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Premio di Risultato: cos’è e agevolazioni fiscali

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Il premio di risultato, o premio di produzione, può essere un buon incentivo per i lavoratori, ma anche uno strumento utile per le imprese. Per molte posizioni lavorative infatti i datori di lavoro offrono somme aggiuntive di denaro allo stipendio mensile, per incentivare i dipendenti. 

Si tratta di somme aggiuntive oltre a quelle previste dal pagamento di eventuali straordinari effettuati oltre l’orario di lavoro. Il premio di produzione incentiva i dipendenti a raggiungere risultati soddisfacenti, e può essere applicato dai datori di lavoro in base alla specifica mansione svolta dal lavoratore. Il premio di risultato rientra nel welfare aziendale, e recentemente è stata introdotta una tassazione specifica IRPEF su queste somme. Si parla di una tassazione sostitutiva al 10% sul totale dei premi di risultato erogati, con limite massimo di 3.000 euro annui. La tassazione sostitutiva IRPEF al 10% è applicata sull’ammontare dei premi di risultato, intendendo con tale termine le somme la cui corresponsione sia legata ad incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione e che trovano la fonte istitutiva da accordi collettivi aziendali e territoriali.

La norma prevede l’applicazione di una imposta sostitutiva all’IRPEF e alle addizionali regionali e comunali del 10% per i lavoratori percettori di reddito di lavoro dipendente nell’anno precedente fino a 80.000 euro annui e nel limite massimo di 3.000 euro su base annua.

Vediamo in questo articolo nel dettaglio come funziona il premio di risultato, come viene corrisposto e in cosa consiste questa tassazione sostitutiva.

Premio di risultato e welfare aziendale

Prima di vedere nello specifico come funziona il premio di risultato, parliamo di welfare aziendale. Con questo termine si intende l’insieme di benefici e prestazioni erogate dai datori di lavoro o dalle aziende ai propri lavoratori dipendenti, per migliorare la qualità della vita e il benessere di questi lavoratori.

Nel welfare aziendale rientrano servizi o sostegni aggiuntivi che non sono necessariamente legati allo stipendio o al denaro, ovvero si può trattare di servizi esterni aggiuntivi, come: assicurazioni sanitare, garantite per i lavoratori, oppure buoni pasto, buoni per il trasporto dei lavoratori, o benefit materiali come possono essere smartphone e tablet, che i lavoratori possono utilizzare sia per svolgere la propria mansione che al di fuori del lavoro.

I premi di produzione si aggiungono al welfare aziendale perché vengono corrisposti sotto forma di somme di denaro aggiuntive allo stipendio. Questi premi vengono garantiti nel caso in cui i lavoratori raggiungano determinati obiettivi, che possono essere inerenti alla produttività, al raggiungimento di un reddito nel caso di attività di vendita, qualità del lavoro o efficienza.

I premi di produzione talvolta sono inseriti all’interno nei contratti di lavoro stipulati con i dipendenti, altre volte non sono presenti. Le somme di denaro vengono garantite per il riconoscimento di un merito raggiunto da parte del lavoratore, e questi incentivi per il dipendente sono presenti specialmente in alcune professioni.

Come funziona e chi lo eroga

Un premio di risultato è erogabile direttamente in busta paga insieme al normale stipendio, da parte del datore di lavoro o dall’azienda. Questa tipologia di incentivo è particolarmente legata ad alcune categorie professionali, come ad esempio quelle che prevedono la chiusura di un certo numero di contratti ogni mese.

Questo tipo di incentivo lo si può trovare per esempio nelle professioni legate alla vendita, oppure nelle attività per cui il lavoratore deve mettere in contatto altri soggetti, come ad esempio nel settore immobiliare.

Il lavoratore solitamente può scegliere se ricevere questo premio in busta paga o al di fuori della normale retribuzione, e va ricordato che in alcune condizioni questo bonus non concorre a formare il reddito del lavoro del dipendente. In altri casi invece anche queste somme vanno dichiarate al fisco e vengono tassate.

In alcuni casi inoltre il premio al risultato può essere convertito in modo parziale o totale in servizi di welfare, come abbiamo accennato precedentemente. Il lavoratore in questo caso può scegliere per esempio se coprire con quelle somme determinate spese mediche, per l’assistenza di familiari o per altre spese, come le tasse universitarie e i costi per la scuola dei figli.

Ricordiamo che le aziende non sono obbligate a garantire questo tipo di premio, né qualunque altra tipologia di servizio di welfare aziendale. In alcuni casi ci si può inoltre in battere nel welfare premiale, in sostituzione del premio di risultato.

Si tratta di un sostegno che le aziende erogano in aggiunta al normale stipendio a particolare i lavoratori, sulla base del raggiungimento di obiettivi dettati dal regolamento aziendale interno. In questo caso non ci sono limiti alla erogazione del bonus, e queste somme non costituiscono reddito per i lavoratori.

Come funziona la tassazione

Una particolare attenzione va posta per la tassazione applicata sul premio di risultato. Nell’ultimo periodo infatti è stato istituito dalla Legge di Bilancio il regolamento secondo cui queste somme sono soggette a una imposta sostitutiva IRPEF del 10%, tuttavia il limite massimo annuale è di 3.000 euro.

La normativa prevede anche che sia stabilito un limite massimo di reddito del dipendente per poter applicare questo sostegno aggiuntivo con tassazione agevolata al 10%. Si tratta di tutti i lavoratori dipendenti che nell’anno precedente non hanno percepito somme superiori a 80.000 euro di reddito. Questo significa che i bonus aggiunti oltre a questa soglia di reddito vengono tassati normalmente secondo l’aliquota IRPEF di riferimento.

Il limite agevolabile è complessivo per singolo contribuente e per ciascun periodo d’imposta. Ai fini della verifica del suo raggiungimento del limite devono essere computati tutti i premi percepiti dal dipendente nell’anno, anche se sotto forma di partecipazione agli utili o di benefit detassati, anche se erogati da diversi datori di lavoro o in base a contratti diversi o con riguardo a differenti momenti di maturazione.

La tassazione istituita in forma unica agevolata è stata introdotta per consentire alle aziende di garantire un maggior numero di premi di risultato, per migliorare complessivamente la condizione di lavoro, e la creazione di premi per obiettivi. Ricordiamo in aggiunta che è possibile per le aziende anche optare per una agevolazione fiscale considerevole per quelli che sono definiti Fringe Benefit.

Agevolazioni fiscali per i fringe benefit

Oltre ai premi di risultato, l’azienda può anche decidere di erogare al lavoratore alcuni Fringe Benefit, ovvero, come anticipato, servizi e beni materiali aggiuntivi per i dipendenti. Si tratta per esempio di dispositivi digitali, tecnologia, buoni per determinati acquisti o altre forme di buoni spesa.

Secondo le normative, nel 2022 è previsto uno sgravio totale dalle tasse sulle somme che le aziende erogano come Fringe Benefit: si tratta della soglia massima di 258,23 euro per ciascun dipendente all’anno. Sempre secondo questa soglia è applicata anche la deducibilità massima.

Per le aziende quindi sussistono diversi vantaggi fiscali nel garantire ai lavoratori dipendenti benefici di diverso tipo, dai Fringe Benefit ai premi di risultato, specialmente per determinate categorie di lavori.

Premio di Risultato convertito in Welfare

Il Premio di Risultato consente una tassazione agevolata se corrisposto in busta paga. Tuttavia, in alternativa alla busta paga, il lavoratore, qualora espressamente indicato all’interno dell’accordo negoziale, ha la facoltà di scegliere che il Premio venga, parzialmente o totalmente, convertito in prestazioni di welfare per coprire ad esempio spese mediche, assistenza a familiari anziani o non autosufficienti, tasse universitarie, libri di testo, mense, asilo nido, buoni pasto, ecc.

In questo caso, la somma corrisposta non è soggetta ad alcuna tassazione o onere contributivo, né per il dipendente, né per l’azienda.

Permangono però i limiti di 3.000 euro e 80.000 euro.

Contributi INPS

Va anche fatta una precisazione, per quanto riguarda il premio di produzione, relativo ai contributi previdenziali. In questo caso il datore di lavoro può diminuire i contributi a proprio carico del 20% per la quota del premio di produzione purché non superi 800 euro annui, e solamente se il dipendente non si occupa da sé di versare contributi dello stesso importo.

È prevista quindi una decontribuzione per la somma che riguarda i premi di risultato che non superi 800 euro, con riduzione del 20% dell’aliquota IVS per il datore di lavoro. Per questo motivo si può dire che per le aziende i vantaggi sussistono sia dal punto di vista fiscale, che da quello contributivo.

Va ricordato infine che il valore del premio va ad incidere anche sulle altre retribuzioni, come la tredicesima, la quattordicesima o il TFR.

1 COMMENTO

  1. Se l’azienda riconosce un premio di risultato, ma gli obiettivi incrementali non vengono raggiunti, in questo caso non scatta la tassazione agevolata ma il premio verrà assoggettato a tassazione ordinaria. In questo caso il premio può essere comunque convertito in beni e servizi? Se si, quale tassazione si applicherebbe ai servizi previsti dall’art 51 e 100 ?

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