Dopo l’approvazione in legge del Decreto sostegni 2021, il blocco sull’invio degli avvisi bonari è ripartito ma con un leggero aiuto e sostegno, tenendo conto della crisi pandemica in atto nell’ultimo anno ed introducendo una definizione agevolata degli avvisi bonari. I controlli automatizzati verranno effettuati direttamente dall’Agenzia delle Entrate e prevedono un controllo sulle dichiarazioni risalenti al periodo 2017 e 2018 ed elaborate entro la fine di dicembre 2020.

La ripresa degli invii è stata scaglionata in 3 fasi dove inizialmente le comunicazioni sono andate ai contribuenti non titolari di partita IVA, a seguire vengono i titolari di partita IVA non soggetti alla definizione agevolata, ed infine i titolari di partita iva che hanno diritto alla definizione agevolata degli avvisi bonari.

Vediamo come protagonisti di quest’ultima formula i possessori di partita IVA, i quali potranno usufruire di un pagamento ridotto qualora nell’arco del 2020 hanno avuto un calo d’affari di oltre il 30%, infatti gli verrà concesso di pagare solamente le imposte ed i relativi interessi.

Gli avvisi bonari verranno inviati direttamente dall’Agenzia delle Entrate con la misura agevolata unita alla comunicazione di irregolarità.

Nella norma dell’art.5 del Decreto Sostegni non c’è la presenza limitazioni a livello soggettivo, quindi possono usufruire della definizione agevolata degli avvisi bonari sia le persone fisiche sia le società di persone fisiche e di capitale.

I pagamenti possono essere effettuati sia in un’unica soluzione entro 30 giorni dal richiamo, sia in una forma di rateizzazione che prevede rate trimestrali pari a otto. Qualora non venisse versato l’importo richiesto verranno applicate le sanzioni ordinarie, con formule morose.

La possibilità di accedere alla definizione agevolata degli avvisi bonari partirà in automatico direttamente dall’Agenzia delle Entrate che, dopo aver verificato le irregolarità, provvederà a controllare i presupposti necessari per l’applicazione della normativa, quindi il contribuente non dovrà formulare nessuna richiesta ma solo impegnarsi a pagare entro i tempi stabiliti.


Cos’è un avviso bonario

Si tratta di una comunicazione di irregolarità trovata tramite i controlli automatici effettuati dall’agenzia delle entrate.

Il contribuente che riceve l’avviso può decidere sia di pagare le somma con una sanzione ridotta di un terzo rispetto a quella ordinaria, sia contestare la notula ricevuta fornendo le prove necessaria a sostenere il caso.

Le dichiarazioni dei redditi e le dichiarazioni IVA sono soggette a controlli circa la liquidazione delle imposte dovute o dei rimborsi spettanti. Successivamente all’attività di liquidazione e circa le imposte sui redditi, le dichiarazioni, sulla base di criteri determinati dagli organi ministeriali, vengono sottoposte al c.d. “controllo formale”, il quale presuppone un’attività valutativa. Il procedimento si può cosi schematizzare:

  • controllo automatico o formale;
  • comunicazione del c.d. “avviso bonario”;
  • in caso di mancata definizione dell’avviso bonario, iscrizione a ruolo delle somme e notifica della cartella di pagamento.

Pertanto, quando dai controlli automatici emerge un risultato diverso rispetto a quello indicato nella dichiarazione, viene comunicato al contribuente.

“qualora a seguito della comunicazione il contribuente o il sostituto di imposta rilevi eventuali dati o elementi non considerati o valutati erroneamente nella liquidazione dei tributi, lo stesso può fornire i chiarimenti necessari all’Amministrazione finanziaria entro i trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione”.

La modalità di comunicazione dell’avviso bonario varia a seconda che il contribuente abbia o meno inviato la dichiarazione con intermediario abilitato.

Definizione agevolata avvisi bonari

A marzo del 2021 sono ripartiti gli avvisi riguardanti il controllo automatizzato delle dichiarazioni dei redditi, incluso anche la messa in disponibilità degli inviti alla promozione dell’adempimento spontaneo relativi alle comunicazioni delle liquidazioni periodiche IVA.

Gli avvisi bonari che rientrano a far parte della definizione agevolata stabilita tramite il Decreto Sostegni fanno riferimento agli articoli 36/bis D.P.R. n. 600/1973 e 54-bis, D.P.R. n. 633/1972.

Si tratta di comunicati emessi per rendere noto al contribuente dell’attuazione controlli automatici sulla “base dei dati e degli elementi direttamente desumibili dalle dichiarazioni presentate e di quelli in possesso dell’anagrafe tributaria”.

Il periodo d’imposta a cui vengono applicati sono gli anni 2017 e 2018, un arco di tempo vastissimo da coprire. Non sono stati elaborati precedentemente a causa della sospensione dei termini prevista dall’articolo 157 del decreto Rilancio.

Quest’agevolazione riguarda la riduzione dei debiti che prevede una sanzione di 1/3 dell’importo totale più gli interessi maturati.

Definizione avvisi bonari i beneficiari

Possono accedere alla definizione agevolata degli avvisi bonari i possessori di partita IVA attiva quando il Decreto sostegni è entrato in vigore e , come dichiara direttamente il sito agenziaentrate.gov.it,

“hanno subito una riduzione del volume d’affari nel 2020 superiore al 30% rispetto al volume dell’anno precedente come risultante dalle dichiarazioni annuali IVA.”

Inoltre, la possibilità di rientrare in questa categoria include gli avvisi bonari datati agli anni d’imposta:

  • 2017 elaborati entro il 31 dicembre 2020 ma non inviati,
  • 2018, da elaborare entro il 31 dicembre 2021.

La definizione agevolata viene applicata direttamente dall’agenzia dell’entrate dopo aver effettuato i controlli dovuti.

Definizione avvisi bonari, come funziona

I contribuenti che rientrano nelle categorie sopra elencate hanno diritto in modo automatico all’applicazione della definizione agevolate degli avvisi bonari.

Ciò vuol dire che non dovrete compilare moduli o mandare domande, anzi, riceverete direttamente a casa due atti:

  • la comunicazione di irregolarità;
  • la proposta di definizione.

Le comunicazioni sono inviate direttamente tramite PEC, posta elettronica certificata, oppure su raccomandata con ricevuta di ritorno.

Come funzionano i pagamenti

Per il contribuente che ricevere la comunicazione di pagamento, i termini e le condizioni sono imposte da D.Lgs. 462/1997, ciò significa:

  • unica soluzione entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione;
  • suddivisione a rate, per un numero massimo di rate trimestrali pari ad 8, qualora il debito dovesse superare i 5.000 euro il massimo delle rate diventano 20 trimestrali.

Ricordiamo che la prima rata deve essere comunque pagata entro 30 giorni dalla ricezione del richiamo. Successivamente verrà applicato un interesse sui futuri pagamenti a base trimestrale. Gli interessi saliranno del 3,5% annuo, calcolati dal primo giorno del secondo mese successivo alla ricevuta della comunicazione.

Se le date di scadenza non verranno rispettate, l’Agenzia delle Entrate provvederà all’applicazione di sanzioni ordinarie previste per i versamenti d’imposta.

Si può anche decidere di contestare gli avvisi bonari ricevuti qualora si pensi che ci sia un errore. Dovranno essere fornite delle prove e la documentazione richiesta, segnalando direttamente all’Agenzia dell’Entrate presso l’apposito portale.

Riassunto sulla dichiarazione avvisi bonari

Sono ricominciati i controlli automatici sulla dichiarazione dei redditi e l’invio degli avvisi bonari. La dichiarazione viene suddivisa in due tipologie:

  • liquidazione delle imposte dovute o dei rimborsi spettanti,
  • controllo formale della dichiarazione.

Ai contribuenti con partita iva attiva nel marzo 2021, e una perdita del volume di affari pari al 30%, viene concesso la definizione agevolata degli avvisi bonari, ovvero una riduzione dei costi pari ad 1/3 rispetto alla sanzione ordinaria.

I pagamenti dovranno essere effettuati entro 30 giorni dal momento in cui si ottiene la comunicazione. È possibile differenziarli in otto rate trimestrali, calcolando un interesse del 3,5% annuo sulle future rate.


Avviso importante:
Fiscomania.com ha raccolto, con ragionevole cura, le informazioni contenute in questo sito. Il materiale offerto è destinato ai lettori, solo a scopo informativo. Quanto letto non può in nessun caso sostituire una adeguata consulenza o parere professionale che rimane indispensabile. Si prega di leggere i nostri Termini e condizioni e l’informativa sulla privacy prima di utilizzare il sito. Tutto il materiale è soggetto alle leggi sul copyright. Fiscomania.com non accetta alcuna responsabilità in relazione all’utilizzo di tale pubblicazione senza la collaborazione dei suoi professionisti.

Articolo precedenteDecreto Recovery approvato: tutti i provvedimenti
Prossimo ArticoloDocumento riepilogativo per fatture inferiori a €. 300
Tania Silini
Classe 1993, diplomata in arte e comunicazione presso il Liceo Decio Celeri di Lovere, ho conseguito poi dei corsi di Digital Marketing e Coding svolti a Londra. Appassionata da sempre di scrittura e dopo varie esperienze all'estero ho deciso di collaborare con alcuni progetti editoriali interessanti. In particolare, mi occupo di aggiornamenti di fiscalità nazionale per il portale Fiscomania.com, dove pubblico contenuti ed approfondimenti legati alle persone fisiche, agevolazioni fiscali e bonus.

Lascia una Risposta