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Principato di Monaco: residenza e zero tassazione

Addio tasse! Trasferisci la tua residenza a nel Principato di Monaco e vivi senza pensieri. Requisiti per l'ottenimento della residenza e regime fiscale monegasco.

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Regime fiscale di tassazione delle persone fisiche nel Principato di Monaco, con esenzione totale. Attenzione però, ottenere la residenza monegasca non è semplice. Di seguito troverai tutte le informazioni che riguardano la normativa fiscale e societaria monegasca, per valutare un tuo possibile trasferimento in questo Paese.


Trasferirsi all’estero e andare a cercare fortuna in Paese che offra maggiori opportunità è il sogno di molti. Per questo motivo ho deciso di dedicare questo report ad un Paese molto gettonato dagli Italiani per un trasferimento, già a partire dagli anni ’90. Mi riferisco al Principato di Monaco.

Andare a vivere all’estero, lasciando l’Italia, non è una situazione semplice perché se non effettuata correttamente, può comportare delle conseguenze, da un punto di vista fiscale, veramente importanti. Non sono pochi i soggetti che si sono visti recapitare accertamenti volti a riportare in Italia la propria residenza fiscale, anche se magari vivevano serenamente all’estero da anni. Questo non vuol dire che non sia possibile trasferirsi all’estero e vivere serenamente in un altro Paese senza avere noie fiscali. Tuttavia, per riuscirci è necessario conoscere bene quali sono i rischi che si corrono e quali siano le modalità per effettuare un trasferimento all’estero in tutta sicurezza e tranquillità.

Per questo, prima di leggere questo report, ti invito a riflettere bene e non prendere decisioni affrettate in merito ad un tuo possibile trasferimento. Avvalersi di professionisti preparati in questo ambito sarà per te un valore aggiunto e ti consentirà di dedicarti costantemente alla tua vita. Andiamo ad analizzare, quindi, la normativa fiscale legata alle imposte dirette ed indirette del Principato di Monaco.


Principato di Monaco: il più antico paradiso fiscale d’Europa

Il Principato di Monaco è una città Stato indipendente (monarchia costituzionale), ed oggi è uno dei più piccoli Stati d’Europa. Vanta circa 40 mila abitanti dislocati in poco più di due chilometri quadrati.

La sua località più conosciuta e prestigiosa è Monte-Carlo, ovvero il quartiere più centrale della città-Stato. Il Principato confina con la Francia e affaccia sul Mediterraneo. Per molti anni le sue entrate principali provenivano dal casinò e dal turismo. Tuttavia, negli ultimi anni le cose sono profondamente cambiate, ed il Principato è diventato un importante centro di servizi. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Monte-Carlo è uno dei paradisi fiscali più antichi d’Europa.

Tutto ebbe inizio nel 1869, quando il principe Carlo III, decise di eliminare il prelievo legato alle imposte sui redditi per gli abitanti del Principato. Questa decisione, frutto delle ingenti entrate che pervenivano alla reggente famiglia Grimaldi, attraverso l’attività del Casinò, portò il Principato a diventare la sede di molte famiglie benestanti d’Europa. Con il tempo il Principato  è diventato anche uno dei principali paradisi fiscali.

Oggi le cose sono cambiate da un punto di vista economico. Solo il 5% del PIL nazionale è legato al casinò (ove ancora oggi è vietato l’ingresso ai cittadini monegaschi). La principale fonte di entrata è data da turismo. Per molti anni trasferirsi nel Principato di Monaco era il metodo principale per molti imprenditori per evadere la tassazione dei propri Paesi di residenza effettiva. Tuttavia, oggi le cose sono davvero cambiate, anche per il Principato. Con la firma degli accordi i principali Paesi europei, legati allo scambio automatico di informazioni (tra cui quello con l’Italia siglato nel 2015), il Principato di Monaco si è reso disponibile a fornire i dati utili ad effettuare controlli alle varie autorità fiscali europee.

Il principato è ancora un paradiso fiscale?

Oggi il Principato di Monaco conserva ancora molti elementi che consentono di poterlo qualificare come un paradiso fiscale. Tuttavia, riuscire ad ottenere la maggior parte dei benefici, come vedrai in seguito, non è per niente semplice. I tratti che rendono ancora lo Stato monegasco un paradiso fiscale sono legati al fatto che il Paese:

  • Ai soli fini Iva, è qualificabile come Paese comunitario;
  • Il Principato non è un Paese che ha aderito alla Unione Europea, pur avendo aderito alla moneta unica. Esso è qualificato come “Paese limitrofo” nel contesto della problematica dei contribuenti residenti in Italia che prestano la propria attività lavorativa in via continuativa all’estero in zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi, c.d. “frontalieri“.

Inoltre, nel 2009 il Principato di Monaco è uscito dalla black list dell’OCSE. Un lista che raggruppa tutti i paradisi fiscali che non scambiano informazioni sui conti correnti dei residenti con le amministrazioni fiscali degli altri paesi. Per cui il principato si è adeguato alle regole internazionali ed oggi è uno stimato membro della comunità internazionale.


Come acquisire la residenza nel Principato di Monaco?

A differenza di altri paradisi fiscali di piccole dimensioni il Principato di Monaco è una monarchia. Apparentemente ciò non comporta nessuna evidenza particolare, ma nel concreto le autorità dello Stato decidono in maniera molto selettiva se una persona o una società sono gradite o meno nello Stato.

Qualora non foste graditi la richiesta di trasferimento permanente di residenza verrebbe rifiutata.

L’aspetto principale da tenere in considerazione per trasferirsi nel Principato è che non è affatto semplice ottenere la residenza monegasca, ed ottenere la carta di soggiorno (o permesso di soggiorno)

Pensa che su una popolazione complessiva di circa 40 mila abitanti, solo 8.500 di questi sono nati o hanno passaporto monegasco. Possiamo dire che diventare cittadini monegaschi è un vero e proprio privilegio, che da diritto ad ottenere un trattamento fiscale di favore.

Qualsiasi cittadino straniero di età superiore ai 16 anni che desideri trasferirsi a Monaco deve richiedere alle autorità monegasche un permesso di soggiorno. I cittadini dello Spazio economico europeo (tra cui Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda e Andorra) devono essere in possesso di una carta d’identità o di un passaporto validi prima di avviare qualsiasi procedura nel Principato. I cittadini di altri paesi devono richiedere all’Ambasciata francese un visto di tipo D che consenta loro di trasferirsi a Monaco, prima di richiedere un permesso di soggiorno. I candidati devono quindi contattare il consolato o l’ambasciata francese nel loro paese di residenza. In particolare, le prove e i documenti giustificativi richiesti per una domanda di soggiorno dipendono dalla situazione del richiedente, ma in tutti i casi i richiedenti devono disporre di precisi elementi.

I requisiti per vivere nel Principato di Monaco

Le prove e la documentazione necessarie per ottenere la residenza a Monaco dipendono molto da ogni situazione individuale. Tuttavia, indipendentemente dai casi specifici, per ottenere residenza a nel Principato di Monaco è necessario disporre di:

  • Disponibilità di un immobile a Monaco:
    • Acquisto di una casa o di un appartamento;
    • Essere il direttore di un’azienda che possiede un appartamento;
    • Prendere in affitto una casa o un appartamento;
    • Vivere con un marito o una moglie che ha a sua disposizione un appartamento.
  • Indipendenza finanziaria (certificato di onorabilità professionale) sotto forma di:
    • Salario;
    • Reddito da libero professionista;
    • Risparmi (la somma deve essere garantita come sufficiente da una banca monegasca);
    • Prova di mantenimento da parte di marito, moglie o parente stretto.
  • Fedina o precedenti penali controllati dai paesi di origine e di residenza negli ultimi 5 anni precedenti al passaggio di residenza a Monaco. Si tratta della dimostrazione della “moralità” del richiedente.

Su tale base, la persona può chiedere, dopo 6 mesi di stabilimento nel Principato, il rilascio di un certificato di soggiornoai fini degli adempimenti amministrativi” da parte del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Chiunque desideri stabilirsi nel Principato di Monaco è tenuto a richiedere la Carta di soggiorno rilasciata dalla Polizia.

Il certificato di residenza fiscale nel Principato di Monaco può essere ottenuto da qualsiasi persona che soddisfi le condizioni previste e in particolare da qualsiasi persona che risieda nel Principato di Monaco per più di 183 giorni all’anno. Tuttavia, vale la pena ricordare che i criteri della residenza fiscale possono essere valutati diversamente a seconda dello Stato, in particolare se il centro degli interessi economici della persona o della sua famiglia si trova fuori dal Principato di Monaco.

La casa nel Principato

Per quanto concerne l’immobile, in caso di affitto deve esserci un contratto di durata non inferiore ai 12 mesi. Con il documento a disposizione, questo deve essere fornito in copia all’Agenzia fiscale del Paese. In caso, invece, di acquisto, è necessario depositare la copia dell’atto notarile di acquisto e la dimostrazione di un’utenza intestata (attiva).

Il conto corrente

Il passo successivo è quello di detenere un conto corrente presso un istituto bancario privato con filiale locale. Sul conto deve essere depositata liquidità utile alla dimostrazione che il soggetto è in grado di avere a disposizione risorse finanziarie utili a vivere stabilmente nel Principato. Di fatto, si tratta di un deposito di denaro per una somma non inferiore ai 500 mila euro. Si tratta di un importo di partenza, ma è utile sicuramente il deposito di importi superiori (nella pratica oltre il milione di euro). A quel punto l’istituto bancario fornirà la documentazione utile allo scopo.

I requisiti morali

Il terzo requisito, ovvero la dimostrazione dei requisiti morali è, probabilmente il più complesso. Infatti, il Principato è conosciuto per essere uno stato che garantisce un’ottima sicurezza e la presenza di residenti con elevati requisiti morali. Per questo, il nuovo residente è chiamato a dimostrare la propria identità e moralità.

La documentazione richiesta va dal passaporto in corso di validità (anche per i figli sotto i 16 anni) al certificato di nascita, di matrimonio o di divorzio. Inoltre, è necessaria la copia del casellario giudiziario rilasciato dalle autorità competenti a un curriculum vitae (comprendente anche le fonti di reddito). Infine, è necessaria una tessera sanitaria valida nel Principato di Monaco. Tale documentazione, da produrre anche in lingua italiana, deve essere prodotta all’autorità di Pubblica Sicurezza. 

Successivamente, il soggetto viene convocato dalla Sezione Residenti per un colloquio. Solo il superamento con esito positivo del colloquio consente di ottenere la carta di soggiorno.

Principali ostacoli da superare

L’ottenimento della carta di soggiorno non è un processo semplice ed alla portata di tutti. Spesso si possono trovare agenzie che accompagnano nella procedura di richiesta, ma occorre tenere presente che vi sono ostacoli da superare, non solo al momento della richiesta, ma anche per il mantenimento della carta:

  • Affitto: affittare un piccolo appartamento costa tra 4.000 e 5.000 euro al mese;
  • Certificato bancario: Una banca monegasca deve determinare la sufficienza finanziaria adatta per vivere a Monaco. Nella pratica, non esiste un criterio omogeneo. Tuttavia, dalla nostra esperienza, possiamo affermare che il minimo richiesto solitamente si attesta a 1 milione di euro in attività;
  • Soggiorno minimo di tre mesi: le autorità monegasche per rinnovare la residenza si assicurano che il soggiorno minimo a Monaco sia di tre mesi all’anno. Devono essere fornite prove molto rigorose tramite l’uso nel paese di elettricità, gas e carte di credito.

Il trasferimento di residenza fiscale dall’Italia

Il trasferimento di residenza fiscale nel Principato, non è legato soltanto alla verifica delle condizioni richieste per la carta di soggiorno. Infatti, è necessario anche aver lasciato l’Italia andando a non verificare nessuno dei requisiti contenuti dall’art. 2 co. 2 del TUIR, ovvero:

  • Non avere iscrizione anagrafica in Italia e non esservi residente;
  • Non avere domicilio in Italia: inteso come luogo dove si conservano i principali legami di tipo personale e familiare;
  • Non trascorrere in Italia periodi di tempo rilevanti, quindi oltre i 183 giorni all’anno: considerando anche le frazioni di giorno trascorse in Italia.

Quando questi elementi non trovano riscontro per almeno 183 giorni è possibile considerarsi fiscalmente residenti all’estero. Tuttavia, è necessario tenere presente la disposizione antielusiva del successivo co. 2-bis del TUIR, il quale inverte l’onere della prova (lasciandolo sul contribuente) in caso di trasferimento di residenza in Paese “black list“, come nel caso del Principato.

Questo significa che, in caso di controllo sulla residenza fiscale, è compito del contribuente dimostrare l’effettiva e concreta residenza estera, pena il mantenimento della residenza fiscale italiana (che si presume esserci per presunzione legale relativa).

Per questo motivo è fondamentale pianificare attentamente il proprio trasferimento di residenza fiscale nel Principato, al fine di poter valutare la propria situazione al meglio.


Il regime tributario monegasco: i vantaggi

Dopo aver visto come ottenere la residenza fiscale monegasca, con i relativi requisiti, andiamo a vedere adesso una breve panoramica della struttura portante del sistema fiscale vigente:

  • Sia con riferimento alle persone fisiche;
  • Sia con riferimento alle imprese. con un particolare discrimine che andremo a vedere, tra le società che producono e vendono in loco e quelle il cui fatturato è per almeno il 25% effettuato fuori dai confini monegaschi.

Regime di tassazione delle persone fisiche

Per quanto riguarda le persone fisiche residenti nel Principato le fattispecie che possono presentarsi, da un punto di vista fiscale, sono le seguenti:

  • Persone fisiche di qualsiasi nazionalità, fatta eccezione per quelle aventi nazionalità francese, residenti nel Principato: non sono sottoposte ad alcuna tassazione sul reddito (non c’è tassazione su capital gain, plusvalenze, dividendi o compensi degli amministratori);
  • Persone fisiche di nazionalità francese, con residenza fiscale a Monaco. In virtù della convenzione siglata tra i due Stati, sono sottoposte alla tassazione in Francia sui redditi percepiti a Monaco. Di fatto il soggetto persona fisica francese che ha trasferito la propria residenza fiscale nel Principato è come se avesse lasciato la residenza fiscale in Francia.

Il Principato, ad oggi, è l’unico Paese in Europa che non impone un imposta sul reddito personale grazie al famoso decreto reale firmato dal Principe Carlo III nel 1989. È opportuno evidenziare che, attualmente, non vi è alcuna Convenzione contro le doppie imposizioni siglata tra il Principato di Monaco e l’Italia.

Aspetto importante da questo punto di vista è che per acquisire la residenza monegasca ai fini fiscali è necessario aver perso la residenza fiscale nel Paese di origine. Molto spesso l’errore che si commette è quello di pensare che una volta ottenuta residenza monegasca, non ci sia tassazione sui redditi esteri percepiti. Il Paese di origine, se il trasferimento di residenza non è avvenuto correttamente, ha titolo per considerati ancora ivi residente ed assoggettare a tassazione i tuoi redditi. Per questo motivo, il primo aspetto da valutare è proprio l’effettuazione di una corretta procedura di trasferimento di residenza fiscale all’estero.

Regime fiscale per le imprese

La struttura fiscale per gli enti è finalizzata all’obbiettivo di agevolare le imprese, anche sotto forma di società, che sviluppano la loro attività nel Principato e questo approccio “filosofico” è supportato quindi da una struttura fiscale molto incentivante. Occorre inoltre dire che l’unica imposta diretta applicata nel Principato di Monaco è proprio quella sugli utili delle imprese (“Impôt sur les bénéfices”).

La prima osservazione da formulare è che l’applicazione della imposta prescinde dalla forma societaria, ma viene influenzata dalle due seguenti variabili:

  • La localizzazione dell’attività;
  • La natura dell’attività;

La tassazione per le imprese nel principato

In sintesi:

  • Le imprese, che svolgono una attività commerciale od industriale, il cui fatturato si realizza per più del 75% nell’ambito del Principato sono esonerate da imposizione diretta (“impôt sur les bénéfices”);
  • Le imprese che invece realizzano al di fuori del Principato, anche tramite una interposizione, almeno il 25% della cifra di affari sono soggetti ad un’aliquota del 33,33% (è la medesima aliquota fiscale applicata dalla Francia);
  • Infine, sono assoggettate a tassazione le imprese, la cui attività, svolta a Monaco, concerne: redditi provenienti da brevetti, marchi o da produzione artistica o letteraria.

Ovviamente questo schema di tassazione delle imprese residenti nel territorio monegasco vuole proteggere i negozi locali e le piccole attività che fatturano in loco. Allo stesso modo questa normativa si pone l’obiettivo di andare a colpire le aziende internazionali che vendono prevalentemente all’estero. Infatti, molti residenti per evitare di incorrere in questa imposta sulle società acquisiscono la residenza fiscale a Montecarlo solo come persone fisiche, lasciando la propria azienda localizzata altrove.

Benefici per le imprese nel principato

Il Principato di Monaco concede però dei benefici fiscali piuttosto rilevanti tesi a incentivare l’avviamento nel territorio dello Stato di nuove attività economiche. In particolare questa agevolazione si traduce nel seguente schema di tassazione:

  • Primi due anni di attività: aliquota zero;
  • Terzo anno: 33,33% del 25%: 8,33%;
  • Quarto anno: 33,33% del 50%: 16,67%;
  • Quinto anno: 33,33% del 75%: 25%.

Ne deriva che è solo a partire dal sesto anno che una società, tassabile in Monaco (quindi si deve trattare o di una società che realizza al di fuori di Monaco il 25% del suo volume di affari, oppure di una società che realizza ricavi derivanti dallo sfruttamento di diritti immateriali) inizia a pagare le imposte.

Tassazione di redditi finanziari ed investimenti

Il capital gain nel Principato di Monaco non è soggetto a tassazione e lo stesso dicasi per le imposte sui dividendi. Per quanto riguarda le plusvalenze o interessi derivanti da attività finanziarie. Come ad esempio quelle legate ai titoli azionari, non esiste nel Principato di Monaco alcun imposta sul reddito applicabile. Questa è un’ottima notizia per coloro che hanno partecipazioni in società oppure vendono e acquistano immobili.

Imposta di successione

Qualsiasi cittadino straniero residente nel Principato è soggetto all’imposta di successione sui beni posseduti nel Principato (certificati azionari e titoli depositati o presso qualsiasi banca monegasca) ma non su quelli stranieri. Il tasso d’imposizione applicato dipende dal grado di parentela tra il defunto ed il beneficiario. Esso varia dallo zero tra marito e moglie e figli, ad un massimo di 16% tra persone senza alcun legame di parentela. Per quanto riguarda, invece, i soggetti residenti nel Principato non viene applicata alcuna l’imposta sulle successioni e sulle donazioni sui beni mobili e immobili.

Imposta sul valore aggiunto

Il regime fiscale indiretto applicato nel Principato è praticamente identico a quello applicato in Francia. Il tasso attuale è del 19,6%. Esistono, tuttavia, delle aliquote Iva agevolate che possono arrivare fino al 2% per medicinali, libri, alcuni generi alimentari e altri settori sensibili o di primario interesse.

Imposte fondiarie

Non esistono tasse fondiarie nel Principato di Monaco, ad eccezione della tassa di registrazione per quanto riguarda il contratto di affitto, pari all’1% dell’affitto annuale più spese condominiali. Questa tassa è a carico esclusivamente dell’inquilino e non del proprietario dell’immobile.

Segreto bancario cancellato

La riservatezza bancaria monegasca che è stata uno degli elementi di sviluppo del Paese è terminata. La convenzione firmata dal Principato con la Commissione europea prevede, infatti, la condivisione automatica delle informazioni sui conti correnti bancari detenuti nel Principato da parte di soggetti residenti nella Comunità Europea. Il patto, è entrato in vigore dal primo gennaio 2018, si renderà valido anche per i monegaschi che vivono nella UE. Le informazioni oggetto di scambio automatico saranno, nomi, indirizzi, codici fiscali e altre informazioni dei cittadini europei residenti a Monaco. La Commissione UE ha dichiarato che entrambe le parti ora:

sono meglio attrezzate per riconoscere e perseguire gli evasori fiscali, che non potranno più nascondere redditi e asset in istituzioni finanziarie estere


Acquisto di immobili

L’acquisto di beni immobili è libero e chiunque ha la possibilità di acquistare proprietà immobiliari a Monaco. L’acquisto deve avvenire alla presenza di un notaio. Inoltre, si applicano spese di registrazione una tantum, normalmente pari al 4,5% del valore di mercato della proprietà. Il venditore, invece, deve pagare l’imposta sul valore aggiunto immobiliare, nonché le commissioni dell’agenzia di quotazione.

Conclusioni sulla tassazione

  • La tassazione a Monaco comporta una totale assenza di imposizioni dirette, salvo casi specifici;
  • Monaco non impone tasse patrimoniali nette né imposte sulle plusvalenze;
  • Monaco ha un’imposta sul reddito da impresa che in alcuni casi può raggiungere il 33,33%;
  • Non ci sono tasse di proprietà a Monaco, ma le proprietà in affitto vengono tassate all’1% sull’affitto annuale con altre spese applicabili.
  • C’è un’imposta di successione e donazione;
  • Secondo l’OCSE e l’UE, Monaco non è più un paradiso fiscale, semplicemente è un paese privo di tassazione diretta.

Consulenza fiscalità internazionale

Quello che hai letto è un report che può aiutarti a capire come funziona da un punto di vista fiscale la residenza nel Principato di Monaco. Sicuramente, da solo questo report non può farti prendere una decisione. Trasferirsi nel territorio monegasco è stato per molti anni la migliore soluzione per scappare dalle tasse, ma oggi si deve fare in maniera legale.

L’Agenzia delle Entrate è diventata molto più vigile e severa. Trasferirsi all’estero è una procedura che non deve essere sottovalutata. Una volta definito il Paese ove ci si vuole trasferire è necessario prendere in considerazione l’ausilio di un consulente esperto in questo tipo di aspetti. Ricevere un’accertamento fiscale, se non si effettuano prima i giusti accorgimenti, è quasi inevitabile. Per questo se hai dubbi e vuoi chiedere la nostra consulenza ed esporci il tuo caso concreto contattaci attraverso l’apposito servizio di consulenza fiscale online.

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