Home News Aumento tasse, non solo aiuti in legge di bilancio

Aumento tasse, non solo aiuti in legge di bilancio

0

La legge di bilancio, oltre a contenere aiuti e agevolazioni per famiglie, lavoratori e imprese, prevede anche l’aumento di alcune tasse, che, sommate, potrebbero avere un peso totale di 1 miliardo euro.


Misure a sostegno degli italiani sono state sbandierate dai vari media sottolineando l’importanza di aiutare le famiglie meno abbienti, i lavoratori e le piccole e medie imprese. Più in sordina invece sono passati interventi che vanno invece ad aumentare il peso tributario sui cittadini. Nella legge di bilancio infatti non mancano anche aumenti delle tasse.

La prima vera manovra finanziaria del governo Meloni (poichè quella del 2023 era stata sostanzialmente ereditata dal governo Draghi) si fonda su “serietà, prudenza e responsabilità”. Sono queste le parole chiave che la premier Giorgia Meloni ha utilizzato per definire la legge di bilancio. Se però l’abbassamento della pressione fiscale è sempre stato usato dall’Esecutivo come cavallo di battaglia, non mancano anche ‘sorprese’ per i cittadini. Vediamo quindi di capire quali saranno le tasse che subiranno un incremento.

Le tasse che aumenteranno nel 2024

Il testo della legge di bilancio ora al vaglio del Senato è ormai consultabile, senza dare adito quindi a incertezze. Il suo contenuto dovrebbe essere sostanzialmente confermato entro il 31 dicembre 2023, a meno che non vengano approvate eventuali modifiche.

Gli aumenti delle tasse che leggiamo nella manovra, allo stato attuale, sono:

  • Sigarette: +10 centesimi a pacchetto, +3 centesimi invece per i pacchetti con un costo inferiore a 5 euro e tabacco trinciato da 20 a 30 centesimi in più a busta. La calendarizzazione degli aumenti viene inoltre estesa anche alle sigarette elettroniche. Come si apprende dal Sole 24 ore per mille sigarette si passa da 28,20 euro a 29,30 per poi arrivare nel 2025 a 28,70 euro sempre ogni mille sigarette. Per i fumatori delle sigarette tradizionali si stima così un aumento tra i 10 e i 12 centesimi a pacchetto a seconda della fascia di prezzo di mercato occupato dal prodotto.
  • Prodotti igiene intima femminile, assorbenti compresi: Iva dal 5 al 10%;
  • Pannolini: Iva dal 5 al 10%;
  • Alimenti per bambini: Iva dal 5 al 10%;
  • Seggiolini auto: Iva dal 5 al 22%.

Gli incrementi legati all’Iva erano già stati tra l’altro preannunciati da Giorgia Meloni in occasione della conferenza stampa del 16 ottobre destando già allora polemica. Infatti l’aumento delle imposte su beni che possono essere considerati essenziali collimerebbe con le intenzioni di un Governo che da sempre si è professato favorevole ad incentivare la natalità. Vista comunque la lunghezza dell’iter che porterà all’approvazione della legge di bilancio si può ipotizzare che ci siano ancora i margini per provvedere a ulteriori modifiche per evitare che venga approvata una norma che elimina l’IVA agevolata su una serie di prodotti ‘essenziali’.

Tasse sugli immobili in aumento

A destare malcontento sono anche gli aumenti di tasse che riguardano gli immobili. Pensiamo al passaggio della cedolare secca sugli affitti brevi dal 21 al 26%, sebbene a partire dal secondo appartamento.

La relazione tecnica che accompagna la legge di Bilancio stima in appena 8,8 milioni di euro l’anno il maggior gettito, a fronte di canoni dichiarati per 176,9 milioni di euro dai contribuenti interessati: è questa la cifra aggiuntiva che si prevede entrerà nelle casse dello Stato grazie all’inasprimento. C’è chi però obietta che questa misura non andrà a risolvere il problema del mercato nero degli affitti. Un prelievo più alto non garantirebbe infatti maggiore fedeltà fiscale se non è accompagnato da misure specifiche di contrasto al sommerso; anzi, il rischio è che l’aumento spinga ulteriormente l’evasione.

E poi in manovra troviamo la misura che riguarda la vendita di case ristrutturate con il Superbonus 110%: chi vende una seconda casa ristrutturata con il bonus entro dieci anni dovrà infatti pagare il 26% sulla plusvalenza generata grazie alla vendita. Sono esclusi gli immobili acquisiti dopo una successione o quelli che rappresentano la prima casa (almeno per la maggior parte dei dieci anni che precedono la vendita o quelli che intercorrono tra data di acquisto/costruzione e quella di cessione).

Per determinare l’importo da tassare, è possibile sottrarre il 50% delle spese sostenute per interventi conclusi da più di cinque anni. Per gli stessi immobili, dopo cinque anni il prezzo di acquisto o il costo di costruzione è rivalutato secondo l’indice Istat (variazione dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati).

Altri tributi in aumento

Nell’elenco delle tasse in aumento troviamo anche ulteriori interventi che graveranno sulle tasche degli italiani.

Innanzitutto ci sarà un incremento della ritenuta a titolo di acconto dall’8 all’11 per cento per i bonifici “parlanti nell’ipotesi di interventi edilizi che danno origine alle detrazioni fiscali. Si tratta di una ritenuta a titolo di acconto che non rappresenta un vero e proprio incremento del livello di imposizione. Tuttavia, si determinerà una riduzione della liquidità e tale circostanza, unitamente al “depotenziamento” graduale dei bonus, genererà non pochi problemi nel settore dell’edilizia.

E ancora assisteremo ai seguenti aumenti:

  • Ivie: l’imposta sul valore degli immobili situati all’estero sale dallo 0,76 all’1,06% del valore dell’immobile;
  • Ivafe: l’aliquota dell’imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero passa dal 2 al 4 per mille;
  • Tassa di soggiorno: nel 2025 i Comuni potranno aumentarla ma al massimo di 2 euro.

Quanto arricchiranno le casse dello Stato gli aumenti?

Alla luce di tutti gli incrementi in previsione, nonostante le resistenze di Forza Italia, alla fine il Mef ha confermato quasi tutti i provvedimenti presenti nella bozza. Sommando tutti questi aumenti delle tasse previsti dalla legge di Bilancio 2024, il governo Meloni spera di poter racimolare circa 1 miliardo, con ulteriori rincari che scatteranno a partire dal 2025.

Senza contare che i tagli operati saranno a tempo, come ad esempio il taglio del cuneo fiscale, che dal 2025 potrebbe non essere rinnovato, portando ulteriori finanze alle casse dello Stato.

Conclusioni

Di quanto gli italiani riusciranno a godere delle misure a sostegno e degli sgravi se verranno tassati su altri fronti? La manovra finanziaria porta infatti con sè una serie di interventi che porteranno ad aumenti sulle tasse già da gennaio 2024. E ad essere colpiti saranno soprattutto beni ‘essenziali e immobili.

Resta comunque la possibilità che possano essere introdotti emendamenti alla legge di bilancio che vadano a smussare i margini delle misure fiscali giudicate troppo pesanti.

Nessun Commento

Lascia una Risposta

Exit mobile version