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Fisco, approvati decreti su contenzioso e adempimento collaborativo

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Novità in ambito fiscale: sono stati approvati in Cdm due decreti legislativi attuativi della delega fiscale in materia di contenzioso e adempimento collaborativo.


Il Consiglio dei Ministri il 16 novembre ha approvato due decreti legislativi attuativi della delega fiscale: uno in tema di contenzioso e l’altro in tema di adempimento collaborativo. Questi ennesimi interventi puntano a potenziare l’informatizzazione del processo tributario, in vista dell’integrale digitalizzazione del sistema: in particolare si vuole rafforzare l’utilizzo delle modalità telematiche nella gestione del processo e prescrivere la sottoscrizione con firma digitale di tutti gli atti. L’obiettivo è quello di rendere più semplici le procedure e veloci i processi.

Il viceministro all’Economia Maurizio Leo, intervenendo in conferenza stampa per presentare i provvedimenti, ha affermato che queste misure proseguono lungo la “logica di dialogo tra fisco e contribuente“, completando così “le misure che sono orientate a creare un rapporto collaborativo” con il fisco, pur “senza abbassare la guardia sulla lotta all’evasione“.

Vediamo quindi in cosa consistono queste novità.

La riforma del contenzioso tributario

Le novità introdotte si aggiungono a quelle rese operative dal decreto attuativo del 3 maggio 2023, relative alle regole sulla firma digitale e agli altri aspetti connessi. Anche il nuovo decreto farà del potenziamento dell’informatizzazione della giustizia tributaria e dell’accelerazione della fase cautelare due degli obiettivi cardine.

Una maggiore informatizzazione e digitalizzazione degli atti del processo tributario, un potenziamento della conciliazione per smaltire le cause arretrate ma anche la possibilità di svolgere udienze da remoto. Arrivano così le norme per l’attuazione della riforma del contenzioso con l’obiettivo di rendere più semplici le procedure e veloci i processi. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato un decreto delegato che attua le indicazioni contenute nella delega fiscale.

Il decreto delegato approvato dal Cdm e ora inviato in parlamento per il parere si può riassumere in 4 punti:

1) Informatizzazione e digitalizzazione degli atti processuali : il provvedimento potenzia l’informatizzazione del processo tributario, introducendo una serie di modifiche funzionali alla integrale digitalizzazione del sistema. In particolare, si rafforza l’utilizzo delle modalità telematiche nella gestione del processo, prevedendo che tutte le comunicazioni siano effettuate tramite PEC e che le notifiche e i depositi di tutti gli atti avvengano solo telematicamente. Si prescrive, inoltre, la sottoscrizione con firma digitale di tutti gli atti e i provvedimenti del giudice, degli ausiliari, delle segreterie, delle parti e dei difensori. Si introduce, infine, il principio della redazione in modo chiaro e sintetico degli atti;

2) Udienza da remoto : viene previsto che se una parte chiede di partecipare in presenza e l’altra da remoto, la discussione della causa si tiene in presenza, ma la parte che lo ha chiesto può comunque partecipare all’udienza, collegandosi a distanza;

3) Conciliazione : al fine di deflazionare il contenzioso in Cassazione, che risulta anche tra gli obiettivi posti dal Pnrr nell’ambito del capitolo sulla riforma della giustizia tributaria, si potenzia l’istituto della conciliazione, estendendone l’applicazione alle controversie pendenti in Cassazione;

4) Semplificazione e accelerazione del processo : complessivamente, attraverso la previsione delle misure descritte, lo schema di decreto legislativo mira a semplificare gli adempimenti, anche documentali, a carico dei soggetti coinvolti nel sistema della giustizia tributaria, a rendere più rapido il processo e a razionalizzarne la disciplina.

Per completezza va anche detto che vengono inoltre previste ulteriori specificazioni in merito alle spese del giudizio. Le comunicazioni di segreteria e le notificazioni dovranno essere effettuate con modalità telematiche, potenziando quindi l’utilizzo della PEC. Nell’ottica della semplificazione, viene poi stabilito che i provvedimenti giurisdizionali siano redatti in modo chiaro e sintetico. E qualora le disposizioni inserite nel decreto non vengano modificate prima dell’entrata in vigore, sarà introdotta limpugnabilità, tra gli altri, anche del rifiuto espresso o tacito sull’istanza di autotutela.

La semplificazione sarà uno dei criteri principali anche della forma della sentenza. Sarà infatti introdotta una sentenza semplificata nei seguenti casi che riguardano il ricorso:

  • Manifesta fondatezza;
  • Inammissibilità;
  • Improcedibilità;
  • Infondatezza del ricorso.

Il viceministro Leo ha dichiarato che il provvedimento sul processo tributario ha come obiettivo quello di smaltire “il notevole carico di contenzioso, come si raccomanda di fare anche il Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Dovevamo in qualche modo mettere ordine in questa materia, lo facciamo spingendo molto sulla digitalizzazione e inserendo una serie di misure a vantaggio dei contribuenti“, ha sottolineato Leo, precisando che ci sono “42 mila controversie pendenti con 10 mila nuovi ingressi“.

Alcune delle novità entreranno in vigore con la pubblicazione del decreto attuativo, altre, quelle organizzative e procedurali, si applicheranno per i giudizi di 1° e 2° grado con notifica del ricorso successiva al 1° settembre 2024.

Non solo contenzioso: l’adempimento collaborativo

Un’altra novità, come abbiamo detto, è rappresentata dall’estensione della possibilità per le imprese di aderire al cosiddetto ‘adempimento collaborativo’ che consente il possibile affiancamento dall’agenzia delle Entrate e una certezza sui pagamenti e sui controlli. La soglia per aderire a questo regime passa gradualmente dall’attuale miliardo di euro a 750 milioni nel biennio 2024-25, a 500 milioni nel biennio 2026-27, per arrivare a 100 milioni di fatturato nel 2028. Nel dettaglio, dunque, con il decreto delegato viene ampliato il numero dei soggetti che possono fruire dell’istituto, in quanto si abbassa la soglia di accesso al regime.

Il regime dell’adempimento collaborativo per il Governo ha lo scopo di instaurare un rapporto di fiducia tra fisco e contribuente attraverso l’interlocuzione costante e preventiva con il contribuente, assistito da professionisti altamente qualificati, finalizzata ad una preliminare valutazione delle situazioni che generano rischi fiscali.

I contribuenti, per aderire al regime, devono essere dotati di un sistema di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale (Tax Control Framework), certificato da professionisti altamente qualificati.

L’adozione di tale sistema di controllo certificato, alla base del regime dell’adempimento collaborativo, consentirà di individuare preventivamente ogni operazione che possa generare rischi fiscali. Si agirà ex ante anzichè ex post al fine di ridurre i contenziosi e garantire certezza del diritto.

Conclusioni

Proseguono i provvedimenti di messa in atto della riforma fiscale. Gli ultimi due provvedimenti adottati dal Consiglio dei Ministri mirano a riformare il contenzioso tributario e l’istituto dell’adempimento collaborativo. Ancora una volta si vuole puntare alla semplificazione e alla celerità dei procedimenti, migliorando il dialogo tra fisco e contribuenti.

Un occhio di riguardo viene poi rivolto alla maggiore digitalizzazione e all’implementazione delle operazioni da remoto.

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