Tari 2022: Scadenza brave, facciamo il punto della situazione e vediamo chi deve pagare l’imposta. L’ARERA ha infatti emanato un documento per potenziare il servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti urbani. Quali cambiamenti in vista?

La TARI 2022 è una tassa comunale sui rifiuti, introdotta per sostituire la precedente imposta in materia, dalla Legge di stabilità per l’anno 2014. La nuova tassa è finalizzata a gestire i costi di gestione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ed è quindi di competenza del Comune, il quale ha l’onere di gestire le predette attività. Il pagamento della tassa sui rifiuti viene richiesto a chiunque possegga qualsiasi tipo di locale. Ai sensi dell’art. 1 c. 641 L. n. 147/2013, infatti, uno dei presupposti, affinchè sorga l’onere contributivo della Tari, è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo: di locali o di aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani. Per quanto riguarda, invece, la scadenza della TARI 2022 cambia a seconda del proprio comune di residenza. Puoi accertarti della scadenza del tuo comune, ricercando informazioni sul sito del tuo comune, che con ogni probabilità riporterà la data di scadenza del pagamento. Vediamo, allora, cosa c’è da sapere sulla TARI 2022.

Cos’è la TARI?

La TARI 2022 è una tassa comunale sui rifiuti, introdotta per sostituire la precedente imposta in materia, dalla Legge di stabilità per l’anno 2014. La nuova tassa è finalizzata a gestire i costi di gestione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ed è quindi di competenza del Comune, il quale ha l’onere di gestire le predette attività. Invero, la TARi ha comportato la sostituzione di numerose imposte, semplificando il sistema di gestione delle risorse destinate ai rifiuti. L’imposta è stata introdotta in luogo del:

  • TIA tariffa di igiene ambientale,
  • TARSU tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani
  • TARES tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

Il pagamento della tassa sui rifiuti viene richiesto a chiunque possegga qualsiasi tipo di locale. Ai sensi dell’art. 1 c. 641 L. n. 147/2013, infatti, uno dei presupposti, affinchè sorga l’onere contributivo della Tari, è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo:

  • di locali o di aree scoperte,
  • a qualsiasi uso adibiti,
  • suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Mentre non sono sottoposte a tari alcune tipologie di fabbricati, ad esempio:

  • le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili, non operative
  • le aree comuni condominiali di cui all’articolo 1117 del codice civile (cd. aree comuni quali, ad esempio, scale e androne)

Quindi, sono soggetti a TARI 2022 tutti coloro che sono in possesso di un immobile, purchè sia idoneo a produrre rifiuti.

Facciamo alcuni esempi peculiari.

Locazione e multiproprietà

Uno degli esempi classici che possiamo fare attiene all’onere di pagare la TARI che grava in caso di locazione immobiliare. In questo caso, si ha un’ipotesi di possesso di immobile, che viene concesso mediante contratto di locazione.

In questo caso dobbiamo però fare alcune specificazioni. Infatti, laddove la detenzione sia temporanea, in quanto è una di quelle tipologie di contratti brevi, che non hanno durata superiore ai sei mesi, in questa ipotesi, allora, l’art. 1 c. 643 L. n. 147/2013 stabilisce che l’imposta sui rifiuti sia dovuta ove il soggetto sia possessore dei locali e delle aree che sia al contempo proprietario o titolare di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie).

Mentre se l’immobile è in multiproprietà o si tratti di centri commerciali integrati, il soggetto che provvede alla gestione degli spazi comuni, è tenuto ad adempiere all’imposta, quindi al versamento della TARI per:

  • i locali e le aree scoperte di uso comune e per i locali
  • le aree scoperte in uso esclusivo ai singoli possessori o detentori.

    Tuttavia, al di fuori delle ipotesi citate, la legge di stabilità 2014 impone che i titolari esclusivi delle unità immobiliari rispondano esclusivamente dell’onere impositivo, degli obblighi e diritti che derivano dl possesso dei locali.

TARI 2022: a quando la scadenza?

Ricordiamo, come già affermato nei precedenti paragrafi che la TARI 2022, è un’imposta che deve essere riscossa dal Comune ove è ubicato l’immobile, oggetto di possesso. Dunque, anche per quanto riguarda le scadenze, ragionevolmente ogni comune prevederà una propria specifica scadenza.

Tuttavia, ti invitiamo ad informarti adeguatamente, anche in considerazione della circostanza che, l’eventuale ritardo, comporta il pagamento di una sanzione.

In sintesi, la scadenza della TARI 2022 cambia a seconda del proprio comune di residenza. Puoi accertarti della scadenza del tuo comune, ricercando informazioni sul sito del tuo comune, che con ogni probabilità riporterà la data di scadenza del pagamento.

Per cercare di individuare una disciplina comune, sono tuttavia, state disposte alcune direttrici da seguire. Infatti, in genere si provvede al pagamento del primo acconto entro il mese di aprile, e il secondo entro il mese di luglio. Ci sono, allora, ottime possibilità per ritenere che tu sia ancora in tempo e che non dovrai provvedere al pagamento della sanzione.

Ricorda poi, che deve essere saldata l’intera imposta entro la fine dell’anno di riferimento. Entro dicembre, allora, dovrai provvedere al saldo della TARI 2022.

Per quanto riguarda le modalità di pagamento, a tal proposito ricordiamo: I limiti di versamento della TARI sono gestiti autonomamente dai vari comuni. Proprio per questo motivo sono i comuni stessi che provvedono ad inviare i bollettini per procedere al pagamento.

Ci sono però tre sistemi di pagamento principali che ci vengono garantiti da tutti i comuni: 

  • Pagamento tramite bollettino postale
  • Pagamento tramite MAV
  • Pagamento tramite modello F24

Quindi, ti dovrebbe arrivare, o meglio dovrebbe esserti già arrivata nel mese di Gennaio, i bollettini per il pagamento, già precompilati.

In caso di pagamento tramite Modello F24 il codice tributo è 3944:

  • Nella sezione “Imu e altri tributi locali” inserire il codice tributo 3944
  • Nella sezione “Codice ente/codice comune” inserire il codice catastale del comune nel quale sono collocati gli immobili
  • Nella sezione “Numero immobili” inserire il numero di immobili di riferimento. Qui si può inserire un massimo di 3 cifre
  • Nella sezione “Rateazione/mese rif” inserire il numero della rata seguendo lo schema NNRR, dove NN è il numero della rata in corso di pagamento e RR è il numero delle rate totali da pagare
  • Nella sezione “Anno di riferimento” inserire l’anno relativo all’imposta da versare (ad esempio se si deve pagare la TARI del 2022, bisogna inserire 2022)
  • Nella sezione “Data del pagamento” inserire la data in cui si effettua il pagamento che deve essere precedente alla scadenza 

In caso di pagamento tardivo della TARI, sarà necessario sbarrare nel modulo la sezione “Ravv”, ovvero il ravvedimento operoso, il codice tributo è 3945

Quanto dovrai pagare di TARI 2022?

Passiamo, ora, ad individuare brevemente quelli che sono i criteri per provvedere al calcolo della TARI 2022. Il criterio di riferimento per stabilire l’importo dell’imposta da versare è costituito dalla superficie calpestabile dell’immobile. Dunque, l’estensione, per farla breve, del locale idoneo a produrre rifiuti.

Le unità immobiliari in questione devono, invero, appartenere alla categoria di quelle iscritte o iscrivibili nel catasto urbano. Infatti, il controllo della superficie calpestabile viene effettuata in base a suddetti registri. Dunque, il criterio che la legge di stabilità 2014 ha introdotto per l’imposta, è il medesimo di quello già usato per le imposte, che la TARI ha sostituito. Si considera, quindi, le sueprfici accertate o dichiarate site nel territorio comunale, con riferimento a locali e aree scoperte occupati e idonei a produrre rifiuti.

Il calcolo effettivo, ovviamente, viene effettuato direttamente dal singolo Comune, in bade a quanto disposto dall’art. 1 c. 650 L. n. 147/2013, ossia in considerazione della tariffa commisurata ad anno solare coincidente con un’autonoma obbligazione tributaria. Il criterio consente di assicurare la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio di gestione dei rifiuti locali secondo quanto stabilito dal d.p.r. n. 158/1999 (regolamento recante norme per l’elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani).

Ti ricordiamo, inoltre, che l’imposta è comprensiva di tre quote:

  • fissa, che si ricava moltiplicando i metri quadrati dell’immobile per il numero di persone occupanti del medesimo, secondo il criterio che abbiamo appena enunciato;
  • variabile calcolata sulla base dei costi di servizio;
  • variabile inerente alla quantità di rifiuti prodotti, la quale varia in considerazione del Comune.   

Chi deve pagare la TARI?

Devono effettuare il pagamento della TARI, chiunque abbia in possesso di locali o aree scoperte che producono rifiuti urbani.Con il termine “locali” si fa riferimento agli edifici chiusi costruiti sul terreno, con il termine “aree scoperte” si fa riferimento agli spazi scoperti in cui non sorgono strutture edilizie, ma che comunque per il loro utilizzo producono rifiuti. 

Secondo la normativa, è soggetto al pagamento obbligatorio:

  • Il proprietario occupante dell’immobile
  • L’affittuario che ha stipulato un contratto di locazione di almeno 6 mesi. Nel caso in cui il contratto sia inferiore ai 6 mesi, il pagamento della TARI spetta al proprietario 

Chi è escluso dal pagamento della TARI? 

Sono esenti dal pagamento dell’imposta le aree scoperte pertinenziali o accessorie delle abitazioni civili e le aree condominiali comuni.  Le aree pertinenziali o accessorie delle abitazioni civili sono le zone adiacenti o facenti parti di un edificio, ma che sono escluse dal calcolo della tassazione: terrazze, balconi, cantine, giardini. Le aree condominiali comuni  sono gli spazi che condividiamo con le altre persone all’interno di palazzi o abitazioni: ascensori, scale, atrio. 

Sono escluse del pagamento della TARI le strutture disabitate e non adatte all’alloggio, qualora non ci siano contratti di luce, gas e acqua

Chi inquina paga

Invero, la legge di Stabilità 2014 sulla TARI ha previsto anche un criterio alternativo per il calcolo della TARI.

Infatti, l’art. 1 c. 652 L. n. 147/2013 prevede un criterio che dà attuazione al generale principio che vige in materia di diritto ambientale, ossia il principio comunitario “chi inquina paga”. Sulla scorta di quest’ultimo, il Comune può decidere di parametrare l’importo che dovrà essere versato a titolo di TARI 2022 alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie.

Il criterio tiene conto di alcuni elementi, tra cui gli usi e alla tipologia delle attività svolte nonché al costo del servizio sui rifiuti. In tal circostanza, l’importo dell’imposto viene individuato in base a ciascuna categoria o sottocategoria omogenea di immobili e attività eseguite.

Il valore viene poi ricavato moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti.

Esenzioni e riduzioni

Il Comune può inoltre disporre l’esenzione dal pagamento della TARI 2022 o la riduzione dell’importo laddove ricorrano specifiche circostanze. Ad esempio si può provvedere all’esenzione o riduzioni ove:

  • abitazioni con unico occupante;
  • abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;
  • locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;
  • abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;
  • fabbricati rurali ad uso abitativo.

Invero, a seguito di particolari eventi, il Comune può disporre anche altre riduzioni. Ad esempio, laddove per qualsiasi motivo non sia possibile procedere alla gestione dei rifiuti, è possibile che il comune disponga una riduzione del 20% dell’importo della TARI 2022. Inoltre una riduzione del 60% è prevista in caso la gestione rifiuti non comporti anche la raccolta.

TARI 2022

La delibera ARERA n. 15/2022 approvata il 18 gennaio ha definito i nuovi criteri che i comuni dovranno adottare per la definizione dei propri regolamenti entro il 31 marzo. Vengono definite le nuove regole per il pagamento a rate, previste per gli utenti in condizioni di disagio economico. Tale documento dovrà essere assimilato da tutti i soggetti coinvolti entro il 31 marzo 2022 e sarà ufficialmente in vigore dal 1° gennaio 2023. 

I Comuni dovranno garantire, a partire dal 2023, l’accesso ad una rateizzazione ulteriore dei pagamenti (per rate di importo minimo pari a 100 euro), per:

  • utenti che dichiarino di essere beneficiari del bonus sociale per disagio economico previsto per i settori elettrico e/o gas e/o per il settore idrico;
  • ulteriori utenti che si trovino in condizioni economiche disagiate, individuati secondo i criteri definiti dall’ente territoriale competente;
  • qualora l’importo addebitato superi del 30 per cento il valore medio riferito ai documenti di riscossione emessi negli ultimi due anni.

Un’altra novità riguarda la gestione delle rettifiche per gli importi sbagliati. Nel caso in cui si dovessero pagare cifre sbagliate o non dovute, sarà possibile richiedere la rettifica ai gestori del comune di residenza. I rimborsi dovranno avvenire entro 120 giorni lavorativi per un totale di prestazioni compreso tra il 70% e il 90%

Inoltre, sarà previsto un servizio clienti migliore, mediante numero verde raggiungibile sia da rete mobile che da rete fissa.

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