I contributi a fondo perduto del Decreto Sostegno sono indirizzati alle partite Iva, titolari di azienda e di impresa che hanno subito una perdita economica ingente dallo scoppio della pandemia.

Lo stato ha messo a disposizione di che svolge un’attività i contributi a fondo perduto per compensare le perdite economiche causate dalle restrizioni e dalla situazione generale di emergenza sanitaria.

Per richiedere i contributi è necessario rientrare in alcuni requisiti, in particolare è necessario dichiarare l’avvenuta perdita di fatturato dal 2019 ad oggi. Attualmente è possibile fare richiesta, perché l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione un modulo apposito dal 30 marzo 2021.

La domanda si può presentare fino al 28 maggio 2021, superata questa data non è più possibile accedere ai contributi a fondo perduto. Può accadere, per specifici motivi, di non poter accedere ai contributi, o di doverli restituire successivamente.

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Contributi a fondo perduto: quando è necessario restituirli

Contributi a fondo perduto: le casistiche

Sul sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate è spiegata la procedura per la restituzione dei contributi a fondo perduto. Normalmente i contributi vengono erogati alle imprese che rientrano nei criteri stabiliti dal Decreto Sostegno del governo Draghi.

Principalmente, si fa riferimento a due discriminanti:

• Aver ottenuto ricavi dall’attività inferiori ai 10 milioni di euro;
• Aver subito un calo di fatturato almeno del 30% dal 2019 ad oggi.

I ristori dei contributi vengono erogati in percentuale in base al fatturato complessivo, ma possono richiederli anche partite Iva e autonomi per cifre minori, erogate una tantum, che si aggirano intorno ai mille euro.

Come è facilmente intuibile, ci sono dei casi in cui non è possibile rientrare tra i cittadini che possono beneficiare dei contributi. Nella fattispecie, si rientra in diverse possibili situazioni:

• I contributi arrivano perché si rientra nella casistica e non sono stati commessi errori di compilazione;
• I contributi non arrivano perché ci sono errori di compilazione;
• I contributi non arrivano perché non si rientra nella casistica di beneficiari;
• I contributi arrivano ma bisogna poi restituirli.

Errori di compilazione: uno dei motivi per cui la domanda viene respinta

L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione il modello ufficiale per richiedere i contributi a fondo perduto e ha anche pubblicato una guida dettagliata per conoscere tutte le specifiche del contributo.

Nonostante le indicazioni siano piuttosto chiare, è facile cadere in errore compilando il modulo. Abbiamo visto quali sono gli errori più comuni. Andiamo qui a riassumerli:

• Errori di compilazione sul metodo di erogazione dei contributi (scorrettezza intestatario, codice IBAN);
• Errori di compilazione per campi mancanti: uno tra questi, il codice fiscale;
Invio della domanda in ritardo: è da ricordare che non è possibile inviare una domanda oltre il 28 maggio 2021;
• Errore dei dati sul fatturato;

Nel caso in cui la domanda venga respinta, o ci si trovi di fronte ad un errore, è possibile comunque inviare i dati una seconda volta, sempre entro la data stabilita, al portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

I contributi possono non arrivare anche perché semplicemente non si rientra nelle categorie dei beneficiari, per questo è consigliato sempre rivolgersi ad un professionista esterno che si occupa di analizzare la situazione caso per caso.

Restituzione dei contributi a fondo perduto: quando viene richiesta

Può capitare invece, tra i casi che abbiamo visto, che i contributi vengano erogati, ma successivamente l’Agenzia delle Entrate procede alla richiesta della restituzione. Questo accade, come è spiegato sul sito ufficiale, nel momento in cui il soggetto riceve i contributi a fondo perduto anche se non gli spettano:

“Il soggetto che ha percepito un contributo a fondo perduto in tutto o in parte non spettante, anche a seguito di presentazione di istanza di rinuncia, può regolarizzare l’indebita percezione, restituendo spontaneamente il contributo, i relativi interessi e versando le relative sanzioni con applicazione delle riduzioni previste per il ravvedimento operoso.”

L’Agenzia delle Entrate spiega poi che il versamento del rimborso deve avvenire attraverso modello F24.

Questa evenienza spaventa molto imprenditori e aziende, e la cosa migliore da fare per evitare di dover restituire la somma, con aggiunta di sanzioni, è quella di verificare la correttezza della propria richiesta.

Gli enti preposti al controllo infatti, verificano la sussistenza della domanda, prima di erogare i fondi. Allo stesso modo procedono alla verifica dei dati relativi alle dichiarazioni presentate, e in più vengono applicati controlli anti criminalità.

Nel momento in cui, a seguito di un controllo, emerge che l’imprenditore ha ricevuto somme non spettanti, si procede con la richiesta di recupero, con l’aggiunta di una sanzione.

I contributi a fondo perduto spettano alle imprese che realmente hanno subito un calo del fatturato, che sono in una situazione economicamente precaria e possono accedere ai fondi messi in campo dallo stato. Per chi volontariamente dichiara il falso per accedere ai contributi, sono previste multe salate, fino a un massimo di tre volte il contributo percepito indebitamente, ed è prevista nei casi più gravi la reclusione.

Tempistiche per il recupero dei contributi a fondo perduto

L’Agenzia delle Entrate si avvale di trasmettere alla Guardia di Finanza i dati necessari ai controlli sull’erogazione dei contributi a fondo perduto, e i tempi per l’applicazione delle sanzioni o per richiedere indietro i fondi si possono allungare fino a 8 anni successivi alla presentazione della domanda.

I controlli vengono applicati sulla situazione complessiva del richiedente, che include le fatture elettroniche, le dichiarazioni reddituali, le dichiarazioni IVA.

Tramite F24 il soggetto che risulta non idoneo ai contributi, può procedere alla restituzione spontaneamente tramite appositi codici. Si parla di ravvedimento operoso nel momento in cui il soggetto si impegna a restituire i contributi ricevuti indebitamente, con l’aggiunta del pagamento della sanzione, dichiarando l’errore commesso.

In questo caso la sanzione può differire come cifra in base ai tempi con cui il soggetto si è disposto a procedere, che possono andare da 30 giorni, fino a tempi più lunghi, come la restituzione dopo anni. In ogni caso è corretto ricordare che la restituzione dei contributi a fondo perduto avviene nel caso in cui ci si trova di fronte a errori considerati come veri e propri raggiri.

Nei casi in cui si incorra in errori di altra natura, è sempre possibile, entro la data ultima del 28 maggio, procedere ad una correzione, tramite presentazione di istanza sostitutiva. Questo accade nei casi in cui di fatto il modulo è stato compilato erroneamente, con dati mancanti o scorretti.

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