Home IVA nei rapporti con l'estero Partita Iva inattiva: quali sono le conseguenze?

Partita Iva inattiva: quali sono le conseguenze?

Una partita Iva si considera inattiva quando: non è stata utilizzata per almeno tre anni consecutivi per lo svolgimento di attività economica, pur rimanendo formalmente iscritta all'anagrafe tributaria; il titolare non ha presentato la dichiarazione annuale Iva per almeno tre anni consecutivi; il titolare ha cessato l'attività economica ma non ha comunicato la cessazione all'Agenzia delle Entrate.

26

Le partite IVA inattive, o anche dette dormienti, sono quelle partite IVA non operative da tempo ma ancora formalmente aperte all’anagrafe tributaria.


Sei un freelance e hai intenzione di aprire partita Iva ma ti stai chiedendo cosa succede nell’ipotesi in cui i tuoi piani non andranno come hai sperato: cosa succede se apro partita Iva e non fatturo niente? Ci sono delle conseguenze? In questo articolo daremo una risposta alle ipotesi di partita Iva inattiva.

Cosa succede se si apre partita Iva e non si riesce a generare fatturato?

Questa domanda mi viene rivolta molto spesso dai lettori. Per questo ho deciso di dedicare questo articolo per spiegare quali sono le conseguenze di una partita Iva inattiva.

Spesso quando ci si accinge a voler aprire partita Iva si hanno un milione di dubbi sia sui costi da sostenere che sulle conseguenze alle quali si potrebbe andare incontro nel momento in cui, malauguratamente, non si riesca a generare fatturato.

Per chiarire bene le idee è opportuno andare a vedere quali sono le regole di determinazione del reddito dei professionisti, e quali sono i costi che devono essere sostenuti indipendentemente dal fatturato generato.

Che cos’è una partita Iva inattiva?

La partita Iva è inattiva o dormiente quando la stessa non risulta essere operativa da tempo (almeno 3 anni), ma rimane ancora formalmente iscritta all’anagrafe tributaria. Il contribuente che si trova in questa situazione deve valutare se:

  • Continuare a mantenere aperta la partita Iva avviando una attività professionale o di impresa, anche attraverso una modifica del codice attività;
  • Valutare la chiusura della partita Iva, attraverso una apposita comunicazione da fare all’anagrafe tributaria.

Quali sono le ragioni per cui una partita Iva può diventare inattiva?

Ci sono diverse ragioni per cui una partita Iva può diventare inattiva. Le principali sono le seguenti:

  1. Il titolare della partita Iva non svolge più attività economica o non ha più intenzione di farlo.
  2. Il titolare della partita Iva non ha più bisogno di avere una partita Iva aperta per la propria attività, ma non provvede alla sua chiusura.

Come viene gestita una partita Iva inattiva dall’Agenzia delle Entrate?

L’Agenzia delle Entrate gestisce le partite IVA inattive in diversi modi:

  • La prima cosa che l’Agenzia delle Entrate fa è inviare una comunicazione al titolare della partita Iva per segnalare l’inattività e chiedere conferma della situazione;
  • Se non ci sono risposte o se le risposte non chiariscono la situazione, l’Agenzia delle Entrate può procedere con la cancellazione dai registri delle partite Iva;
  • L’Agenzia delle Entrate può anche inviare un avviso di accertamento per eventuali tasse non pagate o per sanzioni fiscali dovute per inattività;
  • In caso di mancato pagamento delle tasse dovute, l’Agenzia delle Entrate può procedere con l’iscrizione a ruolo e, successivamente, con l’esecuzione forzata per il recupero del credito;
  • Inoltre, l’Agenzia delle Entrate può anche segnalare la partita Iva inattiva alla Centrale dei Rischi per eventuali problemi di credito.

L’Agenzia delle Entrate può anche adottare azioni amministrative e/o penali nei confronti del titolare della partita Iva inattiva per eventuali violazioni fiscali. In generale, l’Agenzia delle Entrate segue un procedimento di verifica, sanzione e recupero crediti nei confronti di partite Iva inattive, in modo da garantire la regolarità della situazione fiscale del contribuente e la corretta applicazione delle leggi fiscali.

Quali conseguenze della partita Iva inattiva?

Le conseguenze fiscali per un titolare di partita Iva inattiva possono essere diverse e dipendono dalle circostanze specifiche della situazione. In generale, le conseguenze più comuni sono:

  1. Sanzioni fiscali: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a sanzioni per la mancata presentazione dei modelli fiscali, per la mancata pagamento delle tasse dovute, per la mancata dichiarazione dei redditi e per altre violazioni fiscali;
  2. Accertamento fiscale: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a un accertamento fiscale, che comporta la verifica della situazione fiscale e il calcolo delle tasse dovute per gli anni precedenti;
  3. Recupero crediti: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a un recupero crediti da parte dell’Agenzia delle Entrate per le tasse non pagate o per le sanzioni fiscali dovute;
  4. Cancellazione dai registri delle partite Iva: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere cancellato dai registri delle partite Iva, il che significa che non potrà più svolgere attività economiche con quella partita Iva e non potrà più beneficiare di alcuni benefici fiscali previsti per le partite Iva attive.
  5. Segnalazione alla Centrale dei rischi: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere segnalato alla Centrale dei Rischi, il che può rendere più difficile ottenere finanziamenti o crediti per l’attività economica.
  6. Azioni amministrative e/o penali: Il titolare di una partita Iva inattiva può essere soggetto a azioni amministrative e/o penali nei casi in cui siano state commesse violazioni fiscali.

Partita Iva inattiva: deve essere chiusa?

Da punto di vista fiscale è certamente possibile tenere aperta una partita Iva anche con fatturati molto bassi o nulli. Classico caso è quello dei soggetti che stanno avviando la propria attività professionale e sono ancora nella fase iniziale dedicata soprattutto a posizionarsi sul mercato e all’acquisizione di clienti propri. Pensate al giovane avvocato che dopo anni di pratica decide di intraprendere la strada di aprire un proprio studio professionale.

Questa fase non deve spaventare, in quanto è plausibile che la partita Iva resti inattiva per un po’ di tempo. Stessa cosa se vi trovate nella situazione di aver aperto partita Iva per gestire la vostra attività lavorativa secondaria.

Pensate ad un lavoratore dipendente che ha aperto partita Iva, per trasformare il proprio hobby, in una possibilità di guadagno. In questi casi non potendo dedicare molto tempo all’attività da freelance possono capitare momenti in cui non si ricevono incarichi. Anche in questo caso la partita Iva può restare aperta, in attesa di riprendere a fatturare in futuro.

Chiusura della partita Iva

Situazione diametralmente opposta a quelle sinora analizzata riguarda la fattispecie in cui il professionista decide definitivamente di chiudere la propria attività professionale. Classico caso del freelance che decide di fondare con altri colleghi uno studio professionale associato. In questo caso tutte le operazioni saranno fatturate dallo Studio, e la partita Iva personale potrebbe rimanere inattiva. Anche in questo caso è opportuno lasciare aperta la partita Iva, in quanto il professionista, in futuro potrebbe sempre ricevere incarichi personali. Naturalmente, da un punto di vista finanziario, una partita Iva aperta ed inattiva genera dei costi che dovrete essere in grado di sopportare. Questo aspetto è di fondamentale importanza, dovrete pianificare la sostenibilità di questi costi e valutare la chiusura della partita Iva soltanto nel momento in cui non si sarà in grado di sostenere questi costi.

Cosa succede se una partita IVA inattiva riprende l’attività?

Se una partita Iva inattiva riprende l’attività, ci sono alcune cose da tenere in considerazione:

  1. Il titolare della partita Iva dovrà comunicare all’Agenzia delle Entrate la ripresa dell’attività economica utilizzando gli appositi modelli di dichiarazione.
  2. Il titolare della partita Iva dovrà pagare le tasse dovute per la ripresa dell’attività economica.
  3. Il titolare della partita Iva dovrà presentare tutti i modelli fiscali richiesti dall’Agenzia delle Entrate per la ripresa dell’attività economica.
  4. Se l’Agenzia delle Entrate ha già adottato delle sanzioni nei confronti della partita Iva inattiva prima della ripresa, queste sanzioni rimarranno valide, e dovranno essere pagate entro i termini previsti.
  5. In generale, il titolare della partita Iva dovrà adempiere a tutte le obbligazioni fiscali previste per le partite Iva attive e rispettare le leggi fiscali per evitare ulteriori sanzioni o problemi fiscali.

Quali sono le differenze tra una partita Iva inattiva e una chiusa?

Una partita Iva inattiva e una chiusa sono due situazioni differenti, anche se ci sono alcune somiglianze.

Una partita Iva inattiva è una partita Iva che non è più utilizzata per svolgere attività economica, ma il titolare della partita Iva non ha formalmente chiuso l’attività e non ha comunicato all’Agenzia delle Entrate la cessazione dell’attività. In questo caso, il titolare della partita Iva è ancora tenuto a rispettare le obbligazioni fiscali e a pagare le tasse dovute.

Una partita Iva chiusa, invece, è una partita Iva che non è più utilizzata per svolgere attività economica e il titolare della partita Iva ha formalmente chiuso l’attività e ha comunicato all’Agenzia delle Entrate la cessazione dell’attività. In questo caso, il titolare della partita Iva non è più tenuto a rispettare le obbligazioni fiscali e a pagare le tasse dovute, a meno che non ci sia una richiesta di recupero crediti o sanzioni per violazioni fiscali commesse prima della chiusura della partita Iva.

In generale, la differenza principale tra una partita Iva inattiva e una chiusa è che per la prima l’attività economica non è stata formalmente chiusa e non c’è stata comunicazione all’Agenzia delle Entrate, mentre per la seconda l’attività è stata formalmente chiusa e c’è stata comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, una partita Iva chiusa non ha più obblighi fiscali mentre una partita Iva inattiva, pur non essendo più utilizzata per svolgere attività economica, ha ancora obblighi fiscali e sanzioni possono essere applicate.

Quali misure possono essere adottate per evitare che una partita Iva diventi inattiva?

Per evitare che una posizione Iva diventi inattiva, è possibile adottare le seguenti misure:

  1. Mantenere sempre aggiornati i propri dati anagrafici e quelli relativi all’attività svolta, in modo da essere sempre rintracciabili dall’Agenzia delle Entrate e dall’INPS;
  2. Pagare regolarmente le imposte e i contributi previdenziali, per evitare di incorrere in sanzioni e interessi;
  3. Fatturare regolarmente e conservare i documenti contabili per i termini previsti dalla legge, per evitare di essere sanzionati per omessa fatturazione;
  4. Comunicare tempestivamente all’Agenzia delle Entrate e all’INPS eventuali variazioni dell’attività svolta o dei propri dati anagrafici, per evitare di incorrere in sanzioni per omessa comunicazione;
  5. Seguire le scadenze fiscali, per evitare di incorrere in sanzioni per omessa dichiarazione o pagamento di imposte e contributi;
  6. Stare al passo con le novità in materia di tributi e contributi, per evitare di incorrere in sanzioni per errori o omissioni.

Consulenza fiscale online

Se hai un problema riguardante una partita Iva e vuoi avere le informazioni utili per riuscire a risolverlo puoi utilizzare il servizio di consulenza fiscale dedicato.

Avrai la possibilità di interagire con un professionista preparato e potrai risolvere i tuoi dubbi in poco tempo.

Domande frequenti

Cos’è una partita Iva non attiva?

Una partita Iva si considera inattiva quando non è stata utilizzata per almeno tre anni consecutivi per lo svolgimento di attività economica, pur rimanendo formalmente iscritta all’anagrafe tributaria.

Cosa comporta l’inattività della partita Iva?

L’obbligo di versare i contributi INPS minimi (circa € 200 mensili) anche in assenza di redditi.
L’impossibilità di detrarre o dedurre i costi relativi all’attività economica.
L’impossibilità di emettere fatture.
La possibilità di ricevere una comunicazione di cancellazione d’ufficio da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Come si regolarizza?

Presentare la dichiarazione annuale Iva per gli anni arretrati.
Comunicare la cessazione dell’attività all’Agenzia delle Entrate.
Versare i contributi INPS arretrati.

Cosa succede se non si regolarizza?

Si possono ricevere sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Si possono perdere i benefici fiscali previsti.

È possibile richiedere la cancellazione d’ufficio della partita Iva inattiva?

Sì, è possibile richiedere la cancellazione d’ufficio della partita Iva non attiva presentando un’apposita domanda all’Agenzia delle Entrate.

26 COMMENTI

  1. Buongiorno
    Sono possessore di partita iva individuale dal 1999, ma dal 2010 no ho piu avuto introiti e non ho pagato nulla a causa di grqvi problemi di famiglia. . Vorrei riprendere la mia attivita ora. É possibile? Cosa posso /devo fare?
    Grazie dei consigli.

  2. Per prima cosa bisogna verificare se quella aprtita Iva è ancora aperta o meno. E poi si potrà capire come procedere. Naturalmente affiancato da un professionista esperto. Se vuole siamo a disposizione.

  3. Buongiorno, per quanto riguarda una S.r.l. S, valgono le stesse considerazioni? Ho venduto l’attività nel giugno 2017, non ci sono i soldi per pagare la chiusura e la messa in liquidazione volontaria. Sembra un paradosso, ma aprire una Srl S costa circa 300 € mentre per chiuderla me ne chiedono circa 1300.
    Grazie

  4. Per una Srl possono sorgere problemi per quanto riguarda l’amministratore della società se la stessa non presenta comunque bilancio e dichiarazione dei redditi ogni anno. Bisogna fare attenzione, perché ci sono dei rischi.

  5. Salve ho aperto una partita iva nel 2012 ma non l’ho mai utilizzata infatti mi ero dimenticato di averla aperta.
    la partita iva è legata all’attività di geometra, che non ho mai esercitato e non mi sono mai nemmeno iscritto all’albo.
    Oggi la mia consulente stava preparando delle pratiche e si è accorta di avere ancora questa partita iva.
    cosa succede ora?
    come faccio a chiuderla?

  6. Difficile rispondere, bisogna analizzare bene la situazione e vedere se ci sono inadempienze, e poi chiudere la partita Iva.

  7. Buongiorno, a breve devo iniziare dei corsi e mi chiedono di essere in possesso della partita Iva. Qual’è il costo annuo per l’apertura di una partita iva tenendo conto che la utilizzerò solo per pagare i corsi?

  8. Buongiorno,
    Quanto mi impegna un colloquio / consulenza privata per esporre il mio caso particolare?
    Il fine è non solo e non tanto scegliere se mantenere aperta una part.iva ma riuscire a calcolare il “Punto di Pareggio” per determinare il minimo fatturato che annulli la perdita fiscale.

    Per un primissimo inquadramento del caso (ma va spiegato bene e in privato) la realtà è quella di un designer industriale (professionista senza Albo e quindi Lavoratore Autonomo) che dà vita ad una piccola autoproduzione.
    La situazione non è “chiara e cristallina” sotto diversi aspetti, ma soprattutto dal 2015 sono stato inquadrato in regime forfettario e questo ha decretato il definitivo stato dormiente della mia attività per una serie di inadeguatezze tra cui la più eclatante è l’indice di redditività.

    Vi sono insomma diverse considerazioni da fare per posizionare i numeri al posto giusto, e l’obiettivo è calcolare quel “punto di pareggio” che costituisce il traguardo minimo di quantità prodotte e vendute per far sì che nell’esercizio non vi siano perdite fiscali: in base alla sostenibilità dei numeri che risulteranno (plausibili o troppo ambiziosi) si potrà valutare correttamente se sia il caso di chiudere definitivamente questa partita iva, mantenerla aperta in pareggio “per non morire” o se proprio “darci dentro”.

    Mi fermo qui e attendo la vostra risposta per valutare l’opportunità di un approfondimento diretto.

  9. Salve,la mia situazione è analoga a molte sopra descritte, ma avrei comunque bisogno di un consiglio,ero amministratore unico di una SRL uninominale con partita doppia, operante dal 2000 al 2014 fino al 30/06/2014, a questa data l’AGENZIA delle ENTRATE ha cessato la mia partita iva…fra l’altro senza comunicazione…IL mio CONSULENTE dell’EPOCA non ha depositato i BILANCI in tribunale…seppur in perdita avrebbe dovuto…ora nel 2018 ho necessità di RIATTIVARE P.IVA O chiederne variazione…MA MANTENENDO LA MI SRL…COSA DOVREI FARE…attendo Vs utilissimi consigli, e colgo l’occasione per AUGURARVI BUONE FESTE

  10. Salve Eliana, la situazione che descrive è particolare. È sicuramente opportuno analizzarlo con dettaglio. Se vuole mi contatti pure per una consulenza.

  11. SALVE Federico Migliorini,VORREI CONTATTARLA IN PRIVATO COME POSSO FARE…??;
    GRAZIE IN ANTICIPO PER LA SUA GENT.MA COLLABORAZIONE;
    SALUTI ELIANA.

  12. Buongiorno, vorrei esporle un caso per capirne le eventuali conseguenze. Poniamo che da lavoratore dipendente a tempo pieno indeterminato, io voglia aprire una partita iva per svolgere un’attività lavorativa parallela e svincolata dalla prima (che rimarrebbe anche per volume di introiti quella da lavoratore dipendente), ad esempio un’attività di rivendita. È chiaro che nella fase iniziale di questa seconda attività io dovrò sostenere dei costi (es. attrezzature, oppure anche solo l’acquisto di merci/prodotti da rivendere). Nel caso in cui, nell’arco dell’anno, le vendite rimangano al di sotto delle aspettative e non riuscissero a coprire i costi iniziali sostenuti, si aprirebbe uno scenario di perdita fiscale legata alla p.iva. La domanda è: questa perdita andrebbe ad abbassare anche il mio reddito percepito da lavoratore autonomo e quindi l’imponibile globale tassabile? Grazie per la risposta.

  13. Salve Andrea, la perdita generata con la partita IVA non si cumula con gli altri redditi, come quello da lavoro dipendente. Eventualmente la perdita fiscale andrà a ridurre l’imponibile dell’anno successivo.

  14. Mi chiamo pasquale. Massafr. Dopo essere truffato 1993 sono andato via dall italia sono tornato 4 mesi fa voglio aprire un fast food piccolo.ma ce un problema .1993 ho aperto una partita iva per un Pub.ma dopo meno di un anno ho dovuto chiudere.e sono in depressione e ho lasciato tutto.ma ho pagato tutti debiti fino a ultima lira.ma ora dovrei chiudere la vecchia partita iva .potro avere delle sanzione da pagare.mi date un aiuto come potrei fare grazie di cuore

  15. Salve Pasquale, prima di tutto occorre verificare se questa partita IVA è ancora aperta o è stata chiusa d’ufficio. In relazione a questo è possibile individuare come comportarsi per avviare la nuova attività. Le occorre un Commercialista che possa aiutarla, nel caso ci contatti in privato.

  16. Buona sera,
    sono lavoratore dipendente a tempo indeterminato, ma mi piacerebbe aprire una partita IVA,
    Sarebbe possibile avere una consulenza sui costi e la possibilità reale delle attività che avevo in mente?
    Grazie,
    Lorenzo

  17. Salve sono un lavoratore autonomo da 8anni . Da poco ho scoperto di avere un partita iva inattiva . Ma io fin’ora ho continuato a lavare con questa partita iva a cosa vado in contro.

  18. Ci sono diversi aspetti da considerare sia fiscali che previdenziali. Se non utilizza la partita IVA la chiuda e poi deve valutare cosa fare per le annualità precedenti insieme ad un consulente fiscale.

  19. Buonasera,

    Sono una lavoratrice dipendente a tempo determinato e ho aperto una partita IVA per aprire un e-commerce. Non sta andando molto bene, da Gennaio ad ora non ho registrato ricavi, ma soltanto costi.
    La mia domanda è: dato che queste fatture e costi relativi all’attività sono detraibili, il prossimo anno mi verranno rimborsati dato che non ho ricavi da tassare? Cosa succede poi a quello che dovrei ricevere come rimborso?

  20. Se una partita iva non viene usata per anni diventa inattiva ?? E se si cosa succede in quell caso ?? Viene chiusa d’ufficio?? Come posso verificare se è ancora aperta?

Lascia una Risposta

Exit mobile version