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Riforma fiscale? Rimandata a settembre!

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La riforma fiscale è una delle misure proposte dal Recovery Plan, il piano per la ripresa del paese. La riforma fiscale è una delle riforme più attese, che ha come obiettivo la semplificazione dell’attuale sistema del fisco in Italia.

Per l’attuazione di una riforma fiscale strutturata però bisognerà attendere ancora almeno fino a settembre, secondo le ultime indiscrezioni, e si prevedono numerosi cambiamenti sul tema fisco. In questo periodo in particolare sotto la lente di ingrandimento c’è la limitazione del fenomeno dell’evasione fiscale, oltre a una serie di modifiche alle attuali imposte.

La riforma fiscale dovrà attendere almeno fino a settembre, anche se per molti versi una vera e propria applicazione delle nuove misure sarà attiva solamente dal prossimo anno. Vediamo qui brevemente quali sono le prospettive per la riforma fiscale, cosa potrebbe cambiare e cosa invece rimarrà invariato, sia per i cittadini che per il mercato del lavoro.


Riforma fiscale: cancellazione dell’IRAP

Una delle misure di cui si sta discutendo è l’eliminazione dell’IRAP. La riforma fiscale si è resa necessaria in particolar modo per le esigenze che derivano dall’andamento del lavoro in Italia. La tassazione proprio su questo ambito è una delle più alte in Italia, e coinvolge lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori.

L’abolizione dell’IRAP potrebbe essere un tassello aggiuntivo alla semplificazione del sistema fiscale, se verrà approvata definitivamente. Questa tassa è l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive, e si applica alle società di capitali, oltre che ai soggetti che svolgono attività commerciale o a lavoro di tipo autonomo.

Ad eccezione di alcuni casi di esonero, come quelli stabiliti per alcune tipologie di lavoratori autonomi e per alcuni lavoratori agricoli, questa tassa grava sulle società e sulle imprese, e si sta ipotizzando una sua eliminazione o in alternativa un assorbimento in un’altra imposta già esistente applicata sui redditi da lavoro.

La cancellazione dell’IRAP non andrebbe quindi, sempre secondo ipotesi, ad intaccare sulle tasse come l’IVA o l’IRPEF, applicate sul mercato del lavoro. L’obiettivo della semplificazione fiscale è anche perseguito per favorire l’occupazione dei cittadini.

Occupazione che nell’ultimo periodo, anche a causa della situazione di emergenza sanitaria, è stata caratterizzata da una discesa senza precedenti. Si prospetta in ogni caso che per tornare allo stato occupazionale precedente allo scoppio della pandemia ci vorranno ancora uno o due anni.

Riforma fiscale e patrimoniale: prospettive

La riforma fiscale tuttavia, non sembra portare avanti l’idea di applicare una patrimoniale sui cittadini, che possa riguardare una nuova tassazione sugli immobili come la prima casa o il conto corrente dei cittadini.

I timori degli italiani in questo senso non sono confermati, perché la prospettiva di introdurre una patrimoniale per saldare i debiti dello stato o per recuperare gli investimenti dell’ultimo periodo non si sono avverati.

La riforma fiscale quindi si concentrerà su altre misure: dall’eliminazione dell’IRAP alla semplificazione della imposte, fino all’eliminazione di alcune piccole tasse, che al momento risultano sconosciute a molti italiani, ma che nel tempo possono comportare una notevole uscita economica. Tra queste, la tassa sulla laurea o l’imposta sulle forme di intrattenimento.

Un altro punto importante che verrà con molta probabilità affrontato dalla riforma fiscale è la modifica alle aliquote IRPEF, ovvero sulle imposte sul reddito.

IRPEF: cosa può accadere con la riforma fiscale

Con la riforma fiscale, oltre all’eliminazione dell’IRAP si prevede una modifica complessiva ad un’altra imposta sui redditi: l’IRPEF. Si prospetta un cambiamento delle aliquote, ovvero delle percentuali relative alla tassazione per le diverse fasce di reddito.

L’IRPEF è la tassazione sul reddito delle persone fisiche, ed è una delle imposte per cui la pressione fiscale è maggiore il Italia. Si è parlato molto di ipotesi flat tax, ovvero di introdurre una tassa fissa per tutti i cittadini.

Nonostante le proposte però questa soluzione non è stata valutata come realizzabile, e si ipotizza maggiormente un cambiamento delle aliquote, che passerebbero da cinque a tre, con un taglio a quelle centrali. Al momento infatti questa imposta viene applicata in base al reddito prodotto e varia dal 23% al 43%. Con le nuove aliquote, si ridurrebbero le fasce a cui viene applicata la percentuale di tassazione.

Si ricaverebbe in questo modo un ampliamento del numero di cittadini lavoratori tassati con la soglia minima del 15%, che al momento si trovano su un’aliquota del 27%. Queste modifiche sono fortemente volute da alcune parti politiche, per portare equilibrio in un sistema di tassazione che al momento risulta pesare in quanto a pressione fiscale sui contribuenti.

Anche sulle modifiche all’IRPEF, i provvedimenti saranno poi avviati a partire da settembre, con uno slittamento che tuttavia non andrà ad intaccare sulle misure stesse.

Evasione fiscale: le misure per contenerla

Un altro punto importante della riforma del fisco riguarda la semplificazione burocratica, e l’introduzione di controlli mirati contro l’evasione fiscale. Evasione che per il paese è salita a livelli preoccupanti, e in questi mesi più volte l’Agenzia delle Entrate ha svolto controlli di diversa natura per condurre accertamenti su redditi non dichiarati.

Lo stato negli ultimi mesi ha messo in campo numerose iniziative per limitare questo tipo di evasione, proponendo ai cittadini un passaggio dal contante ai pagamenti in formato elettronico, che possano garantire la tracciabilità delle transazioni.
Dal cashback di stato alla lotteria degli scontrini, dalle agevolazioni accessibili unicamente tramite pagamenti tracciabili, ai bonus per i cittadini per cui è necessario provvedere alla dichiarazione dei redditi per poterne usufruire.

Le misure per contenere l’evasione fiscale sono diverse, e i cittadini hanno potuto constatare che in diverse occasioni i pagamenti in contanti sono stati esclusi dalle misure di agevolazione. Un esempio sono i bonus per l’edilizia, accessibili solamente se il cittadino ha scelto pagamenti elettronici per saldare le spese per i lavori.

In conclusione, la riforma fiscale propone una maggiore trasparenza tra cittadini e fisco, dato anche l’ampio quadro normativo presente proprio sulle imposte, che coinvolgono diversi aspetti della vita degli italiani: dall’IMU sulla prima casa alla tassazione sui redditi, dall’IVA alle imposte comunali e regionali. Si attende settembre per vedere l’inizio dei lavori di riforma fiscale, anche se si prospettano tempi più lunghi per l’applicazione completa delle modifiche.

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Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

2 COMMENTI

  1. Eventualmente, con la riforma fiscale prevista, gli scaglioni di reddito per l’applicazione della percentuale di imposta passerebbero da 5 a 3 e non viceversa……con l’unico scopo collaborativo. Grazie per le preziose informazioni che ci fornite quotidianamente!!!!

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