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Diventare giornalista: guida civilistica e fiscale

Guida civilistica e fiscale con gli aspetti legati all'avvio di attività di giornalista in Italia.

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Come diventare giornalista professionista o pubblicista? Quali sono gli adempimenti civilistici e fiscali? Come ci si iscrive al registro praticanti? Come aprire partita Iva per diventare giornalista? Quali contributi versare all’Inpgi? In questo articolo darò risposta a tutte queste domande. 


Una delle professioni ordinistiche più gettonate e che negli ultimi anni sta subendo un forte rinnovamento è sicuramente il giornalismo. Diventare giornalista oggi è sicuramente più difficile che in passato. Inoltre, le modalità di lavoro e l’avvento del Web, hanno radicalmente cambiato la formazione e il modo di svolgere l’attività di giornalista.

In questo report, andiamo ad analizzare la disciplina civilistica e fiscale riguardante l’attività di giornalista. L’obiettivo è quello di fornire un utile e pratico ausilio a tutti i giovani che vogliano intraprendere con successo questa attività. In particolare, andremo ad analizzare gli adempimenti da porre in essere per avviare la propria attività da freelance. Vediamo quindi come possiamo inquadrare fiscalmente l’attività di giornalista indipendente.

Diventare giornalista: inquadramento dell’attività

L’attività di giornalista è una disciplina ordinistica. Questo vuol dire che può essere pratica soltanto dai soggetti iscritti all’ordine dei giornalisti. All’ordine dei giornalisti vi sono due distinti elenchi, ovvero, quello dei:

  • Giornalisti professionisti e
  • Giornalisti pubblicisti,

Entrambe queste categorie sono iscritte nei rispettivi elenchi dell’Albo.

L’Albo dei giornalisti è tenuto presso ogni ordine regionale o interregionale d’Italia. Questo ai sensi dell’articolo 1 DPR n 115/65.

Si definiscono giornalisti professionisti coloro che esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista.

Sono, invece, giornalisti pubblicisti coloro che svolgono attività giornalistica non occasionale e retribuita anche se esercitano altre professioni o impieghi (articolo 1, Legge n. 69/1963).

Per diventare giornalista la prima considerazione da fare è proprio questa. Capire se l’attività giornalistica è quella principale, oppure se è soltanto occasionale. Si pensi, ad esempio, al caso di un medico che esercita la sua attività e che occasionalmente scrive per riviste scientifiche. In questo caso, avendone i requisiti, il medico potrà iscriversi all’Albo nella sezione dei giornalisti pubblicisti.

Diventare giornalista: i requisiti

L’esercizio dell’attività di giornalista richiede il rispetto di alcuni requisiti. In particolare, si tratta di requisiti di onorabilità e di professionalità che di seguito andiamo a riepilogare.

Requisiti di onorabilità

I requisiti di onorabilità richiesti sono i seguenti:

  • Essere cittadino italiano. Oppure italiano appartenente a territori non uniti politicamente all’Italia. Ovvero cittadino di uno Stato con cui esista trattamento di reciprocità;
  • Godere dei diritti civili;
  • Essere di specchiata condotta morale;
  • Età non inferiore a 21 anni (solo per i giornalisti professionisti).

Requisiti di professionalità

Giornalisti pubblicisti

Per l’iscrizione come pubblicista occorre:

  • Il possesso dei requisiti di legge. Si tratta di: cittadinanza, assenza di precedenti penali, attestazione di versamento della tassa di concessione governativa;
  • Presentare gli articoli, a firma del richiedente, pubblicati in giornali e periodici e i certificati dei direttori delle pubblicazioni, che comprovino l’attività pubblicistica regolarmente retribuita da almeno due anni. Per i corrispondenti o per gli articoli non firmati occorre allegare alla domanda, unitamente ai giornali e periodici suddetti, ogni documentazione. Ivi compresa l’attestazione del direttore della pubblicazione, atta a dimostrare in modo certo l’effettiva redazione di dette corrispondenze o articoli. I collaboratori dei servizi giornalistici della radio e della televisione, delle agenzie di stampa e dei cinegiornali, i quali non siano in grado di allegare alla domanda i giornali e periodici previsti, debbono comprovare, con idonea documentazione ovvero mediante l’attestazione del direttore del rispettivo servizio giornalistico, la concreta ed effettiva attività svolta. Coloro i quali svolgono attività di tele-cine-foto operatori per organi di informazione attraverso immagini che completano o sostituiscono l’informazione scritta, nell’esercizio di autonomia decisionale operativa e avuto riguardo alla natura giornalistica della prestazione, devono allegare alla domanda la necessaria documentazione e l’attestazione del direttore suddetta.
  • Presentare in fotocopia dell’eventuale contratto di collaborazione stipulato con la testata (o le testate) cui si collabora;
  • Presentare la documentazione dei compensi percepiti negli ultimi 24 mesi, che devono essere in regola con le norme fiscali in materia.

Giornalista professionista

Per l’iscrizione come giornalista professionista occorre:

  • L’esercizio continuativo della pratica giornalistica, previa iscrizione nel registro dei praticanti per almeno 18 mesi. Requisito attestato da una dichiarazione di compiuta pratica del direttore, oppure titolo rilasciato da una delle scuole di giornalismo riconosciute in Italia che attesti il tirocinio dell’allievo per la durata di due anni;
  • Il possesso dei requisiti di legge. Si tratta di: cittadinanza, assenza di precedenti penali, attestazione di versamento della tassa di concessione governativa;
  • L’esito favorevole della prova di idoneità professionale di cui all’articolo 32, Legge n. 69/1963. Prova consistente in una prova scritta e orale di tecnica e pratica del giornalismo integrata dalla conoscenza delle norme giuridiche che hanno attinenza con la materia del giornalismo (articoli 44 e seguenti DPR n. 115/1965).

L’attività di giornalista si impara, come tutte le attività professionali necessariamente attraverso un periodo di “gavetta“. Ovvero di praticantato, da effettuare preferibilmente nella redazione di un giornale (cartaceo o online).

Non è necessaria una laurea, anche se è sarebbe preferibile, tuttavia la legge richiede soltanto la licenza di scuola media superiore.

L’alternativa, è quella di frequentare una scuola.

Ricorda che soltanto i corsi giornalistici riconosciuti dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti possono garantire l’accesso all’esame. La frequentazione di uno di questi corsi è alternativa rispetto all’effettuazione del periodo di praticantato presso una testata giornalistica.

L’elenco dei corsi di giornalismo si trova sul sito www.odg.it (sezione “Scuole di giornalismo“).

Solitamente ce ne sono a Milano, Roma, Bari, Napoli, Bologna, Torino, Urbino e Perugia. Al termine del periodo di praticantato deve essere superato un esame di abilitazione.

Diventare giornalista: registro praticanti

I requisiti richiesti per l’iscrizione nel registro dei praticanti sono i seguenti:

  • Il possesso dei requisiti di legge (cittadinanza, assenza di precedenti penali, attestazione di versamento della tassa di concessione governativa);
  • Il possesso della dichiarazione del direttore comprovante l’effettivo inizio della pratica di cui all’articolo 34, Legge n 69/63;
  • Possesso di titolo di studio non inferiore alla licenza di scuola media superiore. Oppure, in mancanza del titolo suddetto, il superamento di un esame di cultura generale, diretto ad accertare l’attitudine all’esercizio della professione (articoli 37 e seguenti DPR n 115/65).

Diventare giornalista: disciplina fiscale

L’attività di giornalista prevede, anche da un punto di vista fiscale, un preciso iter legato agli adempimenti per avvio e gestione dell’attività. L’attività di giornalista può essere svolta come:

  • Attività di lavoro dipendente. In questo caso il giornalista lavora alle dipendenze di una testata giornalistica con un contratto di subordinazione ed eterodeterminazione dell’attività:
  • Attività di lavoro autonomo. In questo caso il giornalista lavora con uan o più testate giornalistiche in modo del tutto autonomo. L’attività viene svolta senza la direzione altrui.

Per quanto riguarda l’attività di giornalista prestata come dipendente non vi sono particolari adempimenti fiscali. La testata giornalistica rilascia al lavoratore la propria Certificazione Unica contenente redditi e ritenute fiscali. Con questo documento il lavoratore presenta ogni anno la propria dichiarazione dei redditi. Le cose cambiano totalmente, invece, qualora si voglia effettuare l’attività di giornalista feelance.

Adempimenti fiscali del giornalista freelance

Se si desidera diventare giornalista freelance il primo passo è sicuramente l’iscrizione all’Albo dei giornalisti. Come detto, è necessario aver superato il relativo esame di abilitazione alla professionale.

L’iscrizione all’Albo avviene dietro apposita istanza da consegnare all’Ordine regionale competente. Si tratta dell’ordine ove è fissata la residenza del giornalista. Gli indirizzi degli Ordini territoriali dei giornalisti sono reperibili a questo sito: www.odg.it – sezione “Ordini regionali“.

Aprire partita Iva come giornalista

Dopo aver ottenuto l’iscrizione all’Ordine è necessario aprire partita Iva. L’apertura della partita Iva è adempimento obbligatorio. Questo in quanto tutti i soggetti che esercitano la propria attività a seguito di iscrizione in albi o elenchi professionali sono tenuti obbligatoriamente ad esercitare l’attività con partita Iva.

L’iscrizione ad un Albo professionale, infatti, presuppone la professionalità e la continuità nel tempo dell’attività. Questi requisiti, infatti, sono quelli necessari per operare con partita Iva. In ogni caso, l’apertura della partita Iva è un adempimento molto semplice e gratuito, se si procede in proprio. In questo caso è necessario presentare il modulo in autonomia ad uno degli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate. Altrimenti, è possibile delegare (dietro compenso) il proprio Commercialista di fiducia, per effettuare una pratica telematica all’Agenzia delle Entrate.

Il documento da utilizzare è il modello AA9/12 relativo all’apertura della partita Iva per le persone fisiche. All’interno del modello devono essere fornite alcune informazioni obbligatorie.

Le principali riguardano l’indicazione del proprio indirizzo di residenza anagrafica e del luogo di esercizio dell’attività giornalistica. Se non si ha un ufficio ove operare i due indirizzi saranno identici. In pratica, in questo caso il professionista opera al proprio indirizzo di residenza. Se invece si ha a disposizione un ufficio quello sarà l’indirizzo da comunicare.

Altro aspetto importante è inserire nel modello il corretto codice attività. Il codice attività serve per individuare in modo certo l’attività svolta dal professionista. Per l’attività di giornalista il codice attività da utilizzare è il seguente:

Una volta presentato il modulo di apertura della partita Iva, l’Agenzia delle Entrate nella ricevuta rilascia il numero della partita Iva. Si tratta di un codice numerico che identifica la propria attività. Questo codice è indispensabile per tutti gli adempimenti fiscali che riguardano l’attività professionale: il numero di partita Iva deve essere indicato in fattura e nei documenti ufficiali del professionista.

L’esercizio dell’attività di giornalista tramite prestazione occasionale

Una delle principali domande che ci vengono poste dai lettori su questo argomento riguarda la possibilità di operare con prestazioni occasionali. Molto spesso si crede che operare con la partita Iva sia costoso e quindi poco conveniente e per questo si crede che la prestazione occasionale sia una valida soluzione.

La prima cosa da dire è che in generale i soggetti che opera professionalmente, iscritti ad un Albo come i giornalisti non possono operare con prestazione occasionale. L’ordine dei giornalisti, interpellato su questo aspetto sostiene che sia possibile operare con prestazione occasionale. Tuttavia, soltanto quando ricorrono alcuni requisiti. Si tratta dei seguenti:

  • L’attività è svolta dal giornalista in modo del tutto autonomo ed indipendente;
  • L’attività non ha carattere di continuità ed abitualità nel tempo.

Questo significa che l’attività di redazione di articoli, ad esempio, non può durare nel tempo. Deve trattarsi di attività che si aprono e si chiudono senza ripetersi. Facciamo qualche esempio per capire meglio.

Pensa ad un giovane giornalista che collabora con qualche testata giornalistica come freelance, scrivendo un articolo a settimana per tre testate. L’attività è sicuramente abituale e continuativa nel tempo. Occorre gestire l’attività con partita Iva. Può esserci, invece, il caso dello stesso soggetto che scrive un solo articolo perché opera come pubblicista e quindi la sua attività giornalistica è limitata e sporadica. In questo caso è possibile operare con le prestazioni occasionali.

Il regime fiscale dei giornalisti freelance

Con l’apertura della partita Iva il soggetto che intende diventare giornalista è chiamato anche scegliere il regime fiscale da applicare. Ad oggi i regimi fiscali dei professionisti che si possono applicare sono sostanzialmente due. Ovvero i seguenti:

  • Il regime forfettario;
  • La contabilità semplificata.

Vediamo entrambi questi regimi in dettaglio.

Il regime forfettario

Per i professionisti può essere vantaggioso, se si possiedono i requisiti (che puoi trovare in questo articolo), aderire al c.d. “Regime forfettario“. Si tratta di un regime fiscale di vantaggio disciplinato dalla Legge n. 190/2014, così come modificata dalla Legge n. 208/2015. Tale regime prevede una tassazione forfettaria del reddito professionale derivante dall’attività, da calcolare in percentuale rispetto ai ricavi annui.

Il fatturato annuo non può superare gli 85.000 euro. In questo regime fiscale partendo da fatturato si determina il reddito imponibile ai fini fiscali e previdenziali. Per legge il professionista ha un reddito pari al 78% del fatturato raggiunto nell’anno.

Facciamo un esempio pratico.

Immagina di aver fatturato in un anno € 10.000. Il reddito imponibile è pari a € 7.800 (10.000 * 78%). I costi forfettari sono, quindi, di € 2.200. Sul reddito imponibile si applica l’imposta sostitutiva.

Con il regime forfettario l’imposta sul reddito è pari al 5% per i primi cinque anni dell’attività. Successivamente l’aliquota sale sino al 15%.

L’aspetto importante del regime forfettario è che non ha scadenza. Rispettano i requisiti di ingresso e permanenza nel regime si può utilizzare questo regime all’infinito.

La contabilità semplificata

In alternativa a questo regime semplificato esiste un unica alternativa. Mi riferisco al regime della contabilità semplificata. Questo regime fiscale prevede la tassazione a IRPEF del reddito professionale. In sostanza, la differenza tra ricavi tassabili e costi deducibili, ai sensi del TUIR, determina il reddito imponibile. Questo reddito è assoggettato ad IRPEF.

Nella contabilità semplificata il compenso del professionista deve essere assoggettato ad Iva ed anche alle ritenute di acconto. Inoltre, come anche in regime forfettario, vi è l’obbligo di utilizzare la Fatturazione Elettronica.

Come è possibile intuire il regime della contabilità semplificata è complesso. Gli adempimenti contabili e fiscali sono molti durante l’anno. Si va dalla dichiarazione Iva, alla Certificazione unica alla contabilità. Per questo motivo, tale regime fiscale è consigliabile solo nel caso in cui il professionista sostenga importanti costi professionali. Oppure, nel caso in cui non sia in possesso dei requisiti per operare in regime forfettario. Se desideri avere maggiori informazioni sul regime della contabilità semplificata ti lascio a questo contributo dedicato: “Contabilità Semplificata: le regole“.

Tassazione secondo il principio di cassa

Indipendentemente dal regime fiscale scelto la tassazione del professionista avviene sempre in base al principio di cassa. Questo significa che il professionista deve fatturare soltanto gli incassi effettivamente percepiti. Questo significa che Iva, tassazione e contribuzione saranno calcolate solo su guadagni incassati.

Un aspetto, questo, da non sottovalutare!

Il professionista, infatti, determina il proprio reddito fiscale dalla differenza tra incassi percepiti e costi pagati. Questo significa che tasse e contributi derivano da quanto si è effettivamente incassato e pagato nell’anno, secondo le regole fiscali previste dal DPR n. 917/86 (Tuir).

Adempimenti contributivi del giornalista freelance

Il soggetto che intende diventare giornalista professionista deve fare i conti anche con gli adempimenti previdenziali. Tutti i professionisti iscritti ad albi professionali, infatti, sono tenuti all’iscrizione ad una Cassa di previdenza privata. Per i giornalisti questa cassa di previdenza è l’Inpgi.

La gestione previdenziale dell’INPGI prevede il versamento di contributi fissi, che si suddividono in:

  • Il contributo soggettivo (sul reddito);
  • Contributo integrativo (sul fatturato) e
  • Contributo di maternità.

Il versamento dei contributi fissi e di quelli eventualmente dovuti sul reddito che eccede il minimale contributivo, sono versati con varie scadenze annue tramite modello F24. Maggiori informazioni sul pagamento dei contributi INPGI, potete trovarli a questo link all’apposita pagina Web del sito.


Diventare giornalista: consulenza fiscale

In questo report ho cercato di riassumere tutte le informazioni utili per diventare giornalista. Tuttavia, mi rendo conto che possono esserci alcuni aspetti che ti riguardano direttamente che vuoi approfondire con un esperto.

Per questo motivo se vuoi davvero avviare la tua attività di giornalista freelance contattami per una consulenza personalizzata. Evita di commettere errori ed inizia a pianificare la tua attività anche da un punto di vista fiscale.

Se sei interessato contattami attraverso il link sottostante. Sarai ricontattato nel più breve tempo e potrai interagire con un professionista preparato.

Domande frequenti

Quali sono le principali imposte da pagare per un giornalista freelance?

Le principali imposte da pagare per un giornalista freelance sono:
Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF): imposta sul reddito derivante dall’attività professionale.
Imposta sul valore aggiunto (IVA): imposta sui beni e servizi acquistati e venduti.
Contributi previdenziali: versati all’INPS per la copertura pensionistica e assistenziale.

Come si calcola il reddito di un giornalista freelance?

Il reddito di un giornalista freelance si calcola come differenza tra i ricavi e i costi dell’attività professionale. Regole diverse sono previste per il regime forfettario.

Come si pagano le imposte per un giornalista freelance?

Le imposte per un giornalista freelance si pagano tramite il modello F24 e il modello Redditi.

E’ consigliabile rivolgersi ad un commercialista?

Sì, è consigliabile rivolgersi ad un commercialista per ricevere una consulenza personalizzata sugli aspetti fiscali legati all’attività di giornalista freelance.

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