di contributi ai fini pensionistici per la totalità dei lavoratori dipendenti nel 2022 è pari a 3.606 euro (+67 euro rispetto al 2021). I chiarimenti sono contenuti in documento INPS il quale adegua all’inflazione i valori di retribuzione su cui individuare l’importo dei versamenti volontari contributivi per il 2022.

Che reddito bisogna avere per la pensione sociale?

Per richiedere l’assegno sociale Inps dal 1° gennaio 2022, bisogna: avere 67 anni di età compiuti; avere residenza effettiva e continuativa in Italia, minima di 10 anni; non superare 6085,30 euro annuali di reddito personale ed 12.170,60 euro annuali di reddito complessivo con il coniuge.

Quando una donna casalinga ha diritto alla pensione?

Pensione donne casalinghe. E’ prevista per chi ha un’età compresa tra i 18 e i 65 anni e svolge lavoro domestico per la cura dei componenti della famiglia e della casa dalla legge 493/1999.

Quanti anni di contributi volontari si possono versare?

E’ possibile raggiungere i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia anche versando contributi volontari. Per poter avere diritto ad una pensione è necessario versare il minimo di contributi richiesti dalla normativa. Per maturare il requisito, se si resta senza lavoro a pochi anni dalla pensione, si può pagare di tasca propria la parte che sarebbe stata a carico del datore di lavoro.

Quando ci sarà la rivalutazione delle pensioni?

Dal primo gennaio 2022, le pensioni subiranno un aumento dovuto all’applicazione di una rivalutazione per l’adeguamento al nuovo tasso di inflazione.

Articolo precedenteTicket sanitario 2022: tutte le ipotesi di esenzione
Prossimo ArticoloCanone Rai 2022: cos’è, domanda esenzione
Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

Nessun Commento

Lascia una Risposta

Exit mobile version