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Pensioni 2021: quali sono le novità?

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Dall’Ape sociale alla Quota 100, molti sono i cambiamenti che attengono alla disciplina delle Pensioni 2021. Vediamo cosa ci attende nei prossimi mesi.

Tra le questioni al centro del dibattito instaurato tra Governo e sindacati vi è sicuramente la riforma delle pensioni, da molto tempo fortemente invocata dalla istituzioni comunitarie.

Nonostante l’emergenza sanitaria, è sembrato, quindi, doveroso mettere mano alla normativa e ipotizzare alcuni cambiamenti, che andremo ora ad analizzare.

Già la Legge di Bilancio 2021 ha adottato le prime misure, in specie sono state confermate le misure di acceso flessibile al pensionamento per tutti i soggetti di età inferiore ai 67 anni. Tuttavia alcune altre questioni dovranno essere affrontate a stretto giro, come la scadenza del c.d. provvedimento sulla “Quota 100”, prevista per la fine del 2022.

Vediamo, allora, cosa cambia e cosa ci attende nei prossimi mesi.

Pensioni 2021

Pensioni 2021: Quota 100

Abbiamo poc’anzi accennato alla Quota 100 e l’imminente scadenza del provvedimento. Partiamo quindi dall’analisi di questo istituto e le problematiche che si porranno a breve.

Il legislatore, infatti, sarà chiamato a decidere se prorogare o meno il provvedimento, il quale, invero, sembra aver avuto un’adesione minore a quella originariamente preventivata ed auspicata dai suoi fautori.

Il sistema delle pensioni con il metodo Quota 100 ha avuto i natali con l’art. 14 del D.L. n. 4/2019, convertito con modificazioni in L. n. 26/2019, in via sperimentale per il triennio “2019-2021”. Questa normativa consente di derogare i requisiti ordinari per il conseguimento del diritto alla pensione anticipata.

I requisiti sono i seguenti:

  • età anagrafica non inferiore a 62 anni;
  • anzianità contributiva non inferiore a 38 anni.

Quota 100 significa che, per accedere al pensionamento anticipato si dovranno sommare età anagrafica e contributi maturati, ove tale somma arrivi a 100 si potrà fare domanda per la pensione. Quindi è necessaria almeno la combinazione 62 anni di età + 38 di contributi.

Si potrà aderire a tale programma entro il 31 dicembre 2021, quando il provvedimento perderà di efficacia. Dopodiché Quota 100 decadrà dal sistema pensionistico italiano.

Ape sociale

Il sistema delle pensioni disciplinato dal nostro ordinamento prevede la possibilità di accedere alla c.d. Ape sociale. Il provvedimento è stato già prorogato dal Governo per tutto il 2021.

Si tratta di un’indennità a carico dello Stato erogata dall’Inps a soggetti in determinate condizioni di svantaggio. I requisiti sono previsti dalla legge, in particolare essa è riservata a coloro che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

A questa forma di indennità si accede mediante istanza e può essere concessa fin quando non si accede alla pensione di anzianità o ad altra indennità pensionistica.

Questa è espressamente riservata ai lavoratori che versino in particolari condizioni sfavorevoli, se sussistono i seguenti requisiti:

  • disoccupati;
  • invalidi, superiore o uguale al 74%;
  • caregivers, ossia soggetti che assistono parenti disabili da almeno sei mesi. Sono inclusi il coniuge o un parente di primo grado, parente o affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • addetti a mansioni cd. gravose.

Scivolo pensionistico

Il sistema pensioni è stato toccato anche la Legge di Bilancio del 2021, che ha esteso la platea del c.d. scivolo pensionistico.

Con tale terminologia si intende una forma di agevolazione all’uscita del lavoratore. In questo caso si consente al dipendente di un’impresa di interrompere l’attività lavorativa. Il datore, a fronte della risoluzione del rapporto di impiego, si impegna a versare, per tutto il periodo dello “scivolo” un’indennità mensile.

Questa è commisurata al trattamento pensionistico maturato dal soggetto alla data di cessazione del rapporto di lavoro, determinato dall’Inps. L’impresa, ovviamente, sarà finanziata dallo Stato stesso. 

L’indennità verrà erogata fino a quando il lavoratore non accederà ad altre forme di pensioni, come quella di anzianità o anticipata.

In particolare con il cd. “Decreto Crescita”, il D.L. n. 34/2019, è stato introdotto un nuovo scivolo pensionistico per le aziende che ricorrono al “contratto di espansione”. Per poter esercitare a questo strumento il lavoratore deve essere in possesso di alcuni requisiti:

  • devono mancare 5 anni per poter accedere al conseguimento della pensione di vecchiaia;
  • aver maturato il requisito minimo contributivo;
  • non trovarsi a più di 5 anni dal conseguimento della pensione anticipata.

Con la Manovra Finanziaria 2021, il legislatore ha esteso la facoltà di accedere a questo strumento. In particolare in precedenza era previsto come requisito che l’imprese, le quali potevano ricorrere allo scivolo, dovevano avere almeno 500 lavoratori, ma la nuova norma la soglia dimensionale delle imprese e scesa ulteriormente a 250 unità.

Pensioni 2021 e aumenti

Per quanto riguarda poi le pensioni di vecchiaia sono stati bloccati gli aumenti periodici. Tramite decreto ministeriale datato novembre 2020, emesso dal Ministro dell’economia e delle finanze, è stata bloccata la rivalutazione delle pensioni per l’anno 2021, a causa dell’andamento negativo nei primi trimestri del 2020.

Il provvedimento ha, infatti, previsto un adeguamento dello 0.5% per le pensioni relative all’anno 2020. Mentre per quanto riguarda, invece, l’anno 2021, a causa dell’emergenza economica susseguente quella sanitaria, il tasso previsionale di inflazione da applicare alle pensione a decorrere dal 1 gennaio 2021 sarà dello 0.0%.

Invero, il tasso previsionale stimato, era di senso negativo dello 0.3%, ma nel nostro ordinamento è esclusa l’applicazione di un tasso di inflazione in negativo.

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