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Multiattività nel Regime Forfettario: regole applicative

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Come gestire una multiattività nel Regime Forfettario? Come si determina il limite massimo di ricavi quando si svolgono attività diverse? ed il reddito? Quali conseguenze ci sono al superamento della soglia massima di ricavi, utile per restare nel regime? In questo contributo le risposte a queste domande. 

Il regime forfettario, è il regime naturale per persone fisiche che esercitano attività di impresa o di lavoro autonomo che rispettano i requisiti indicati dalla normativa. La normativa di riferimento è l’articolo 1, commi da 54 a 89 della Legge n 190/2014. A questa norma sono intervenute poi la Legge n. 208/15 e la Legge n. 145/18 che hanno modificato ed ampliato la normativa.

Il regime forfettario è un regime fiscale per le partite IVA individuali ad adesione permanente, quindi senza scadenza predeterminata. Naturalmente a patto di rispettare i requisiti di permanenza nel regime. Per maggiori approfondimenti sui requisiti e sulle modalità di funzionamento del regime forfettario ti rimando a questo contributo completo sull’argomento:

Di seguito, in questo articolo puoi trovare l’approfondimento che riguarda i contribuenti che operano in regime forfettario in multiattività. Vedremo con quali limiti è possibile operare in multiattività nel regime forfettario e le conseguenze in caso di superamento dei ricavi massimi consentiti.


Regime forfettario e soggetti in multiattività

Quando un soggetto apre partita IVA deve indicare nel modello dedicato le attività professionali o di impresa che andrà a svolgere. Ognuna di queste attività è identificata, ai fini IVA, ed eventualmente, in Camera di commercio, con uno specifico codice attività. Ogni codice identifica una tipologia di attività, che per il soggetto che la svolge può essere prevalente oppure secondaria. Può accadere, ad esempio, che ci si trovi a dover svolgere due attività contemporaneamente. Classico caso può essere quello dell’artigiano che effettua vendite online in E-commerce. Oppure il professionista che svolge due diversi tipi di attività professionali.

Le possibilità di effettuare multiattività sono tantissime. Consiglio, tuttavia, di prestare attenzione se sei un professionista iscritto ad Albo professionale. Nel caso devi verificare eventuali incompatibilità.

Per i soggetti che operano in regime forfettario è possibile l’esercizio in multiattività. Tuttavia, vi sono delle regole particolari da rispettare in relazione ad alcuni aspetti, ovvero:

  • Verificare il limite annuo dei ricavi da non superare per la permanenza nel regime, pari a 65.000 euro;
  • Determinare il reddito imponibile ai fini dell’imposta sostitutiva, dell’IRPEF e delle addizionali.

Vediamo, quindi, in dettaglio, le regole che riguardano la permanenza in Regime Forfettario in caso di Multiattività.


Limite dei ricavi e compensi per soggetti in multiattività

A partire dall’annualità 2019 il limite di ricavi e compensi che un soggetto che opera in regime forfettario può percepire è di 65.000 euro. Nel periodo dal 2015 al 2018, vi erano limiti differenziati a seconda del codice attività (ATECO) utilizzato dall’imprenditore o professionista. La Legge n. 145/18 ha, invece, uniformato per ogni codice attività il limite massimo di ricavi e compensi incassabili ogni anno portandolo alla soglia di 65.000 euro. Tale limite, naturalmente, deve essere rapportato ad anno, per i soggetti che avviano l’attività.

Il limite massimo di compensi, tuttavia, non ha modificato i coefficienti di redditività, ovvero la percentuale di reddito attribuita forfettariamente ai contribuenti. Di seguito puoi trovare l’elenco dei limiti di reddito, ricavi/fatturato e coefficiente di redditività divisi a seconda del settore economico di riferimento:

Settore di di attività Soglia dei ricavi/compensi Coefficiente di redditività
Industrie alimentari e delle bevande€ 65.00040%
Commercio all’ingrosso e al dettaglio€ 65.00040%
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande€ 65.00040%
Commercio ambulante di altri prodotti€ 65.00054%
Costruzioni e attività immobiliari€ 65.00086%
Intermediari del commercio€ 65.00062%
Attività dei Servizi di alloggio e di ristorazione€ 65.00040%
Attività Professionali, Scientifiche, Tecniche, Sanitarie, di Istruzione, Servizi Finanziari ed Assicurativi€ 65.00078%
Altre attività economiche€ 65.00067%

A partire dall’annualità 2019, quindi, l’esercizio di multiattività in regime forfettario è possibile rispettando in ogni caso il limite massimo di 65.000 euro per tutte le attività complessivamente esercitate.

Come verificare i ricavi massimi in Multiattività

Un soggetto che opera in multiattività in regime forfettario è chiamato a verificare la permanenza nel regime agevolato. Al fine di evitare il passaggio al regime ordinario i soggetti in multiattività sono chiamati ad effettuare alcune operazioni. In primo luogo si deve verificare l’ammontare complessivo di ricavi e compensi incassati nell’anno complessivamente, per tutte le attività esercitate. Fatto questo, si deve verificare che tale limite complessivo non superi la soglia massima di 65.000 euro. Il regime, in caso di multiattività è quindi semplificato. E’ sufficiente, infatti, che il contribuente verifichi di non superare la soglia massima consentita di fatturato annuo. Questo come somma di ricavi e compensi di ciascuna attività esercitata.

Multiattività in caso di attività escluse dal Regime Forfettario

Un aspetto che spesso genera equivoci riguarda soggetti che esercitano più attività diverse, di cui una delle due è tra quelle per cui è precluso il regime forfettario.

Poniamo il caso di un soggetto che opera come ingegnere in regime forfettario e che voglia avviare un secondo codice attività. Magari per avviare un’attività agricola. Ebbene, l’attività agricola, se si supera il regime di esonero, è tra quelle per cui è precluso il regime forfettario. Questo significa che tale soggetto non potrà operare in regime forfettario per l’attività di ingegneria e con altro regime per l’attività agricola. Infatti, la partita IVA è unica, e quindi, l’esercizio di due attività di cui una preclude l’applicazione del regime forfettario, anche per l’altra vi è l’esonero. Nell’esempio il soggetto dovrà operare in contabilità semplificata per entrambe le attività. Questo anche se la preclusione riguarda solo l’attività agricola. Ti consiglio di prestare la massima attenzione a questo aspetto. Molto spesso si commettono errori e si finisce per applicare un regime fiscale non corretto.

Superamento dei ricavi in corso d’anno: conseguenze

Che cosa accade se si supera il limite massimo di 65.000 euro di ricavi o compensi annui?

Questa domanda è tra quelle che maggiormente mi vengono poste. Per questo è opportuno fornire qualche chiarimento. Quanto andrò a dire è valido anche in caso di esercizio di multiattività. Nel precedente regime dei minimi, il solo superamento dei limiti dei ricavi nell’anno in corso era tra le cause di una immediata fuoriuscita dal regime. Questo comporta una serie di problematiche di ordine pratico relative al passaggio al regime ordinario. In regime forfettario, invece, tale limite è stato superato. E’ infatti previsto che l’uscita dal regime in caso di superamento di ricavi sia differita all’anno successivo. Questo anche laddove la soglia dei ricavi incassati sia superiore al 50% dei ricavi consentiti.

Ciò cosa implica a livello burocratico e fiscale?

In primo luogo, che nel nuovo anno fiscale si potrà rientrare solo nel regime ordinario sulle partite IVA. Questo in quanto è venuto meno uno dei requisiti per l’adesione al forfettario. Il contribuente, impresa o libero professionista è poi tenuto a rispettare dei nuovi adempimenti sulla propria attività lavorativa. Come, ad esempio, l’addebito IVA, la fattura elettronica, la tenuta dei registri contabili, ed è soggetto all’esterometro, ed eventualmente anche all’applicazione dell’IRAP. Si tratta di adempimenti non previsti, al contrario, per i soggetti che applicano il regime forfettario.

Determinazione del reddito imprese in Multiattività

In caso di esercizio di multiattività, è necessario capire come si determina il reddito da tassare. Per questo occorre fare riferimento alle istruzioni di compilazione del quadro LM del modello Redditi PF. Le istruzioni prevedono che il contribuente per ogni rigo debba indicare il codice ATECO dell’attività svolta. Indicando i ricavi annui incassati e la relativa percentuale del coefficiente di redditività. In particolare, in caso di svolgimento di più attività professionali o di impresa, è necessario distinguere i seguenti casi:

  • Attività dello stesso codice ATECO. Se le attività fanno parte dello stesso gruppo di settore deve essere compilato un solo rigo indicando il codice ATECO dell’attività prevalente. Indicando il totale dei compensi e dei corrispettivi percepiti;
  • Attività con codici ATECO diversi. Se le attività esercitate fanno parte di gruppi di settore differenti deve essere compilato un rigo per  ciascun gruppo di settore. Indicando il codice ATECO dell’attività prevalente e i compensi e i corrispettivi percepiti riguardanti tutte le attività ricomprese nello stesso gruppo.

Applicando queste indicazioni il risultato è che si determina un solo reddito imponibile, in caso di attività con unico codice ATECO. Oppure, vi saranno distinti redditi se vi sono codici ATECO differenti. Tale reddito, così determinato, deve essere assoggettato ad imposta sostitutiva del 5% o del 15%, a seconda dei casi.


Multiattività in Regime Forfettario: conclusioni

In questo articolo ho voluto riepilogarti le principali indicazioni da tenere in caso di multiattività in regime forfettario. Il consiglio che posso darti è di effettuare una serie di valutazioni preventive prima di avviare la multiattività. Quello che voglio dire è che si deve analizzare eventuali cause di incompatibilità di un codice attività con il regime forfettario. In secondo luogo, poi, si rende necessario stimare il volume di ricavi massimi che si prevede di percepire.

Soltanto ove queste valutazioni abbiano riscontrato esito positivo si potrà avviare la multiattività. In ogni caso, ti consiglio di consultarti con un Commercialista esperto.

53 COMMENTI

  1. Buongiorno.
    Ai fini dell’accesso e della permanenza nel regime forfettario, rileva l’incasso del compenso di Euro 7500 per attività sportiva dilettantistica che, come è noto, è esente da imposizione e non va neppure dichiarato?
    Grazie.

  2. Il compenso percepito da SSD non rileva per l’accesso al regime forfettario. Se ha bisogno di info per l’apertura della partita Iva la contatto in privato.

  3. Buongiorno se io avessi due codici attività: uno come servizi la cui soglia è di 30.000 e l’altro come attività commercio la cui soglia è di 50.000.
    Se nell’anno i miei ricavi sono questi: 45.000 attività di servizi (pertanto supero il limite dei 30.000) e soli 1.000 di attività di commercio, cosa succede? posso continuare a rimanere nel regime forfettario?

    Grazie

  4. Nella situazione che mi ha prospettato, come indicato chiaramente nell’articolo, è preclusa la permanenza nel regime forfettario.

  5. Buongiorno, nel caso di due codici attività (entrambi con soglia di 30000), se la somma dei ricavi complessivi lordi delle due attività supera il tetto (ipotizziamo un lordo di 35000) fuoriesco dal regime forfettario?
    Lo chiedo perchè non riesco a capire se vengono considerate due attività separate a tutti gli effetti, oppure se si considera un tetto unico, quello dell’attività prevalente, per la somma del reddito percepito da entrambe.
    Grazie

  6. Nell’articolo mi sembra bem spiegata la cosa. Nel caso prospettato lei deve uscire dal regime forfettario. Se ha bisogno di un commercialista, che la assista siamo a sua disposizione.

  7. salve sono un consulente generico, regime forfettario, ora esercito con la stessaP.I allevamento di bovini , come mi devo comportare per la fatturazione dei bovini.+grazie

  8. La vedo molto difficile questa cosa, il regime agricolo non è tra quelli per cui si può utilizzare il regime forfettario.

  9. Nella circolare N. 10/E del 4 Aprile 2016 non si fa riferimento però al fatto che i limiti siano definiti per codice ATECO, ma a fine di pagina 8 si dice solamente che si considera il codice ATECO con il limite più alto. Capisco anche però la sua interpretazione di buon senso, ovvero che tutti a questo punto aggiungerebbero un codice ateco relativo al commercio per poter fatturare 50k invece di 30k. Quello che mi chiedo è però se la sua è un’interpretazione dettata dal buon senso o da una legge/circolare specifica che lo sancisce.
    Grazie

  10. Si può fatturare è vero fino al codice ateco più alto, ma è anche vero che per ogni attività non si può superare il proprio limite di fatturato. Ad esempio, se ho un’attività professionale con limite di fatturato a 30.000 euro e un’attività commerciale con limite 50.000 euro, devo fare attenzione a non superare complessivamente il fatturato di 50.000 senza superare i limiti massimi di ogni attività. Quindi, se con l’attività professionale raggiungo il limite di 30.000, per non sforare con l’attività commerciale posso arrivare soltanto a 20.000, per non superare i 50.000.

  11. Chiarissimo. Ma sul punto “ma è anche vero che per ogni attività non si può superare il proprio limite di fatturato”, io non ho trovato legislatura in merito, a prescindere dall’interpretazione di buon senso che porrebbe il limite relativo al codice ateco. Lei ha trovato un riferimento specifico ad una legge in cui si parla di questo?

  12. Sono libero professionista con attività prevalente nel codice ATECO gruppo 68 (limite 25.000 euro); poiché nel 2015 ho superato questa soglia (ho fatturato compensi per 27.000 euro) nel 2016 ho proseguito con il regime ordinario non valutando che una parte delle entrate (circa un terzo) rientrava nell’attività secondaria (codice 69) che ha un limite più alto. Credevo, da quello che avevo letto a inizio anno, di dover prendere come riferimento l’attività prevalente.
    Nel 2016, inoltre, avevo una quota in partecipazione in una s.r.l., ceduta il 28/12/2016 ed ero convinta che questo precludesse l’accesso al regime forfettario.
    Sempre nel 2016 ho fatturato compensi per 24.000 euro (20.000 attività prevalente, 4.000 secondaria) e dal 2017 ho applicato il regime forfettario.
    Leggendo ora che avrei dovuto far riferimento al limite più alto tra le due attività, sono preoccupata: il fatto di aver mantenuto nel 2016 il regime ordinario era vincolante per tre anni? Anche se avevo partecipazione in s.r.l.? Posso incorrere in sanzioni?

  13. Lei ha utilizzato il regime della contabilità semplificata, e non c’è vincolo triennale. Se dal prossimo anno avrà nuovamente i requisiti per utilizzare il regime forfettario potrà farlo, ma si faccia seguire da un Commercialista esperto. Se vuole siamo a disposizione.

  14. Grazie per la veloce risposta. Effettivamente sì, fino al 2016 ho utilizzato il regime della contabilità semplificata, e temevo che il vincolo dei tre anni valesse anche in questo caso; poiché già da quest’anno (2017) sono in forfetario temevo di dover rivedere la contabilità dell’intero anno, pagamento ravvedimenti e sanzioni!

  15. Buonasera,

    Sono un professionista in multi attività.
    Come attività secondaria sono un piccolo imprenditore agricolo. posso fare il passaggio al regime forfettario?
    In che categoria rientra l’attività agricola?

    Si ringrazia anticipatamente

  16. L’esercizio di attività agricola rientra nel regime speciale previsto dall’artt. 34 e 34-bis del DPR n. 633/1972 e preclude l’accesso al regime forfettario anche per le altre attività eventualmente esercitate. E’ impossibile, quindi, per lei operare in regime forfettario.

  17. Sono un professionista che esercita contemporaneamente l’attività di apicoltore (codice attività 014930) e nell’unico compilo il quadro RD (reddito di allevamento di animali).
    Posso per il 2018 usufruire del regime forfettario per l’attività professionale ?
    Stefano

  18. Purtroppo l’attività agricola è incompatibile per l’esercizio di altra attività in regime forfettario. Dovrà operare nel regime ordinario dei professionisti.

  19. Non si tratta di agricoltore nel di regime di esonero che è previsto per le imprese agricole che hanno un volume d’affari inferiore a 7000 Euro.
    Si tratta di attività di allevamento che rispetta i limiti di cui all’art. 32 comma 2 lettera b del Tuir, che prescinde dal volume d’affari.
    Si tratta in sostanza di impresa di allevamento che non superando i limiti dell’art. 32 non determina il reddito ai sensi dell art. 56 comma 5 del TUIR.
    In sostanza si domanda se l’imprenditore agricolo che rispetterà nel 2018 i limiti di cui all’art. 32, mentre non li ha rispettati nel 2017, può nel 2018 accedere al regime forfettario per l’attività professionale nel 2018?

  20. I requisiti per il regime forfettario si verificano sempre sull’anno precedente a quello in cui si applica il regime.

  21. Buonasera,
    sono interessato ad aprire una nuova attivita’ con due diversi codice Ateco in quanto vorrei occuparmi di vendita al dettaglio di accessori di abbigliamento (limite reddito euro 50.000), ma anche occuparmi di prodtti di design quali ad esempio gioielli (limite di reddito euro 30.000).
    Dai post precendeti ho capito che devo dichiarare l’attivita’ prevalente in fase di apertura dell’attività (che per me sarebbe il commercio) e quindi non dovrò superare il limite annuo di ricavi di 50.000 euro, ma allo stesso tempo devo verificare di non superare il limite di euro 30.000 dell’attività secondaria per non incorrere nel rischio di uscire dal regime dei minimi.
    Il mio dubbio però è relativo alla gestione dei contributi previdenziali, in quanto la prima attività prevede l’iscrizione alla sezione Commercio/Artigiani con l’obbligo di versamenti minimi di euro 2.400 annui, mentre la seconda attività prevede l’iscrizione alla gestione separata con versamento in base al reddito prodotto.
    Come mi dovrei comportare in questo caso?
    Vale sempre la regola dell’attività prevalente?
    Grazie in anticipo

  22. Salve Albrerto, in questi casi si deve tenere una sorta di “contabilità separata”. Se vuole possiamo occuparci noi di questi aspetti, tramite la nostra consulenza continuativa annuale. Se interessato, mi faccia sapere, altrimenti possiamo fissare una consulenza telefonica per spiegarle come procedere per quanto riguarda la parte previdenziale.

  23. Buongiorno,
    sono un lavoratore dipendente per un’industria chimica nel settore privato. Ho intenzione di aprire un’attività inquadrabile con un codice ATECO 72 (pubblicità/sito online). Per poter usufruire del regime forfettario devo controllare la retribuzione ottenuta come lavoratore dipendente o rientro in automatico visto che aprirei una attività per la prima volta?

    Grazie e buon lavoro

  24. Per poter operare in regime forfettario deve rispettare tutti i requisiti richiesti per l’accesso. Se vuole siamo a disposizione per assisterla da un punto di vista fiscale ed evitarle errori.

  25. Buonasera,
    sono nel regime forfettario come procacciatore (limite 25K, coefficiente redditività 62%).
    A breve dovrei aggiungere un nuovo codice ateco come consulente (limite 30K, coefficiente redditività 78%), che dovrebbe diventare prevalente.
    Mi è chiaro che devo rispettare i limiti di ciascuna attività e il limite massimo totale di 30K.
    Solo per conferma, per quanto riguarda la tassazione, ciascuna attività segue il proprio coefficiente, giusto?
    Grazie in anticipo per la risposta
    Federico

  26. Complimenti per il vostro sito e nello specifico per questo post.
    Vorrei chiedervi Come vanno calcolati i contributi Nel caso specifico di una ditta che si occupi di:
    1) somministrazione alimenti e bevande ambulante senza postazione fissa (anni fa ho superato l’esame al Rec);
    2) intrattenimento musicale
    3) organizzazione eventi (party planning)
    Grazie infinite

  27. Salve Nicola, non è semplice, bisogna prima vedere quali codici attività sono stati utilizzati e calcolare il reddito derivante dall’attività divisa per ogni codice. A quel punto ci sono regole diverse da applicare. Non è possibile fare di più in risposta ad un commento, se vuole però posso aiutarla in consulenza, potendo avere tutta la documentazione occorrente.

  28. Buongiorno visto ormai certo inalzamento del limite di fatturato a 65.000, ho intenzione di allargare il mio business, io ho p.iva in regime forfettario come Ditta individuale e vorrei avviare una nuova attivita in parallelo all’attuale ma in un settore diverso ora le mie domande sono, posso usare un nome diverso per la nuova attivita o sono obbligato a mantenere lo stesso nome per entrambe? devo tenere la cotabilita separata?

  29. Il nome della sua attività rimane quello, ma può usare un marchio. Dovrà tenere conto delle regole per avere due attività. Se vuole ne parliamo in privato.

  30. Buonasera! Avrei una domanda: sto considerando di iniziare un’attività col regime forfettario nella quale svolgerò principalmente due lavori, rispettivamente nel campo del graphic design (l’attività principale) e dell’affiliate marketing tramite link sul mio blog. In che categoria rientrerebbe l’affiliate marketing?
    Grazie!

  31. Salve Andrea, il codice attività da utilizzare per l’Affiliate Marketing è il seguente: Codice attività – 47.91.10: “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet (E-Commerce)” – Attività commerciale. Utilizzabile da chi fa E-commerce e Affiliazioni commerciali. Consiglio questo articolo: “Lavorare Online: i codici attività

  32. SALVE AVREI UNA DOMANDA DA PORVI : UN SOGGETTO CON UN UNICA PARTITA IVA MA 2 CODICI ATECO ATTIVITA’ AGRICOLA PRINCIPALE , E ATTIVITA’ DA INGEGNERE SECONDARIA , POTREBBE ADOTTARE IL REGIME FORFETTARIO PER L’ATTIVITA’ DA INGEGNERE E LA CONTABILITA’ IVA ORDINARIA O SPECIALE PER L’ATTIIVA’ AGRICOLA ?

  33. Salve Giusi, la partita IVA è unica e l’utilizzo del codice attività relativo all’attività agricola preclude l’applicazione del regime forfettario, che quindi, non può essere utilizzato nemmeno per l’esercizio della seconda attività di ingegnere. Attività questa, che da sola avrebbe potuto beneficiare, rispettando i relativi requisiti, del Regime Forfettario.

  34. BUONGIORNO, SONO NEL REGIME FORFETTARIO E NEL 2018 HO SUPERATO DI € 49,00 IL LIMITE RICHIESTO DI 25.000,00. POSSO RESTARE NEL 2019 NELLO STESSO VISTO CHE IL LIMITE E’ AUMENTATO A 65000,00?

  35. Buonasera, mio figlio ha aperto la partita Iva in regime forfettario quest’anno con cod. Ateco 74.20.19 essendo sia fotografo che videomaker, quindi in gestione separata.
    Il problema è che lui lavorerà anche come regista per alcune case di produzione, quindi dovrebbe pagare l’ex-Enpals.
    E i video che monterà, e per il quale comparirà il suo nome nei titoli di coda, dovrebbe andare sotto un codice Ateco della gestione artigiani.

    Dato che l’Ateco è fermo al 2007 e non sono previste le nuove professioni come, appunto, il videomaker che fa tutto da solo, come può uscire da questo marasma?

    Perchè se propone tre fatture per il compimento totale dello stesso prodotto (come regia – ex enpals -, come riprese – gestione separata – , come montaggio – gestione artigiani -) gli ridono giustamente in faccia.

    E da quello che ho capito, nella stessa fattura non può inserire 3 gestioni Inps diverse… o sì?

    Mi dà un consiglio da girargli, per favore?

    Anche perché l’Inps, alla fine, tra tutte e tre le gestioni diventerebbe molto dispendiosa, mi sembra…

    Grazie infinite

  36. Suo figlio nella stessa fattura può separare i compensi dividendo quelli da attività professionale da quelli relativi alla gestione dello “spettacolo”, che hanno diverso regime previdenziale. L’INPS è sicuramente dispendiosa, ma non ci sono alternative.

  37. Buongiorno, titolare di p.iva con codice ateco per insegnamento iscrizione gestione separata, attività di musicista per non oltre i 5000 euro lordi annui, è possibile fatturare l’attività di musicista con un unico codice ateco dell’insegnamento? E’ possibile ritenere valido il comma 188 della legge 296/2006 sull’esenzione contributiva ex-enpals? grazie

  38. Salve dottore. Sono un ingegnere titolare di partita IVA in regime forfettario. Mi si dà ora l’occasione di diventare promotore per una ditta operante in tutt’altro settore. Domande:
    1) posso aggiungere questo secondo codice ateco alla mia vecchia partita IVA?
    2) Ai fini contributivi io sono già iscritto ad Inarcassa. Dovrò iscrivermi anche ad altra contribuzione?
    Grazie mille per la gentile risposta.

  39. Salve Alfredo, l’ordine degli ingegneri non prevede si possa operare contemporaneamente anche in forma di impresa. Verifichi comunque questo aspetto con l’albo. Nel caso ci sono poi diversi adempimenti a cui deve sottostare per avviare un’attività imprenditoriale (di norma non permessa ai professionisti iscritti ad albi professionali come lei).

  40. Buongiorno vorrei sapere se quando ricevo ricevute per aver pagato corsi di aggiornamento professionale devo usare la p.i. a regime dei minimi o è sufficiente comunicare il c.f.. Poi posso dedurre queste spese.
    Grazie

  41. Maurizio nel Regime Forfettario non c’è deduzione analitica dei costi. Se ha bisogno di maggiori info su come gestire al meglio la sua attività con partita IVA mi contatti in privato.

  42. Salve. Sono ingegnere forfettario nel 2019 e ordinario nel 2020. Come vanno trattati nella dichiarazione 2021 i compensi fatturati nel 2019 ma pagati nel 2020 e i compensi che fatturerò nel 2020 e pagati in quest’anno? Grazie
    Luciano

  43. Buongiorno, un dubbio. Io sono un libero professionista nel settore musicale, mi occupo di composizione e concerti, per cui rientro da anni nel codice 90.01 etc, con coefficiente 67%.
    Durante l anno mi capita di dare lezioni private di strumento ad alcuni ragazzi, in modo a volte saltuario a volte continuativo. Ai fini del reddito, le lezioni sono contrassegnate da un altro codice ateco (85. Etc etc ) con 78% di coefficiente, come formazione culturale, ma rimangono cmq un’attività marginale rispetto al resto. Devo distinguere i due codici ateco in sede di dichiarazione e applicare due diverse tassazioni in termini di percentuali o, trattandosi nello stesso campo di applicazione musicale posso restare nel coefficiente del 67% ?
    Grazie
    Cordialmente
    Renato

  44. Se l’attività di insegnamento può essere considerata accessoria e residuale rispetto al fatturato principale di composizione e concerti non occorre fare niente, ma se l’attività di insegnamento diventa abituale e continuativa occorre aprire il secondo codice attività.

  45. Buongiorno, opero con partita iva in regime forfettario con codice ateco 6202 (consulente informatico) e vorrei integrare una nuova attività con vendita online con codice ateco 47.91.10: come devo procedere per essere in regola ed aggiungere il nuovo codice alla mia attività?
    Grazie.

  46. E’ impossibile risponderle in un commento. Ci sono diversi aspetti sia fiscali che previdenziali da considerare. Se desidera approfondire la sua situazione ci contatti in privato per una consulenza, la aiuteremo.

  47. Salve,
    con una p.iva in regime forfettario con 2 codici ATECO, se si fattura prevalentemente col codice ATECO secondario si possono avere problemi col fisco o la cosa importante è rimanere nel limite dei 65.000€ annui?

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