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Come vengono protetti i tuoi risparmi bancari?

Come funziona il sistema di garanzia dei depositi bancari in Italia ed in Europa? Su quali aspetti prestare attenzione in caso di default di un istituto di credito.

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Quanto sono protetti i depositi bancari? La guida per capire quanto il Fondo interbancario di tutela dei depositi è in grado di garantire i nostri risparmi. Inoltre, le principali garanzie sui depositi previste in Europa.

Quando hai lavorato duramente per accumulare i tuoi risparmi, è importante conoscere le conseguenze legate ad un possibile fallimento dell’istituto bancario che detiene i tuoi soldi. Una crisi finanziaria, una gestione non oculata, ma anche il realizzarsi di illeciti da parte del top management, sono le principali cause di fallimenti bancari.

Per stare tranquilli è necessario conoscere preventivamente quale protezione per gli investitori ha ciascun istituzione finanziaria (banche, società di investimento, compagnie assicurative, etc) in caso di fallimento istituzionale. In questi casi la prima cosa che vuoi salvaguardare sono i tuoi risparmi custoditi nei depositi bancari. Per questo motivo, conoscere il funzionamento e le modalità di intervento del Fitd, il Fondo interbancario di tutela dei depositi, è fondamentale per capire come e quanto sono garantiti i nostri risparmi. Stessa cosa anche per le regole previste nella UE, ed infine andremo a fare un focus su due Paesi importanti per gli investimenti finanziari, ovvero il Regno Unito ed il Lussemburgo.

Quindi, quale protezione offrono le banche per tutelare i tuoi risparmi?

Il sistema di protezione dei risparmi delle banche UE

All’interno della UE ogni Paese fornisce una garanzia di deposito bancario di 100.000 euro. Quindi, questo significa che in caso di fallimento di una banca, il tuo sistema nazionale (in Italia il Fondo Interbancario di tutela dei depositi) è in grado di rimborsarti i tuoi risparmi, sino al limite di 100.000 euro.

Indirettamente, questo significa che eventuali risparmi detenuti sopra la soglia di 100.000 euro potrebbero andare perduti in caso di fallimento dell’istituto bancario. In questo caso, eventualmente, potresti ricevere fondi aggiuntivi a seguito di distribuzione dell’eventuale attivo residuo della banca, ma questo non sempre accade (anzi quasi mai).

Termine per il rimborso dei depositanti

A partire dalla metà del 2015 i depositanti saranno rimborsati entro un massimo di 20 giorni lavorativi. Questo termine sarà gradualmente ridotto a 7 giorni lavorativi entro il 2024. Durante il periodo transitorio che si conclude il 31 dicembre 2023, se un sistema di garanzia dei depositi non è in grado di rimborsare i depositanti entro il termine di 7 giorni, si può anticipare un importo di emergenza su richiesta del depositante.

Chi finanzia i sistemi di garanzia dei depositi?

I fondi dei sistemi di garanzia dei depositi provengono dal settore bancario. L’entità delle somme è determinata in parte dal profilo di rischio della banca: quanto più elevati sono i rischi da essa assunti, tanto maggiore è il contributo che deve versare al fondo. Entro il 2025 il livello di tali fondi dovrebbe essere pari allo 0,8% dei depositi coperti in ciascuno Stato membro.

I fondi sono investiti in attività a basso rischio in modo da essere disponibili in caso di dissesto o probabile dissesto di una banca. Inoltre i sistemi di garanzia dei depositi possono concedersi reciprocamente prestiti in caso di necessità e a determinate condizioni.

Quali sono i principali sistemi nazionali di garanzia dei depositi

Il sistema italiano di garanzia dei depositi bancari – Fitd

In Italia, l’organismo deputato a garantire la tutela del depositi bancari è il Fondo Interbancario di tutela dei depositi (“Fitd“). Al Fitd, per obbligo di legge, aderiscono tutte le banche residenti in Italia (l’adesione è condizione necessaria per l’esercizio dell’attività bancaria), eccezion fatta per le banche di credito cooperativo che, a loro volta, aderiscono al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. Anche le banche con operatività on-line sono obbligate ad aderire al Fitd al pari di tutte le altre banche.

Aderiscono al Fitd anche le succursali di banche extracomunitarie autorizzate in Italia, per integrare la tutela offerta dal sistema nazionale, salvo che partecipino a un sistema di garanzia estero equivalente. Per le banche comunitarie, invece, non c’è nessun obbligo e partecipano soltanto su base volontaria.

Il fondo non è costituito da un capitale già versato, ma viene creato, in caso di fallimento di una banca, dai versamenti obbligatori delle altre banche. Alla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi si è aggiunta, ora, per una durata di tre anni, la garanzia integrativa dello Stato, che si è impegnato a coprire le eventuali somme rimaste scoperte (nella malaugurata ipotesi in cui falliscano troppe banche contemporaneamente), ma sempre entro il tetto massimo di euro 103.291,28. Questo resta dunque il limite massimo garantito.

A questo link puoi trovare l’elenco delle Banche consorziate dal Fitd:

Quali i risparmi rimborsati dal Fitd?

Sono oggetto della tutela del Fitd i conti correnti, i conti di deposito (compresi quelli vincolati), gli assegni circolari e i certificati di deposito nominativi (non quelli al portatore) e i libretti di deposito. Un discorso a parte riguarda le carte di credito prepagate: in generale questo strumento non rientra nella tutela del Fitd, poiché lo stesso non si qualifica come deposito, tuttavia, se alla carta prepagata è associato un codice Iban, essa viene equiparata a un deposito ordinario ed è tutelata dal Fitd.

Non vengono invece garantiti dal Fitd investimenti quali titoli di Stato, obbligazioni, i pronti contro termine, azioni. Se però la banca dovesse incappare in un eventuale stato d’insolvenza, i detentori degli investimenti depositati non corrono alcun pericolo in quanto tutto ciò non fa parte dell’attivo della banca e vengono dunque restituiti al proprietario che non incorre in alcuna procedura fallimentare a meno di non possedere titoli emessi direttamente dalla banca che si trova in stato di insolvenza. Per quanto riguarda i valori custoditi nelle cassette di sicurezza, essi non rientrano nella tutela offerta dal Fitd, tuttavia, in caso di liquidazione coatta della banca, i beni in esse presenti sono restituiti al titolare della cassetta.

Conti correnti bancari

I conti bancari sono coperti dalla garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd), fino all’importo massimo di euro 103.291,28. Il limite di copertura dei depositi bancari deve essere computato per singolo soggetto depositante, per singola banca, a prescindere dall’appartenenza allo stesso gruppo bancario. In pratica, questo significa che se presso una stessa banca sono intestati più conti, la garanzia massima totale corrisponderà a 103.291,28 euro. Se lo stesso depositante è invece titolare di più conti presso istituti di credito differenti, godrà di una garanzia fino a 103.291,28 euro per ciascuno dei conti a lui intestati.

Ad esempio: Se il signor Bianchi è intestatario di 2 conti presso la banca “Alfa”, uno con saldo di €. 90.000 euro, l’altro di €. 50.000, con un credito complessivo di €. 140.000, in caso di liquidazione coatta della banca gli sarà riconosciuta una somma massima di 103.291,28 euro.

Nel caso di conti cointestati, ciascuno degli intestatari gode di una garanzia massima di 103.291,28. Facciamo alcuni esempi, per capire meglio.

Dato un conto cointestato a 2 persone, con un saldo di €. 100.000, in caso di liquidazione coatta della banca, a ciascun cointestatario verranno rimborsati €. 50.000. Dato uno stesso conto cointestato a 2 persone, con un saldo di €. 500.000, in caso di liquidazione coatta della banca, a ciascun cointestatario verranno rimborsati €. 100.000. Infine, ipotizziamo che il sig. Bianchi intrattenga 2 depositi bancari presso un istituto di credito, uno personale con un saldo di €. 90.000 e uno cointestato con il coniuge di €. 120.000 (60.000 euro di pertinenza per ciascuno dei cointestatari). In questo caso il signor Bianchi vanterà un credito di €. 150.000 (90.000 + 60.000) mentre il coniuge avrà un credito di €. 60.000. In caso di liquidazione coatta della banca, il signor Bianchi sarà rimborsato per €. 100.000 e il coniuge per €. 60.000.

Da quanto abbiamo avuto modo di vedere diventa fondamentale suddividere i propri risparmi in conti correnti di vari istituti di credito in modo da scongiurare il superamento della soglia massima di deposito garantita.

Conti correnti delle banche di credito cooperativo

I depositi presso le banche di credito cooperativo sono garantiti da un fondo specifico, ovvero il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo. Questo fondo ha lo stesso meccanismo di funzionamento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e ha lo stesso limite massimo di 103.291,28 euro. Non ci sono, quindi, sostanziali differenze di garanzia tra un conto corrente bancario ed un conto corrente detenuto in banche di credito cooperativo.

Conto titoli fuori da garanzia

I titoli conservati dalle banche per conto dei clienti rimangono completamente separati dal patrimonio della banca, quindi i creditori di quest’ultima non possono rivalersi su questi, neppure in caso di fallimento della banca.

Investimento in azioni fuori da garanzia

I titoli azionari sono un investimento in capitale di rischio. Anche in questo caso non può trovare applicazione alcuna forma di garanzia su questo investimento. Gli azionisti, di fatto, sono soci della società in cui investono, e se questa fallisce possono perdere tutto il capitale investito. Sono inoltre soggetti alla variazione, anche improvvisa, delle quotazioni del titolo in borsa. L’acquisto di azioni deve dunque essere valutato con molta cautela, perché rappresenta una delle forme più rischiose di investimento finanziario (e proprio per questo anche una delle forme più remunerative).

Obbligazioni di società private con garanzia da verificare

Le obbligazioni sono titoli rappresentativi di un prestito fatto a una società, e normalmente sono prive di garanzie. Acquistare obbligazioni significa prestare dei soldi a una società, che si impegna a restituirli a una data scadenza, pagando inoltre un interesse (che sarà più basso se il debitore è affidabile, più alto se è considerato a rischio di insolvenza). Il primo rischio, quindi, è che il debitore non restituisca i soldi alla scadenza. In caso di fallimento, è possibile perdere l’intero capitale investito. Le nuove norme, però, hanno introdotto la possibilità che lo Stato garantisca alcune obbligazioni emesse dalle banche. Quando c’è questa garanzia (da verificare caso per caso), la sicurezza dell’investimento può essere paragonato a quello in titoli di Stato.
Se tutto va bene, alla scadenza dell’obbligazione è possibile ottenere la restituzione del capitale, oltre agli interessi pattuiti. Anche in questo caso, non ci sono garanzie. Come in ogni investimento è necessario, quindi, valutare attentamente la solvibilità della società a cui prestiamo i soldi, e possibilmente tenere i titoli fino alla scadenza prevista.

Titoli di Stato

I titoli di Stato italiani (Bot, Cct, Btp) sono obbligazioni emesse dallo Stato italiano. Acquistare titoli di Stato significa prestare dei soldi allo Stato, che si impegna a restituirli a una data scadenza, pagando inoltre un interesse. Il rischio di perdere il capitale è molto remoto, dato che ciò può avvenire solo in caso di bancarotta dello Stato. Sono pertanto considerati una delle forme più sicure di investimento, e proprio per questo danno di solito un rendimento inferiore rispetto ad altri investimenti più rischiosi. Però, come abbiamo visto per le obbligazioni, se abbiamo bisogno di vendere i titoli prima della scadenza c’è la possibilità di ottenere meno di quanto abbiamo versato, perché anche i titoli di Stato possono perdere valore in seguito alla variazione dei tassi di interesse sul mercato. Alla scadenza, invece, siamo sicuri di ottenere l’intero capitale investito.

Fondi comuni di investimento, Etf e fondi pensione

I fondi comuni ed i fondi pensione sono gestiti da società bancarie o finanziarie (Sgr), ma il loro patrimonio è separato da quello del gestore, quindi non possono essere coinvolti nel suo eventuale fallimento. Da questo punto di vista, quindi, garantiscono un grado di tutela molto elevato. Lo stesso vale per gli Etf, che sono fondi privi di gestione attiva, dunque meno costosi.
Altro discorso è quello relativo al rischio di variazione del valore delle quote dei fondi, che dipende dai titoli che sono in esso compresi (azioni, obbligazioni, titoli di Stato, etc.) e dalla capacità del gestore. Da questo punto di vista, il grado di rischio dipende dalla categoria del fondo in cui abbiamo investito (azionario, obbligazionario, monetario, settoriale, geografico, etc.). I fondi azionari possono rendere di più, ma sono più rischiosi, mentre quelli obbligazionari di solito rendono meno, ma sono più sicuri. I fondi che investono solo in titoli di Stato hanno il massimo grado di sicurezza.

Come ottenere il rimborso dei depositi bancari?

Le modalità di rimborso delle somme non devono essere attivate direttamente dal risparmiatore né rientrano nella trafila liquidatoria dell’istituto bancario bensì si attivano automaticamente in tempi piuttosto brevi. Il presupposto per l’intervento del Fondo interbancario è lo stato di liquidazione coatta amministrativa della banca. Ai sensi della Direttiva 2014/49/UE il rimborso è effettuato entro 7 giorni lavorativi dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta della banca e sarà lo stesso Fitd a contattare e rimborsare ogni avente diritto. L’istituto di credito ha 5 giorni di tempo per l’elaborazione e l’invio al Fondo del flusso informativo contenente le posizioni aggregate per ogni depositante.

Tutto il resto che non rientra nella copertura del Fitd sarà invece oggetto di riclassificazioni di bilancio che determineranno poi le priorità di rimborso a cui verranno destinate le risorse della banca. Questo sostanzialmente significa che una volta chiuso il bilancio tra attività e passività, il liquidatore procederà al rimborso dei diversi creditori, partendo da quelli privilegiati (che sono per esempio i dipendenti della banca per i loro stipendi oppure l’erario per eventuali tasse non pagate, eccetera) e procedendo via via verso le altre categorie che godono di un credito da parte dell’eventuale istituto di credito fallito.

Come viene finanziato il Fitd?

Il Fitd in pratica è un consorzio ove le banche aderenti, a chiamata, sono tenute a versare tra lo 0,4% e lo 0,8% di tutti i fondi rimborsabili di tutti gli aderenti al consorzio. Stante a quanto indicato dalla relazione al bilancio del Fondo del 2015, risultato iscritte al consorzio 202 istituti di credito. Il fondo è pronto a rimborsare fino a 515miliardi di euro, in caso di default complessivo del sistema. Cifra sicuramente non sufficiente a coprire tutti i depositi oggetto di tutela (circa 770miliardi di euro), ma bisogna considerare che le probabilità che tutto il sistema bancario nazionale e internazione dei depositi vada in dafault, non sono preventivabili.

Il Fitd, attualmente, è in grado di sostenere il fallimento di un istituto di credito di medio piccole dimensioni, ma posiamo prevedibilmente considerare inadeguata la consistenza del Fitd, per un default di istituti di medio grandi dimensioni, pur potendo dire con assoluta certezza che non si corrono rischi nel medio termine che si verifichi un evento di proporzioni così preoccupanti.

Tenete presente che i vari Stati, come avete avuto modo di vedere negli ultimi anni, non hanno alcun interesse a veder andare in default un grande istituto di credito, proprio perché il meccanismo di “panico” e di crisi arriverebbe a contagiare anche altre istituti di credito, creando un sistema a catena, che potrebbe avere dimensioni non calcolabili. Per questo sia la BCE che la FED americana, molto probabilmente interverrebbero prima del dafault, incoraggiando una fusione con altri istituti o garantendo direttamente la liquidità immessa nell’istituto per superare la crisi.

Il consiglio che posso darvi è quello di tenersi sempre informati sulle condizioni patrimoniali del vostro istituto di credito di riferimento. Per farlo dovrete andare a vedere l’indice Cet1, acronimo di Common Equity Tier 1, ovvero, il parametro che misura la solidità di un istituto di credito. Tale indice, infatti, si calcola rapportando il capitale a disposizione della banca con le sue attività  ponderate al rischio, ossia, a quanto ammonta il rischio al quale la banca o l’istituto è esposto. Pertanto, per verificare se la banca è solida il Cet1 deve essere sopra la soglia minima che per le banche italiane, è stata fissata dalla BCE, al 9%.

Garanzia sui depositi bancari fuori dalla UE: focus sul Regno Unito

Nel Regno Unito, i conti nelle banche regolamentate sono protetti dal Financial Services Compensation Scheme (FSCS). L’importo protetto dovrebbe essere lo stesso offerto nell’UE ed è attualmente di £ 85.000. Come in Europa, la protezione è per depositante (quindi i conti cointestati sono protetti fino a £ 170.000) e per istituto bancario. L’FSCS mira a pagare un risarcimento entro sette giorni dal fallimento di una banca o di una società immobiliare, anche se i casi più complessi richiederanno più tempo. Al momento non ci risultano in essere piani per modificare il limite di £ 85.000 dopo la Brexit. Spiega inoltre che la sua tutela  “non dipende dal luogo di residenza del depositante, ma da dove la banca, l’istituto di credito o l’istituto di credito detiene il deposito”. Pertanto, non cambia nulla per i cittadini del Regno Unito che vivono nell’UE con risparmi in una banca autorizzata nel Regno Unito. Tuttavia, dal 1° gennaio 2021, la protezione dei depositi detenuti nelle filiali UE/SEE di imprese del Regno Unito è ora coperta dal sistema locale di garanzia dei depositi SEE in quel paese e non più dall’FSCS.

Garanzia sui depositi bancari fuori dalla UE: il caso del Lussemburgo nella garanzia sulle polizze vita

Il Lussemburgo offre una protezione molto solida per i titolari di polizze assicurative sulla vita. La pietra angolare del suo regime di protezione degli investitori è conosciuto sotto l’acronimo di “triangolo di sicurezza“. Si tratta di un requisito legale secondo il quale tutte le attività dei clienti devono essere detenute da una banca depositaria indipendente approvata dall’autorità di regolamentazione statale.

La banca è tenuta a proteggere i titoli dei clienti – fondi di investimento, azioni, obbligazioni, ecc. – in modo che siano fuori bilancio. Se la banca fallisce, questi titoli rimangono in conti clienti segregati. Il 100% dei titoli dell’assicurato è quindi protetto. Sebbene ciò non includa i depositi in contanti, i contanti detenuti in fondi monetari sono trattati come titoli e quindi protetti.

Sostanzialmente il “triangolo della sicurezza” assicura la separazione legale e fisica tra il patrimonio dei sottoscrittori, da un lato, e le attività degli azionisti e altri creditori della compagnia di assicurazioni dall’altro. In pratica, le attività legate ai contratti di assicurazione vita sono depositate – separatamente da altri impegni della compagnia – presso una banca depositaria approvata preventivamente dal Commissariat aux Assurances.

Il “triangolo della sicurezza”  si materializza con la firma di un accordo tripartito di deposito tra la compagnia di assicurazioni, la banca depositaria e l’autorità di controllo delle assicurazioni in Lussemburgo (il Commissariat aux Assurances). La separazione delle attività è controllata trimestralmente dal Commissariat aux Assurances. Nel caso di inadempienza dell’assicuratore, l’autorità di controllo può bloccare i conti per proteggere i diritti dei sottoscrittori.

Che cosa fare se vuoi ridurre al minimo il rischio di perdere i tuoi risparmi?

Come abbiamo visto la tutela sui depositi bancari riesce a tutelarti, almeno fino ai limiti previsti in caso di situazioni di default di un istituto bancario. Abbiamo visto anche che questo tipo di garanzia riguarda anche molto stati europei (e non solo). Detto questo, tuttavia, ritengo che sia opportuno anche capire quali possono essere alcune azioni da intraprendere per tutelare al meglio i propri risparmi. Di seguito alcuni consigli che posso darti (ma attenzione, non è detto che vadano bene per tutti), invitandoti sempre a consultare il tuo consulente finanziario di fiducia per approfondimenti.

Diversifica i risparmi su più conti correnti

Forse puoi considerarlo un consiglio banale. Tuttavia, tieni presente che molte persone ancora oggi hanno un conto corrente dove destinano tutti i loro risparmi. Questo va bene quando si tratta di piccole cifre, ma quando i risparmi iniziano, con il tempo a diventare consistenti è utile suddividere i propri risparmi su più conti correnti. Devono essere conti correnti di istituti bancari differenti, in modo tale da sfruttare meglio la garanzia di tutela dei depositi.

Diversifica i tuoi risparmi utilizzando anche conti correnti esteri

Quando i risparmi iniziano a diventare consistenti può essere utile sfruttare anche conti correnti esteri per diversificare ulteriormente i rischi. Attraverso un conto corrente estero puoi diversificare il c.d. “rischio Paese“, ed anche il c.d. “rischio di cambio” se decidi di aprire un conto in un Paese che utilizza una valuta diversa dall’euro. Questo tipo di diversificazione ha senso per risparmi che sono consistenti. Attenzione, su questo aspetto, ai risvolti fiscali legati al percepimento di capital gain esteri e per la disciplina sul monitoraggio fiscale delle attività finanziarie estere nel quadro RW.

Utilizza strumenti di risparmio diversi dal denaro

Risparmiare solo attraverso l’accumulo di denaro potrebbe non rivelarsi un ottima scelta. Devi pensare a diversificare anche le possibilità di risparmio. Propongo due esempi:

  • Le polizze vita;
  • I beni rifugio.

L’assicurazione vita è in grado di rispondere a tantissime esigenze: da una lato è una forma di risparmio e dall’altra rappresenta una protezione dai rischi legati a una malattia, alla morte prematura o alla perdita di autosufficienza. Una polizza vita può, in alcuni casi, essere anche uno strumento di investimento (inoltre, la polizza vita può garantire anche un minimo risparmio fiscale).

Accanto alle polizze vita può essere utile anche destinare parte dei propri risparmi in beni rifugio. Mi riferisco ad assets particolari, come l’oro fisico, ma anche beni ed oggetti d’arte, ovvero tutti quei beni che non perdono di valore nel tempo. Anzi, devi pensare ai beni rifugio nell’ottica di tenerli nel lungo periodo sperando in un apprezzamento nel tempo. Una menzione a parte meritano gli immobili, il cui acquisto deve essere destinato a scopo di investimento (occorre sempre valutarne e stimarne la redditività futura).

Garanzia sui depositi bancari: conclusioni e consulenza

In questo articolo ho cercato di riassumerti la situazione in Europa, ma soprattutto in Italia in relazione alla garanzia esistente sui depositi bancari. Inoltre, ho cercato di effettuare in piccolo e non esaustivo focus su due Paesi importanti per gli investimenti finanziari, come il Regno Unito ed il Lussemburgo. In ogni caso, il consiglio che posso darti è quello di assicurarti sempre di avere un’adeguata diversificazione tra i diversi asset di investimento. Ciò riduce il rischio e aumenta il potenziale di rendimenti migliori.

Noi non ci occupiamo di consulenza finanziaria, quindi per questi aspetti ti consiglio di affidarti ad un consulente finanziario indipendente preparato. Tuttavia, se desideri approfondire con me la tua situazione anche in relazione agli obblighi fiscali connessi ai tuoi investimenti esteri contattami per una consulenza personalizzata.

Se hai letto questo articolo e ti stai rendendo conto che necessiti dell’analisi della tua situazione personale, ti invito a contattarci attraverso il form di cui al link seguente. Riceverai il preventivo per una consulenza personalizzata in grado di risolvere i tuoi dubbi sull’argomento. Soltanto in questo modo, infatti, potrai essere sicuro di evitare di commettere errori, che in futuro possono esserti contestati e quindi sanzionati.

Come tutelare i propri risparmi: FAQ

Come proteggere i propri risparmi?

Un primo metodo per proteggere i tuoi risparmi consiste nel separarli dal tuo conto corrente o deposito in banca. In effetti, la maggior parte delle persone si limita a versare i propri introiti mensili (stipendio, pensione, reddito da lavoro autonomo, ecc.) all’interno di un conto corrente personale.

Che cosa sono i depositi bancari?

Il deposito bancario è un contratto con il quale una banca acquista la proprietà di una somma di denaro e si obbliga a restituirla nella stessa forma al termine convenuto (se si tratta di un d. a scadenza o vincolato) o a richiesta del depositante (se si tratta di un d. … 1834 c. c. e sono uno dei principali servizi bancari.

Dove mettere i propri risparmi in caso di rischio di default bancario?

Quindi, dove mettere i risparmi in caso di default? Nei beni rifugio! Si tratta di beni il cui valore è intrinseco e non legato alla solidità finanziaria di uno stato; il loro valore, infatti, tende a restare invariato nonostante le crisi economiche, o, tutt’al più, ad aumentare, ma mai a diminuire.

Dove mettere i risparmi senza rischi?

I soggetti del mercato del risparmio cui ci rivolgiamo per investire i propri soldi senza rischi sono principalmente le Banche e gli uffici postali. Si possono acquistare anche altri strumenti di risparmio da altri intermediari come le S.I.M. (Società di intermediazione mobiliare) e le compagnie di Assicurazione.

Come funziona un conto deposito?

Un Conto di deposito è un conto corrente bancario, limitato nelle proprie funzionalità, che ha l’unico scopo di fruttare interessi elevati sul patrimonio investito. Buona parte dei conti di deposito esistenti non hanno costi e prevedono un tasso d’interesse fortemente superiore rispetto ai conti correnti tradizionali.

Dove conviene tenere i soldi?

Il conto deposito è l’opportunità migliore dove mettere i risparmi che hai oggi. Da un lato hai infatti la possibilità di investire senza alcun tipo di rischio fino a 100.000 euro, e dall’altro la possibilità di portare a casa interessi che, per quanto minimi, sono comunque meglio di nulla.

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