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Come pagare meno tasse se sei un professionista?

I passi da seguire per ridurre al minimo il carico fiscale di un professionista che opera con partita Iva italiana, seguendo la normativa fiscale in essere.

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Pagare meno tasse in maniera legale è possibile, è sufficiente cambiare la propria mentalità e affidarsi al giusto consulente fiscale. Sei un freelance? Questo articolo potrebbe esserti utile. Sei un professionista e sei interessato a capire se puoi ridurre il carico fiscale che subisci ogni anno? Questo articolo potrebbe fare al caso tuo!

Uno degli argomenti che maggiormente interessa i professionisti, è quello riguardante la possibilità di ridurre in modo legale il proprio carico fiscale. Oggi ci sono tantissimi siti internet che promettono miracoli su questo argomento, offrendo metodi straordinari e sconosciuti ai più, per pagare “legalmente” (dicono loro) meno tasse. Il problema è che molti contribuenti credono effettivamente che questi metodi siano legali, commettendo errori, che spesso portano al risultato opposto: un accertamento fiscale, con tanto di sanzioni e interessi da pagare!

Tuttavia, non bisogna disperare, perché pagare meno tasse in modo del tutto legale è possibile, basta soltanto conoscere la normativa fiscale, per poterla sfruttare a proprio favore. Mi rendo conto che non sia semplice studiarsi la normativa fiscale riguardante i professionisti, ma per questo ci sono i consulenti fiscali. Quello che molto di voi ignorano è che per pagare meno tasse bisogna pianificare l’aspetto fiscale della vostra attività.

Per pagare meno tasse poco importa sei più o meno bravo nel tuo lavoro, quello che importa è come il tuo consulente (dottore Commercialista) riesca a pianificare in modo accurato il tuo carico fiscale da un anno all’altro. Per fare questo è molto importante consolidare un rapporto di collaborazione, perché come vedrai di seguito, è attraverso la gestione dei costi legati alla propria attività che passa la riduzione del carico fiscale.

I metodi per pagare meno tasse se sei un professionista

Ho deciso di realizzare questa guida dedicata ai metodi (legali) per ridurre il carico fiscale di un professionista per essere di aiuto ai molti freelance che operano in Italia. Sicuramente il nostro sistema fiscale non spicca per essere tra quelli più attraenti, ma è anche vero che per questo occorre essere sempre attenti a sfruttare al massimo le opportunità (purtroppo poche) che ci vengono offerte.

La gestione fiscale ed il carico di imposte e contributi, tuttavia, possono essere adeguatamente identificati e pianificati per tempo, in modo che assieme al tuo consulente fiscale, tu possa prendere le decisioni migliori per la tua attività, in anticipo e senza ritrovarti all’ultimo minuto.

Per questo motivo, la prima cosa che voglio dirti è che per ridurre la tua pressione fiscale e pagare meno tasse devi trovare il giusto consulente fiscale. Mi riferisco al consulente fiscale giusto per te, per il tuo business, e per il rapporto di reciproca fiducia e collaborazione che deve instaurarsi tra di voi. Il consulente fiscale per fare nel modo migliore il suo lavoro ha bisogno di essere sempre al centro della tua attenzione perché è tramite la sua collaborazione che potrai ottenere risultati migliore ed arrivare a pagare meno tasse.

Per questo motivo vediamo, di seguito, alcuni strumenti che, se adeguatamente gestiti, possono portarti a ridurre la tua pressione fiscale da freelance.

Pagare meno tasse da freelance: la corretta gestione dei costi

La vera parola magica per ridurre la tassazione di un professionista riguarda la corretta gestione dei costi. Molti professionisti non sanno, non sono stati informati, o ancora peggio non curano adeguatamente i costi legati alla propria attività. Pensa al biglietto del treno o della metro, all’aggiornamento professionale, al quotidiano di settore, al pranzo al ristorante, o ai rifornimento di carburante.

Queste sono soltanto alcune delle spese che i lavoratori autonomi sostengono quotidianamente. Tuttavia, soltanto pochi professionisti conoscono come trattare a proprio vantaggio questi costi per ridurre il proprio carico fiscale.

Sono sicuro che stai pensando che si tratta solo di importi di piccola entità, poche decine di euro al giorno, ma se ci pensi bene, se sommi, a fine anno tutte queste spese possono formare una cospicua somma, che con gli opportuni accorgimenti potrà essere dedotta dal tuo reddito professionale, e quindi ti permetterà di pagare meno tasse. Facile starai pensando, e invece non le è per niente!

Tuttavia, molto spesso accade che anche i costi documentati da fattura, spesso non possono essere dedotti, magari perché non inerenti l’attività, oppure perché non giustificati nella maniera corretta.

Quello che non sapete, è che molti dei costi che portate spesso non portano ai risultati sperati perché non giustificati nella maniera più corretta, e per questo vengono scartati, e quindi non considerati nella vostra contabilità legata all’attività professionale. Per questo motivo, una corretta gestione dei documenti è fondamentale per pagare meno tasse.

La giustificazione dei costi

Ogni costo sostenuto dal professionista, se correttamente giustificato (in seguito vedremo come), consente una deduzione fiscale, variabile a seconda della normativa, ma pur sempre una piccola deduzione.

Per poter sfruttare la deduzione è necessario che il costo sostenuto sia effettivamente sostenuto dal professionista, e per poterlo constatare è necessario che lo stesso sia corroborato da una fattura o dal c.d. “documento commerciale” (lo scontrino con l’indicazione della partita Iva del professionista).

Se ci pensi bene, quante volte ti è capitato di non farti rilasciare fattura per fretta o per non lungimiranza, quando sei fuori a pranzo per lavoro. Ebbene ognuna di queste volte devi ricordarti che è un’occasione persa per pagare meno tasse. Una volta capito questo segreto, ecco che il tuo modo di vedere la vita quotidiana cambierà, in funzione dell’inerenza o meno del costo sostenuto con la tua attività professionale.

Sembra strano ma, non tutti i professionisti scaricano tutti i costi legati alla propria attività. La prima cosa che mi viene in mente, pensiamo anche agli aggiornamenti professionali, gli acquisti dei quotidiani di settore, i carburanti, ecc

A questo punto possiamo andare ad analizzare più in dettaglio quali sono i costi che puoi sfruttare, e quindi dedurre dal tuo reddito professionale. Ricordati bene che tutto questo è assolutamente legale, in quanto si tratta dei costi, previsti dal DPR n. 917/86, ovvero il nostro Testo Unico delle Imposte sui Redditi.

I costi deducibili interamente dal reddito per un professionista

Per il professionista sono deducibili dal reddito imponibile tutte le spese sostenute nell’esercizio della propria attività ed attinenti alla stessa, secondo il principio di inerenza.

Per verificare se un costo sostenuto rispetta il principio di inerenza, è necessario verificare se lo stesso è da imputare alla sua sfera personale o professionale. Solo in questo secondo caso il costo diventa deducibile dal reddito e l’Iva sarà totalmente detraibile. Esempi di spese generalmente deducibili sono:

  • Acquisto di libri e riviste professionali;
  • Acquisto di cancelleria, materiali di consumo e valori bollati;
  • Spese per lavoro dipendente e prestazioni di lavoro autonomo occasionale;
  • Utenze intestate allo studio professionale;
  • Acquisto di beni strumentali per l’esercizio dell’attività.

Pensate a quante volte avete acquistato un libro o vi siete recati in cartoleria per acquistare del materiale e non vi siete fatti rilasciare fattura, in pratica tutte occasioni sprecate per pagare meno tasse.

Spese parzialmente deducibili

Accanto a spese completamente deducibili, che rispettano il principio di cassa e inerenza vi sono altre categorie di spese che i professionisti sostengono ma che il legislatore fiscale consente di dedurre soltanto in maniera parziale. Vediamo i casi principali:

Beni immobili: la deduzione dei costi per il professionista

Per i professionisti sono considerati strumentali gli immobili utilizzati per l’esercizio della professione da parte del possessore. Questo significa che vi è una strumentalitàper destinazione” (art. 43, co. 2 del TUIR). In altre parole, è considerato immobile strumentale quello dedicato allo studio, ma non necessariamente deve trattarsi di un immobile in categoria A/10 (uffici). Pertanto, è importante che l’immobile venga utilizzato per l’esercizio della professione per garantire la sua strumentalità. Il discorso però cambia qualora si decida di destinare la propria abitazione a luogo di esercizio della propria attività. In questo caso, si parla di utilizzo promiscuo dell’immobile, nel quale verrà svolta l’attività professionale (di medico, commercialista, avvocato, geometra, ecc). I costi sostenuti per l’acquisto, l’affitto o i costi di gestione dell’immobile saranno deducibili al 50% a condizione che l’immobile sia intestato al professionista. L’Iva è indetraibile.

Tornando agli immobili strumentali occorre tenere in considerazione i criteri di deducibilità dei costi sostenuti secondo l’art. 54, co. 1-bis, 1-bis.1 e 2 del TUIR. Gli ammortamenti, ad esempio, non sono deducibili a meno che gli immobili non siano stati acquistati o costruiti sino al 14.06.90, oppure acquistati tra il 2007 ed il 2009.

Per quanto riguarda i canoni di leasing immobiliare sono deducibili i costi legati ai contratti stipulati dal 2014, a condizione che la deduzione avvenga in un periodo non inferiore a 12 anni, a prescindere dalla durata effettiva del contratto.

Per quanto riguarda le plusvalenze (minusvalenze) realizzate, fiscalmente risultano irrilevanti. Trattandosi di beni non strumentali, la cessione di immobili a uso promiscuo non può generare componenti rilevanti ai fini della determinazione del reddito di lavoro autonomo professionale. Rilevano, invece, le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dalla cessione di immobili acquistati in qualità di persona fisica, ma utilizzati, in via esclusiva, per l’esercizio dell’attività, a condizione che l’acquisto sia intervenuto nel triennio 2007-2009.

Altri oneri deducibili

In ordine agli immobili strumentali, risultano deducibili, tra le altre, le spese:

  • per i servizi relativi all’immobile (es. pulizia, riscaldamento, spese condominiali);
  • di ammodernamento, ristrutturazione e manutenzione.

In particolare, le spese di cui all’ultimo punto sono deducibili nel periodo d’imposta di sostenimento, nel limite del 5% del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili risultante all’inizio del periodo d’imposta; l’eventuale eccedenza è deducibile in quote costanti nei cinque periodi d’imposta successivi.
Tale disciplina si applica alle spese di natura non incrementativa o a quelle di natura incrementativa relative ad immobili acquisiti fino al 31.12.2006 e dall’1.1.2010.
Mancando il costo fiscale del bene di riferimento, le stesse regole si applicano alle spese incrementative sostenute (ris. Agenzia Entrate 8.4.2009 n. 99):

  • su immobili di terzi;
  • su immobili acquisiti a titolo gratuito.

Telefoni cellulari e autovettura del professionista

Per un libero professionista l’auto aziendale e il cellulare, anche utilizzati in modo promiscuo per l’attività possono dar luogo ad una deduzione relativa ai costi di acquisto e di utilizzo nonché in termini di detraibilità dell’Iva.

Le spese telefoniche per il cellulare, utilizzato in modo promiscuo, possono essere dedotte all’80% mentre l’Iva è detraibile al 50%, per uso promiscuo, e al 100% per l’esclusivo uso aziendale.

Per quanto riguarda l’auto aziendale è possibile dedurre i costi di acquisto e di utilizzo fino al 100%, se parliamo di mezzi che rispettino il principio di inerenza con l’attività svolta (l’autocarro per un autotrasportatore), oppure in misura ridotta per i mezzi utilizzati promiscuamente. L’80%, per i veicoli utilizzati dagli agenti di commercio e dai rappresentanti, e il 20% per gli altri.

Spese alberghi e ristoranti

Sono deducibili anche le spese di vitto e alloggio al 75% del loro ammontare semprechè il totale delle spese sostenute nell’anno non sia maggiore del 2% dei compensi percepiti nell’anno di imposta.

Tali spese se sono documentate da fattura l’Iva è totalmente detraibile, se documentate da ricevuta fiscale l’Iva è indetraibile.

Spese di rappresentanza del professionista

 Deduzione dell’IVA indetraibile

in molti casi, non è possibile detrarre l’IVA in quanto le disposizioni di legge lo vietano esplicitamente. Nelle spese di rappresentanza l’IVA è totalmente indetraibile ma anche alle spese per la telefonia mobile ecc. Nei casi in cui la totalità dell’IVA, o anche solo una parte, sia indetraibile, la quota di IVA non detratta diventa per il professionista un costo vero e proprio e come tale potrà essere portato in deduzione.

Pagare meno tasse da freelance: la scelta della forma giuridica adeguata

Un’altra variabile molto importante che può portare a pagare meno tasse da freelance è la scelta della forma giuridica adeguata. E’ fondamentale, infatti, in relazione al tipo di attività svolta e alle prospettive di crescita e fatturato che si hanno individuare la modalità migliore per operare. In linea generale le possibilità a disposizione sono di tre tipi:

  • Partita Iva individuale;
  • Partita Iva societaria;
  • Posizione fiscale estera che opera in Italia.

Tra queste tre forme il tuo obiettivo, se come immagino risiedi fiscalmente in Italia è puntare alla costituzione di una SRL. Questo è davvero l’obiettivo che devi raggiungere se vuoi ridurre il tuo carico fiscale.

La terza opzione che ti ho elencato, ovvero la posizione fiscale estera che opera in Italia è sconsigliabile. So che molti di voi pensando di pagare meno tasse andando ad aprire una posizione fiscale all’estero operando poi in Italia. Ebbene, questa scelta collegata alla tua residenza fiscale italiana può portarti a conseguenze fiscali importanti, accertamenti, e sanzioni che possono portarti a chiudere l’attività. Per questo motivo ti consiglio di non prendere in considerazione questa scelta.

Quello che devi sapere è che una forma societaria adeguata può farti risparmiare migliaia di euro di tasse ogni anno e moltissima burocrazia. Devi essere in grado di sapere se, nel tuo caso, è meglio restare un libero professionista iscritto alla gestione separata dell’Inps oppure metterti in società ed aprire una SRL. In questo sito trovi molti articoli dedicati a come gestire al meglio una SRL. Ti consiglio di leggerli per approfondire le motivazioni legate alla tassazione della SRL rispetto a quelle di un freelance.

Il Commercialista

Un altro aspetto che molti sottovalutano è l’ausilio del vostro consulente fiscale.

Oggi molti professionisti si affidano semplicemente al consulente che offre il prezzo più vantaggioso per la gestione degli adempimenti fiscali, pensando che il valore aggiunto che questo professionista possa offrirvi sia limitato: quanto di più sbagliato!

L’ausilio di un commercialista esperto e preparato è fondamentale per ridurre il carico fiscale, e questo ausilio spesso si traduce in un costo più elevato, ma che sicuramente è compensato dal minor carico fiscale ottenuto ogni anno.

Le leve di intervento

Come può essere di ausilio il Commercialista, vi chiederete voi. La risposta è semplice, calibrando per ciascuno il proprio carico fiscale effettivo. Mi spiego meglio.

Voi sapete che ogni anno dovete pagare gli acconti per l’anno successivo. In pratica il carico fiscale di ogni anno è dato dal saldo delle imposte dell’anno fiscale passato e gli acconti previsti per l’anno fiscale in corso. Ebbene questi acconti sono proprio la leva di intervento per calibrare il giusto carico fiscale. Tali acconti possono essere calcolati basandosi sul carico fiscale dell’anno precedente, oppure sul carico fiscale dell’anno in corso.

Quello che la maggior parte dei consulenti fiscali effettua, è far pagare gli acconti sulla base dell’anno precedente. Come vi sarete resi conto anche voi, non tutti gli anni il vostro reddito è uguale, alcune volte sale altre scende.

Ebbene nei momenti in cui scende, se non si parametra anche il carico fiscale sulla base di questa diminuzione, si rischia di mettere in seria difficoltà il professionista, che si sente oberato da un carico fiscale, effettivamente eccessivo. La normativa fiscale permette tutto questo, attraverso la determinazione degli acconti d’imposta con il c.d. “metodo previsionale“.

Per questo motivo, agire sul carico fiscale effettivo dell’anno in corso è una leva fondamentale per ridurre, o meglio adeguare il carico fiscale all’effettivo reddito del professionista.

Una corretta pianificazione fiscale di questo tipo può portarvi anche ad una riduzione significativa delle imposte da versate, restando del tutto al riparo da possibili contestazioni.

Pagare meno tasse da freelance: conclusioni

In questa breve guida spero di essere riuscito a trasmettervi che per un professionista pagare meno tasse, in maniera del tutto legale è possibile, basta soltanto cambiare la propria mentalità, fare maggiore attenzione e scegliere bene il proprio consulente fiscale.

Avere accanto il giusto consulente fiscale può fare davvero la differenza, nella giusta programmazione della vostra attività. Ricordatevi che siete soltanto voi gli artefici del vostro destino, anche da un punto di vista fiscale.

Ebbene, a questo punto, se volete raccontarci la vostra esperienza, saremo felici di raccoglierla e di confrontarci con voi, attraverso i vostri commenti.

Se necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento.

2 COMMENTI

  1. Salve
    Io sto cercando un consulente per aumentare il mio fatturato e non lasciarlo tutto allo stato
    Se mi potete dare un consiglio li accetto volentieri

  2. Più che aumentare il fatturato bisogna gestire al meglio i costi sfruttando le deducibilità ammesse dalla normativa.

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