Home News POS obbligatorio: tutte le norme per i pagamenti

POS obbligatorio: tutte le norme per i pagamenti

POS obbligatorio per professionisti e commercianti. Le disposizioni in vigore e le sanzioni amministrative pecuniarie per chi non accetta pagamenti con carta o bancomat dal 2022.

0

Nell’ultimo periodo lo stato ha incentivato l’utilizzo, sempre più frequente, del POS e di altri sistemi per garantire il pagamento elettronico. Per farlo, lo stato ha anche introdotto particolari agevolazioni ai negozianti ed esercenti che dotano la propria attività di POS per il pagamento tramite carte bancomat.

Tuttavia ancora ad oggi moltissimi negozi o locali dedicati alla ristorazione sono sprovvisti di POS, anche nelle grandi città. Il problema sembra essere del tutto culturale: gli incentivi esistono, ma molti commercianti ancora non si dotano di POS per il pagamento elettronico.

Molti non sanno che di fatto il POS è obbligatorio, da diversi anni ormai, per tutti i negozi e attività che vendono al pubblico. Si tratta di un obbligo per cui al momento non sono previste sanzioni, ma per cui lo stato sta introducendo diverse iniziative per garantire che più negozi e attività possibili rispettino questo obbligo. Il governo attualmente sta mettendo in campo diverse iniziative mirate per limitare l’evasione fiscale, e il denaro in contante in circolazione.

Per farlo infatti ha introdotto diverse misure per cui è indispensabile il pagamento tramite metodo digitale, come la carta bancomat, ma anche applicazioni smartphone apposite o carte prepagate. Vediamo in questo articolo quali sono i doveri dei commercianti in relazione ai pagamenti dei clienti, e quali iniziative lo stato ha preso per agevolare la dotazione dei POS per le attività al pubblico.

Il POS è obbligatorio? Per chi?

Il POS garantisce la tracciabilità dei pagamenti effettuati dai clienti presso un negozio fisico, e garantisce anche l’emissione dello scontrino cartaceo. Ogni negozio è obbligato a dotarsi di POS, ma non solo. Questo obbligo riguarda tutte le attività di tipo commerciale, ovvero che offrono prodotti o beni di diverso genere al pubblico. Anche chi lavora presso fiere o mercati deve garantire questo metodo di pagamento ai cittadini.

Anche chi lavora con Partita Iva come artigiani e commercianti, deve necessariamente munirsi di POS per garantire ai cittadini la possibilità di pagare tramite metodi elettronici. Mentre in molti paesi europei questo è ormai una norma, in Italia la situazione è molto diversa, e riporta di fatto un problema del tutto culturale. Si stima che almeno il 20% delle attività in tutta la penisola siano prive di POS per garantire questo tipo di pagamenti.

Il POS è obbligatorio, e con gli ultimi governi si è iniziato a puntare maggiormente su una possibile soluzione ad una problematica del tutto italiana, introducendo anche alcune sanzioni. Sanzioni che tuttavia ancora non bastano per garantire che tutte le attività utilizzino questo strumento.

Quando si parla di obbligo di POS, le attività necessariamente vanno incontro ad una spesa aggiuntiva, proprio per dotarsi della nuova strumentazione. Si tratta di una spesa per l’acquisto o il noleggio del dispositivo POS, per l’eventuale installazione, per le commissioni sui pagamenti, eventuale canone mensile.

Tutte queste voci di spesa spesso disincentivano i commercianti a dotarsi dell’apparecchiatura necessaria per garantire i pagamenti anche con carte e bancomat. Tuttavia lo stato ha anche introdotto per venire incontro ai titolari di negozi e attività di commercio interessanti agevolazioni per queste spese.

Incentivi per l’uso del POS

Lo stato vuole incentivare da un lato l’utilizzo dei pagamenti elettronici da parte dei cittadini, con una limitazione all’uso del contante e dall’altro lato vuole incentivare i commercianti a dotarsi di strumentazione valida per il pagamento con bancomat.

Per quanto riguarda la limitazione del denaro in contante in circolazione, sono stati introdotti dei limiti all’uso del contante per un unico pagamento che per il 2021 si è attestato intorno ai 2.000 euro. Per l’anno nuovo tuttavia questo limite verrà nuovamente abbassato, fino alla cifra massima di 1.000 euro.

Questa è la cifra massima che il cittadino può pagare in contante, ed è anche la cifra massima che un commerciante può accettare per un pagamento in questa modalità. Per importi superiori è necessario procedere con un metodo di pagamento elettronico, e i negozi devono a maggior ragione munirsi di POS.

Lo stato ha anche introdotto diversi sconti per i commercianti che acquistano o noleggiano un POS: esiste un credito di imposta specifico accessibile alle imprese che decidono di munirsi di POS, se si tratta di imprese di piccole dimensioni (sotto 400.000 euro di fatturato).

Inoltre vengono abolite le commissioni su importi minori di 5 euro, per agevolare ulteriormente i commercianti. Tuttavia queste non sono le uniche misure che lo stato ha introdotto per incentivare l’utilizzo di pagamenti tracciabili.

Lotteria degli scontrini e cashback

Lo stato quest’anno ha introdotto alcune iniziative mirate a garantire che i pagamenti venissero effettuati tramite metodi elettronici, come il POS. Per farlo è nata l’iniziativa della lotteria degli scontrini, che garantisce ai cittadini che partecipano la possibilità di utilizzare uno scontrino derivato da un pagamento come un biglietto della lotteria per vincere premi in denaro.

Un’altra iniziativa riguarda il cashback di stato: la misura è stata introdotta solamente per sei mesi, durante i quali i cittadini che hanno provveduto al pagamento tramite bancomat, avendo registrato la propria partecipazione tramite app su smartphone, hanno potuto ricevere uno sconto non indifferente, del 10%, sugli acquisti, e la possibilità di vincere un montepremi finale.

Mentre da un lato il cashback di stato non tornerà, al contrario la lotteria degli scontrini viene riconfermata anche per il 2022 secondo le ultime decisioni del governo. Il cashback di stato ha rivelato numerose criticità, come il moltiplicarsi dei furbetti del cashback che hanno partecipato all’iniziativa raggirando il regolamento.

Per questa misura quindi non si prospetta un ritorno nel 2022, al contrario della lotteria degli scontrini. Quest’ultima iniziativa sembra aver incentivato, secondo la statistica, l’utilizzo di metodi di pagamento alternativi al contante, con l’incentivo di poter vincere alcuni premi in denaro.

La lotteria degli scontrini tornerà il prossimo anno, e si parla anche di qualche novità in merito ai premi che si possono vincere partecipando. 45 miliardi di euro vengono stanziati appositamente per questa iniziativa per il 2022, per premiare sia i cittadini che partecipano che i commercianti che emettono gli scontrini per la lotteria.

Questa iniziativa prende parte ad un più grande obiettivo di “Italia Cashless” per la diminuzione del denaro in contante in circolazione. Un dato positivo in questa direzione infine è rivelato dalle abitudini degli italiani: grazie anche al pagamento tramite applicazioni web e agli acquisti tramite e-commerce, sempre più italiani scelgono i pagamenti elettronici al posto del contante.

Sanzioni per mancato utilizzo del POS dal 2022

A partire dal 1° gennaio 2022 entrano in vigore le sanzioni amministrative pecuniarie per gli esercenti che rifiutano i pagamenti in valuta elettronica. In particolare, è stato approvato dalla commissione Bilancio alla Camera un emendamento al decreto che converte in legge il PNRR. Nel testo si legge che: “A decorrere dal 1° gennaio 2022, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento (…) da parte di un soggetto obbligato (…) si applica nei confronti del medesimo soggetto la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento“.

Questo significa che la sanzione applicabile al commerciante è composta da un quota fissa o sanzione base di 30 euro, e da una parte variabile data dal 4% del valore della transazione non accolta. In pratica, in caso di mancata accettazione di pagamento in valuta elettronica (bancomat o carta di credito) ad esempio di 10 euro, il commerciante rischia una sanzione di 30,40 euro, ovvero la sanzione fissa più quella variabile (4% di 10). L’aspetto su cui prestare attenzione è che adesso non vi è più solo l’obbligo di essere in possesso del POS (e magari non utilizzarlo, come avveniva sovente), ma la sanzione scatta in caso di mancata accettazione di pagamento con mezzi tracciabili.

La sanzione amministrativa pecuniaria riguarda per tutti coloro che già dovrebbero accettare carta e bancomat con un POS. Ossia chiunque offre prodotti e servizi al pubblico. Lavoratori autonomi (come i commercianti) ma anche professionisti (esercenti arte o professione abituale).

Come vengono applicate le sanzioni per mancato utilizzo del POS?

L’applicazione delle sanzioni per il mancato utilizzo del POS derivano da un obbligo di denuncia, a carico dell’utente verso il commerciante o il professionista. Di fatto, quindi, è posta a carico dell’utente la verifica della possibilità di utilizzo del POS, ed in caso di diniego vi è la possibilità di denunciare l’operatore che non ha applicato la normativa. Il problema, in questi casi, è il mezzo di prova. Come potrà l’utente dimostrare che il commerciante o il professionista si sono rifiutati di accettare un pagamento con bancomat o carta? Come si può portare prova del rifiuto? Tutto questo, in attesa di chiarimenti applicativi, può portare ad una complessa e difficile attuazione concreta di questa norma.

Su questo aspetto è sicuramente comprensibile la reazione da parte dei piccoli imprenditori, dei commercianti al minuto e dei professionisti, che vedono applicarsi le sanzioni sul mancato utilizzo del POS qualora richiesto dal cliente. Non si deve dimenticare, infatti, che l’utilizzo del POS ha un costo, legato alle spese fisse e variabili applicate dagli istituti di credito.

Il POS non è gratuito, e chi lo utilizza deve sostenere dei costi talvolta opprimenti. Se queste spese sono sostenibili per le attività con un transato elettronico elevato, risultano spesso molto onerose per le piccole attività – che quasi sempre si affidano alla propria banca di riferimento.

Obbligo del POS: FAQ

Chi non ha l’obbligo del POS?

Sono esentati dall’obbligo di POS solamente i professionisti nelle transazioni verso altri professionisti. Il bancomat obbligatorio è previsto anche per le attività itineranti (cioè i venditori ambulanti e affini), le quali devono essere in grado di accettare pagamenti con carta.

Cosa succede se un negozio non ha il POS?

A partire dal 1° gennaio 2022 potrebbero entrare in vigore le sanzioni amministrative pecuniarie del 4% dell’importo non transato oltre la sanzione fissa di 30 euro per commercianti e professionisti che rifiutano pagamento con mezzi tracciabili. La sanzione scatta a seguito di denuncia effettuata dall’utente.

Come denunciare chi non accetta il bancomat?

La segnalazione può essere rivolta alla Guardia di finanza, telefonando al numero gratuito 117 oppure per iscritto a quest’ultima o all’Agenzia delle Entrate. La segnalazione per iscritto va redatta come una lettera, indicando innanzitutto i dati anagrafici del soggetto segnalante

Chi deve dotarsi del POS?

Tutte le attività commerciali e le partite Iva lo utilizzano per consentire, ai propri clienti, di poter effettuare transazioni tramite pagamento elettronico

Cosa fare se non ti fanno pagare con carta o bancomat?

L’unica possibilità, in caso ci venga ingiustamente rifiutato di effettuare un pagamento a mezzo elettronico, è quella di segnalare l’accaduto all’Agenzia delle Entrate, o alla Guardia di Finanza, che provvederanno, quindi, ad effettuare tutti i controlli del caso.

Qual è l’importo minimo per pagare con carta o bancomat?

La legge prevede l’obbligo per esercenti e professionisti di accettare i pagamenti con carta di credito o bancomat a partire da 5 euro.

Articolo precedenteModello 730/2022: come cambia con la manovra
Prossimo ArticoloPagamenti tracciabili: quali sono?
Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

Nessun Commento

Lascia una Risposta

Exit mobile version