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Disciplina contabile dei costi di ricerca e sviluppo

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La disciplina contabile dei costi di ricerca e sviluppo secondo le disposizioni dell’OIC 24 ed i requisiti per la capitalizzazione in Stato patrimoniale, tra le immobilizzazioni immateriali, con periodo di ammortamento di 5 anni.


I costi di ricerca e sviluppo rappresentano un’importante voce di bilancio, in particolar modo per le imprese che operano in settori innovativi e ad alto valore aggiunto. In questa voce rientrano una serie di costi che non sono facilmente attribuibili ad uno specifico esercizio contabile, secondo il principio di competenza economica. Per questa ragione il legislatore ha definito delle regole ben precise al fine di limitare la discrezionalità nel trattamento di dette poste contabili.

In quest’ottica, si segnala che, tra le modifiche apportate alla disciplina del bilancio d’esercizio delle società di capitali, il D.Lgs. n. 139/2015 (c.d. “decreto bilanci“) è intervenuto andando a modificare i criteri di valutazione degli oneri pluriennali, con particolare riguardo ai costi di ricerca e di pubblicità.

I costi di ricerca e sviluppo: definizione

I costi di ricerca e sviluppo, così come disciplinati anche dal principio contabile OIC 24 sulle immobilizzazioni immateriali, sono quelli sostenuti con l’obiettivo di studiare e acquisire conoscenze per ottenere prodotti, processi e servizi nuovi o migliori rispetto a quelli già utilizzati. Il detto principio definisce i costi di ricerca e sviluppo e li classifica come segue:

  1. Ricerca di base – si tratta di studi, ricerche, esperimenti ed indagini che non hanno un obiettivo specifico e che servono ad accrescere le conoscenze generiche delle imprese. Per tali spese si riscontra la mancanza di un collegamento diretto con la produzione di un bene o un servizio;
  2. Ricerca applicata – si tratta di attività analoghe/similari di quelle rientranti tra le spese per la ricerca di base che hanno tuttavia un preciso obiettivo in termini di produzione di un nuovo prodotto (o di miglioramento di quello già esistente), di un processo o di un servizio;
  3. Sviluppo – si tratta di attività collegata e conseguente alla ricerca applicata e ha lo scopo di mettere in pratica i risultati dell’attività di studio.

Tra i principali costi di ricerca e sviluppo possono essere richiamati: costi del personale impegnato nelle relative attività, costi dei materiali e servizi utilizzati, ammortamenti dei relativi cespiti, costi indiretti (escluse le spese generali e amministrative), oneri finanziari sostenuti direttamente per l’attività di ricerca e sviluppo.

Il trattamento contabile dei costi di ricerca e sviluppo: OIC 24

L’OIC-24 è un principio contabile che disciplina il trattamento delle spese di ricerca e sviluppo nel bilancio di esercizio. In sintesi tale principio prevede che:

  • I costi di ricerca di base non possono essere ammortizzati e vanno iscritti esclusivamente nel conto economico tra i costi di produzione.
  • I costi di ricerca e sviluppo applicati possono essere ammortizzati e possono essere iscritti nello stato patrimoniale.
  • Il periodo di ammortamento delle spese in ricerca e sviluppo applicate deve essere contenuto nei 5 esercizi.

In pratica, tutti i costi di ricerca di base ed applicata devono essere trattati in maniera omogenea. Pertanto, i costi riferiti alla ricerca di base, non essendo collegati ad uno specifico risultato, devono essere trattati come costi di competenza del periodo in cui vengono sostenuti. I costi di sviluppo, invece, possono essere capitalizzati ovvero possono essere imputati a conto economico nell’esercizio in cui vengono sostenuti. Al fine di poter capitalizzare tali spese è necessario che le stesse abbiano utilità pluriennale, in presenza di benefici che si manifestino in più esercizi. Si rammenta altresì che l’OIC subordina la capitalizzazione di tali spese alla presenza di tre requisiti fondamentali:

  1. Il costo deve essere identificabile e riferito ad un processo/prodotto chiaramente definito. Deve esserci quindi una diretta inerenza con il processo/prodotto per cui viene sostenuto;
  2. Il progetto deve essere realizzabile e la società deve possedere le risorse necessarie per la realizzazione del progetto/prodotto, o quantomeno deve dimostrare di poterle reperire. È importante ricordare che in presenza di costi di sviluppo capitalizzati vige il divieto di distribuzione degli utili, se in bilancio non risultano accantonate riserve disponibili pari al costo capitalizzato;
  3. Deve essere riscontrabile la possibilità (ragionevole) di recuperare i costi mediante i redditi futuri.

Una volta che vengano rispettati i tre richiamati requisiti, i costi di sviluppo potranno essere indicati tra le immobilizzazioni immateriali ed assoggettati ad ammortamento per un periodo non superiore a cinque anni, previo consenso del collegio sindacale ove nominato. Infine, I costi di ricerca applicata, che prima delle modifiche al codice civile erano trattati allo stesso modo dei costi di sviluppo, dal 2016 dovranno essere trattati come i costi di ricerca di base con la conseguenza di non poter più essere capitalizzati.

Fino all’entrata in vigore del D.Lgs. n. 139/2015 il trattamento contabile delle spese di ricerca di base era diverso da quello previsto per i costi di sviluppo e ricerca applicata. Dal 2016 invece i costi di ricerca saranno trattati in maniera omogenea, sia che si tratti di ricerca di base sia che si tratti di ricerca applicata. I costi sostenuti per l’attività di ricerca di base, poiché per loro natura non possono essere collegati ad uno specifico risultato, devono essere trattati come costi di competenza del periodo in cui vengono sostenuti. I costi di sviluppo, invece, possono essere capitalizzati ovvero possono essere imputati a conto economico nell’esercizio in cui vengono sostenuti. Per poter essere capitalizzati è necessario che i costi siano di utilità pluriennale, ciò avviene quando è prevedibile che i benefici si manifesteranno in più esercizi. Deve essere evidenziato che per per la capitalizzazione non si deve prendere a riferimento l’aspetto progettuale ma è indispensabile che vi sia un prodotto o un processo ben definito e misurabile.

Costi di pubblicità

Con riguardo ai costi di pubblicità, invece, il vigente documento OIC 24 ne prevede generalmente l’iscrizione a Conto economico nell’esercizio di sostenimento. I costi in esame possono essere capitalizzati soltanto se si tratta di operazioni non ricorrenti (ad esempio, il lancio di una nuova attività produttiva, l’avvio di un nuovo processo produttivo diverso da quelli avviati nell’attuale core business), relative ad azioni dalle quali la società ha la ragionevole aspettativa di importanti e duraturi ritorni economici risultanti da piani di vendita approvati formalmente dalle competenti funzioni aziendali.

Ammortamento

I costi di ricerca e sviluppo capitalizzati devono essere ammortizzati entro un periodo che non può eccedere i 5 anni, secondo quanto previsto da parte dell’art. 2426 del Codice civile. In particolare, l’ammortamento deve essere effettuato secondo la vita utile stimata. Sotto il profilo fiscale, tali costi risultano essere deducibili dal reddito, sulla base di quanto disposto dal co. 1, dell’art. 108 del TUIR, nella seguente modalità:

  • Integralmente, nell’esercizio in cui gli oneri sono stati sostenuti. L’esercizio di sostenimento delle spese è quello in cui è stato ultimato il servizio o di consegna del bene, senza tenere in considerazione il momento dell’effettivo pagamento;
  • Oppure, in quote costanti nell’esercizio stesso di sostenimento del costo e nei successivi, ma non oltre il quarto. Il periodo massimo di ammortamento è, quindi, di cinque anni.

La quota di ammortamento che viene imputata in ciascun esercizio fa riferimento alla ripartizione del costo sostenuto sull’intero periodo di utilizzazione. Fino a quando l’ammortamento dei costi di ricerca e sviluppo non è stato completato non possono essere distribuiti dividendi, a meno che in bilancio non vi siano un valore di riserve disponibili sufficienti a coprire l’ammontare dei costi non ammortizzati.

Conclusioni

La gestione contabile dei costi di ricerca e sviluppo in Italia rappresenta un aspetto cruciale per le aziende che investono in innovazione. La distinzione tra i costi di ricerca, che devono essere immediatamente imputati a conto economico, e quelli di sviluppo, che possono essere capitalizzati e ammortizzati nel tempo, è fondamentale per una corretta rappresentazione della posizione finanziaria e del rendimento dell’impresa.

La capitalizzazione dei costi di sviluppo, permessa sotto specifici criteri consente alle imprese di allineare l’impatto economico degli investimenti con i benefici futuri attesi. Questo approccio non solo migliora la comprensione della performance aziendale ma sostiene anche una pianificazione finanziaria e fiscale più efficace.

Tuttavia, la prudenza deve essere esercitata nell’effettuare il test di impairment per assicurarsi che gli attivi non siano sovrastimati e che riflettano realisticamente i benefici economici futuri. La trasparenza e la coerenza nella contabilizzazione e nella divulgazione di tali costi sono essenziali per mantenere la fiducia degli stakeholder e per rispettare i principi di chiarezza e veridicità che governano il bilancio d’esercizio.

In conclusione, la corretta contabilizzazione dei costi di ricerca e sviluppo non è solo una questione di conformità normativa, ma è anche un indicatore della capacità di un’azienda di innovare e di sostenere la crescita a lungo termine. Le imprese devono quindi affrontare queste sfide contabili con un approccio informato e strategico, che tenga conto sia delle esigenze di business sia delle normative vigenti.

Domande frequenti

Qual è la differenza tra i costi di ricerca e quelli di sviluppo?

I costi di ricerca sono i costi sostenuti per attività originali e pianificate volte ad acquisire nuove conoscenze scientifiche o tecniche. Questi costi vengono riconosciuti come spese nel periodo in cui si verificano. I costi di sviluppo, invece, sono i costi associati alla trasformazione dei risultati della ricerca in nuovi o migliorati prodotti o processi e possono essere capitalizzati se soddisfano determinati criteri.

Quando è possibile capitalizzare i costi di sviluppo?

I costi di sviluppo possono essere capitalizzati quando l’azienda è in grado di dimostrare la fattibilità tecnica del progetto, l’intenzione di completare e utilizzare o vendere l’attivo, la capacità di generare benefici economici futuri, la disponibilità di risorse tecniche, finanziarie e altre risorse necessarie, e la capacità di misurare affidabilmente i costi durante lo sviluppo.

Quali informazioni relative ai costi di R&S devono essere divulgate nel bilancio?

Le aziende devono fornire informazioni dettagliate sui costi di ricerca e sviluppo nel bilancio, compresa la politica contabile adottata per il riconoscimento dei costi, l’ammontare dei costi di ricerca riconosciuti come spese, l’ammontare dei costi di sviluppo capitalizzati e le eventuali rettifiche per perdite di valore.

Ci sono differenze nella contabilizzazione dei costi di R&S tra i principi contabili italiani e gli IFRS?

Sì, ci possono essere differenze. Ad esempio, gli IFRS possono avere criteri diversi per la capitalizzazione dei costi di sviluppo e per il test di impairment. Le aziende che adottano gli IFRS devono seguire l’IAS 38 per la contabilizzazione degli attivi immateriali.

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