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Pagamenti tracciabili: quali sono?

Pagamenti tracciabili: alcuni pagamenti consentono la detraibilità delle spese in sede di dichiarazione dei redditi. Tuttavia, tali pagamenti devono essere traccibili. Ma cosa significa? Scopriamolo insieme.

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Per beneficiare delle detrazioni fiscali, concesse per alcune spese, i pagamenti devono essere tracciabili. Invero, a seguito della Legge di bilancio 2020 la tracciabilità è quasi sinonimo di detraibilità, in considerazione dell’estensione della categoria di spesse che possono consentire l’accesso allo sgravio fiscale.

Questo significa che possono essere scaricate in fase di Dichiarazione dei Redditi le spese detraibili saldate con uno strumento di pagamento tracciabile, come la carta di credito, la carta di debito, l’assegno e il bonifico bancario.

La detrazione fiscale è una somma, pari a una certa percentuale di una spesa sostenuta individuata dalla legge, che si può sottrarre dall’importo complessivo di un’imposta da pagare, che, in tal modo, vede ridotto il suo ammontare.

Dunque, tutti i contribuenti, quindi, hanno diritto a detrarre il 19% dei costi legati a badanti e colf, alle spese di istruzione e a quelle per le attività sportive dei propri figli, solo se pagati con il bancomat, la carta di credito o il bonifico. Mentre alcune spese possono essere detratte ancora oggi anche se pagate in contanti.

La disciplina sui pagamenti tracciabili e, quindi detraibili, non è ben chiara. Proprio per questa ragione che l’Agenzia delle Entrate, all’alba della Legge di Bilancio 2020, ha cercato di fare chiarezza individuando tutti i pagamenti tracciabili o comunque che possono essere oggetto di detrazione.

Vediamo allora cosa attualmente si prevede.

Pagamenti tracciabili: a cosa servono?

I pagamenti tracciabili hanno la funzione di garantire e certificare la spesa sostenuta, in tal modo si potrà accedere alle detrazioni fiscali. In tal modo, si evita o prevengono fenomeni elusivi o evasivi, quindi di accedere indebitamente a delle detrazioni.

Invero, le spese con pagamenti tracciabili beneficiano di ulteriori agevolazioni oltre alle detrazioni fiscali, come la possibilità di accedere a un credito d’imposta, rimborsi (cashback) e consentono, nel caso della Lotteria degli Scontrini che partirà nel 2021, di vincere premi esentasse e che non concorrono alla formazione del reddito.

Si definiscono tracciabili tutti i mezzi di pagamento per i quali è possibile attestare e verificare l’effettiva transazione e identità del soggetto dichiarante. Nello specifico, sono compresi tutti i versamenti eseguiti per mezzo di:

  • carta di credito;
  • carta di debito o bancomat;
  • inoltre, carta prepagata;
  • Assegno bancario circolare o, comunque,
  • versamento bancario o postale
  • ogni mezzo che garantisca la tracciabilità e l’identificazione del contribuente.

Il contribuente che si appresta a richiedere la Dichiarazione dei Redditi è tenuto a dimostrare l’uso del pagamento tracciabile attraverso l’apposita documentazione cartacea. Quest’ultima è rappresentata dalla ricevuta bancomat, dall’estratto conto, dalla copia del bollettino postale o del MAV (bonifico bancario) o dall’attestazione di pagamento PagoPA.

La dichiarazione dei redditi, attraverso il modello 730 o il modello Redditi Persone Fisiche, è lo strumento con cui si dichiarano i propri redditi. Si tratta di un adempimento annuale che permette al contribuente di indicare all’Amministrazione finanziaria quali sono stati i suoi redditi percepiti e le imposte da pagare.

All’interno di suddetto modello dovrai, allora, indicare le spese detraibili di cui devi dare prova mediante le ricevute cartacee dei pagamenti.

Quali spese devono esser effettuate con pagamenti tracciabili?

Come dicevamo, non tutte le spese sono necessariamente effettuate con pagamenti tracciabili. Tuttavia, al fine di ottenere le detrazioni fiscali, dovranno essere tracciate alcune spese quali:

  • prestazioni mediche e mediche specialistiche;
  • servizi veterinari;
  • spese funebri;
  • interessi passivi sulla prima casa;
  • costi legati agli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale;
  • rette di iscrizione e frequenza a scuole e università;
  • mensilità di affitti a studenti universitari fuori sede;
  • quote di iscrizione dei figli ad associazioni sportive, piscine, palestre e altre strutture sportive o scuole di musica;
  • spese sostenute di figli minorenni e maggiorenni affetti da DSA (diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento), fino al completamento della scuola secondaria di secondo grado;
  • intermediazioni immobiliari imputabili all’abitazione principale;
  • assicurazione per rischio morte, invalidità permanente o eventi calamitosi;
  • spese legate al personale dedito all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza (badanti e colf);
  • erogazioni liberali (donazioni spontanee a favore di onlus, associazioni, università, istituti religiosi al fine di sostenere economicamente l’impegno sociale da esse perseguito);
  • costi per manutenzione, protezione o restauro cose vincolate;
  • spese sostenute per i servizi di interpretariato dai soggetti riconosciuti sordomuti.

Spese effettuate con pagamenti anche non tracciabili

Alcune spese sono oggetto di detrazione anche se effettuate in contanti o con sistemi di pagamento non tracciabili. Appartengono a questa categoria:

  • acquisto di dispositivi medici e medicinali;
  • spese di visite mediche ed analisi presso aziende sanitarie pubbliche o strutture private accreditate al SSN;
  • spese per le quali è prevista una percentuale di detrazione differente dal 19%;
  • costi deducibili.

Cose succede per le spese non tracciabili?

Alcuni pagamenti potrebbero essere non tracciabili, nonostante, ai fini della dichiarazione potrebbe servire una prova dell’avvenuto pagamento. Proprio per questa ragione che sono stati inventati dei software al fine di favorire i clienti di imprese che non abbiano una carta di credito o debito, nonché un conto corrente.

Infatti, alcune aziende si sono dotate di un programma che consente di rendere comunque tracciabile la spesa:

  • il paziente paga la prestazione sanitaria in contanti;
  • tramite scansione con pistola del codice fiscale e presentazione di carta d’identità dal portale viene rilasciata una ricevuta di pagamento da allegare alla fattura per la prestazione eseguita e sulla quale sono indicati tutti i dati del paziente, i riferimenti del medico con la prestazione eseguita e relativa data;
  • il contante confluisce in un conto che effettua nei confronti del medico tanti singoli bonifici per quanti sono i pagamenti effettuati con tutti i dati del paziente e della prestazione inseriti nella causale;
  • l’intestatario del conto e del bonifico emesso nei confronti del medico/struttura sanitaria che incassa la parcella è l’istituto di pagamento.

1 COMMENTO

  1. Quindi, anche se nell’articolo non è scritto esplicitamente, i pagamenti in contanti (Poste o Banche) del mod. F24 non hanno alcun limite e l’intermediario (Posta o Banca) non è obbligato a segnalare la cosa all’AdE, anche perché quest’ultima lo sa già, visto che tali pagamenti, direttamente o indirettamente sono indirizzati a lei.

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