Il legislatore ha introdotto un nuovo pacchetto di aiuti alle PMI (piccole e medie imprese), al fine di incentivare la ripresa economica. A favore delle imprese il MIMS ha stanziato quasi 10 miliardi di aiuti contro il caro materiali, carburanti e prodotti energetici nel 2022, per assicurare la realizzazione delle opere pubbliche e dei progetti finanziati con le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Nazionale Complementare. La nuova manovra, dunque, dovrebbe introdurre uno nuovo fondo volto a consentire l’erogazione di incentivi alle piccole e medie imprese, secondo la definizione offerta dal Regolamento europeo. Nel presente articolo intendiamo offrirti alcune nozioni per individuare cos’è una PMI e illustrarti cosa prevede per le imprese il nuovo DL Aiuti.

I due anni di emergenza pandemica hanno messo a dura prova le imprese. A ciò si aggiunge il rincaro dei prezzi delle materie prime e delle fonti di energia, causato dalla guerra in Ucraina. Un intervento consistente in aiuti alle imprese si è reso necessario. Proprio per tale ragione che proprio lo scorso 2 maggio è stata data la prima approvazione al Dl aiuti.

Cosa sono le PMI?

Sembra opportuno delineare il concetto di PMI, acronimo di medie e piccole imprese, prima di andare a verificare quali siano gli aiuti di Stato e gli incentivi espressamente destinate alle stesse.

La disciplina delle piccole e medie imprese è stata introdotta mediante recepimento del diritto comunitario. In particolare, direttiva comunitaria è stata recepita dall’Italia con il Decreto Ministeriale 18 aprile 2005.

Tale normativa consente di individuare le PMI sulla base dei:

  • dati sul numero dei dipendenti,
  • fatturato annuo;
  • totale in bilancio;

La possibilità di individuare questa categoria di imprese è essenziale, soprattutto ove si debba stabilire se possono accedere o meno a bandi per finanziamenti. Tanto più che possono esser fatte rientrare nella categoria anche altri soggetti giuridici. In particolare, appartengono a questa categorie anche le PMI innovative, ossia quelle imprese che contribuiscono allo sviluppo innovativo del Paese e, costituiscono il secondo stadio evolutivo delle startup innovative. Queste ultime sono imprese di nuova costituzione che operano nell’ambito dell’innovazione tecnologica. Quindi per potersi definire Startup innovativa è necessario avere un oggetto sociale ben definito che faccia riferimento alla realizzazione di prodotti o servizi innovativi. 

Introdotte nel 2012, con il Decreto Legge n. 179/2012, ad oggi sono molteplici gli strumenti e le misure messe a disposizione del legislatore per consentire di sviluppare il progetto imprenditoriale.

Le imprese in possesso dei requisiti possono accedere allo status speciale tramite autocertificazione del legale rappresentante e godere delle agevolazioni dedicate registrandosi nella sezione speciale dedicata del Registro delle Imprese presso le Camere di Commercio sul territorio nazionale.

Criteri di individuazione

La Raccomandazione n. 2003/361/CE stabilisce come si procede ad individuare una PMI. I criteri prescindono dalla forma giuridica rivestita, e dall’attività economica esercitata. Nel paragrafo precedente, abbiamo poi individuato i tre requisiti da tener in considerazione, che sono: numero dei dipendenti, fatturato e totale attivo bilancio. In base a quanto stabilito dalla raccomandazione, costituisce una PMI, un’impresa che ha:

occupa meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR.

È possibile quindi distinguere tra micro, piccola e media impresa in base ai parametri che abbiamo poc’anzi citato:

Definizione PMINumero di dipendentiFatturatoTotale di bilancio
Micro Impresameno di 10non superiore a 2 milioni di euronon superiore a 2 milioni di euro
Piccola impresameno di 50non superiore a 10 milioni di euronon superiore a 10 milioni di euro
Media impresameno di 250non superiore a 50 milioni di euronon superiore a 43 milioni di euro

Definizione PMI ai fini degli Aiuti di Stato

La definizione di PMI è stata, invero, ripresa anche di recente, nell’ambito del quadro temporaneo sugli aiuti di Stato. Questo strumento, infatti, ha nuovamente disciplinato la materia degli aiuti, per il periodo dell’emergenza pandemica. Al fine di consentire alle imprese una ripresa dopo lo stop dovuto dalle chiusure e le misure di precauzionali adottate, si è cercato di snellire la disciplina. Ricordiamo, infatti, che l’ordinamento, sia nazionale, che comunitario, manifesta un tendenziale sfavore nei confronti di erogazioni dirette alle imprese.

Il Quadro temporaneo è fondamentale è stato introdotto per stabilire quali sono i limiti per l’accesso alle misure di sostegno economico introdotte per l’emergenza Covid-19.

Per la verifica del limite degli Aiuti di Stato, che ricordiamo essere pari a 1.800.000 euro, si tiene conto della definizione di impresa assunta nel diritto della concorrenza, e quindi:

“le verifiche sul rispetto delle soglie e del cumulo devono essere effettuate rispetto non alla singola impresa ma rispetto al concetto di singola unità economica, anche nel caso in cui un’unità economica ricomprenda diverse entità giuridiche”.

In relazione alla verifica relativa a soglie e limiti di cumulo per l’impresa, il calcolo deve essere effettuato rispetto all’unità economica a cui la singola impresa appartiene, identificando tale “unità economica” con il “gruppo”.

Ciò comporta che ciascuna entità legale che fa parte di un gruppo, questa deve essere considerato impresa, ai fini della determinazione della soglia massima di 1.800.000 euro.

Aiuti di stato: quali spettano alle PMI?

Nei paragrafi precedenti, abbiamo cercato di dare una definizione di PMI, anche in considerazione degli aiuti di Stato che possono esser erogati. Come sappiamo, con l’emergenza pandemica ha posto in evidenza l’esigenza di introdurre aiuti per le imprese. Tuttavia, nel nostro ordinamento, la tutela di una leale concorrenza, impone di disincentivare ogni iniziativa che vada a inquinare o alterare il mercato.

Già lo scorso anno, il Governo è intervenuto con un pacchetto di misure volto a sostenere le piccole e medie imprese. Un ulteriore pacchetto di novità è atteso proprio in queste prime settimane di maggio. E’, infatti, in arrivo con il Decreto Aiuti 2022, approvato in Consiglio dei Ministri il 2 maggio, che prevede anche una nuova tornata di contributi a fondo perduto per le PMI.

Il nuovo provvedimento, invero, nasce anche per far fronte al rialzo dei costi delle materie prime dovuto alla crisi in Ucraina.

Fondo sostegno alle imprese danneggiate dalla Guerra in Ucraina

Il DL Aiuti ha espressamente previsto per le PMI un Fondo per il sostegno alle imprese danneggiate dalla crisi in Ucraina. Questa misura nasce per supportare le piccole e medie imprese che rispondono ai seguenti requisiti:

  • aver realizzato negli ultimi due anni per almeno il 20 per cento del fatturato aziendale operazioni di vendita di beni o servizi, compreso l’approvvigionamento di materie prime e semilavorati, con l’Ucraina, la Federazione russa e la Bielorussia;
  • aver registrato un incremento pari ad almeno il 30 per cento del costo di acquisto medio per materie prime e semilavorati nel corso dell’ultimo trimestre precedente all’entrata in vigore del provvedimento rispetto allo stesso periodo del 2019 (per le imprese costituite dal primo gennaio 2020, il confronto è con il 2021);
  • e aver subito nello stesso periodo un calo di fatturato di almeno il 30 per cento rispetto al 2019.

Possono accedere al presente fondo tutte le imprese che presentano i requisiti indicati nei precedenti paragrafi ed individuati dalla Raccomandazione europea.

Entità del sussidio

Per quanto riguarda invece l’entità dell’incentivo che potrà essere erogato alle PMI, si attesta in un massimo di 400.000 euro e rientrano nel “Quadro temporaneo di crisi per misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Tuttavia, un altro fattore di cui si terrà necessariamente conto sono le perdite subite a causa del Covid. In particolare, l’ammontare dell’aiuto alla PMI sarà calcolato tenendo conto della differenza tra l’ammontare medio dei ricavi relativi all’ultimo trimestre anteriore all’entrata in vigore del DL Aiuti e l’ammontare degli stessi ricavi riferiti allo stesso periodo del 2019. Alla somma ricavata si applica poi la percentuale relativa alle dimensioni della PMI:

  • se i ricavi non superano i 5 milioni, la percentuale è del 60%;
  • se invece i ricavi sono compresi tra i 5 milioni e i 50 milioni, la percentuale è del 30%.
  • L’importo potrebbe esser soggetto a riduzioni, laddove le richieste siano superiori ai fondi a disposizione.

Il piano di Aiuti di Stato descritto, tuttavia, diventerà operativo solo dopo la la pubblicazione del DL Aiuti in Gazzetta Ufficiale con tutti i dettagli sulla misura. A ciò seguirà poi l’introduzione del decreto attuativo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, che potrà esser emanato entro 60 giorni a partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento.

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Clelia Tesone
Avvocato "Laureatasi in Giurisprudenza con la votazione di 110 e Lode presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" e con approfondita conoscenza delle materie del Diritto Civile e del Diritto Amministrativo. Ha brillantemente concluso la pratica forense in diritto civile e il tirocinio ex art. 73 d.l. 69/2013 presso la Procura della Repubblica di Napoli Nord".

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