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Contratti a termine: nuova proroga

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Il contratto a termine o contratto a tempo indeterminato è una tipologia di contratto di lavoro subordinato in cui è prevista una durata predeterminata: un emendamento al Decreto Milleproroghe ha previsto una nuova proroga.

È stata estesa fino al 31 dicembre 2024 la possibilità di stipulare i contratti a termine di durata superiore a 12 mesi, ma fino a 24 mesi a fronte di esigenze individuate dall’azienda e del lavoratore.

Ricordiamo che il Decreto Lavoro ha riformato le causali necessarie a legittimare il lavoro a tempo determinato oltre i 12 mesi, prevedendo la possibilità di stipulare contratti anche per esigenze di varia natura: tecnica, organizzativa o produttiva.

Vediamo come funziona la nuova proroga per esigenze specifiche e, in linea generale, la normativa dei contratti a termine.

Disciplina contratti a termine

Il contratto a termine è un contratto di lavoro subordinato che prevede una durata predeterminata, mediante l’apposizione di un termine.

Disciplinato dal Decreto legislativo n. 81/2015, sono state apportante alcune modifiche, per esempio, concedendo, a seconda delle esigenze e dei casi, la possibilità di proroga e rinnovo.

La forma ordinaria del rapporto di lavoro di tipo subordinato è costituita dal contratto di lavoro a tempo indeterminato. Quindi, l’apposizione di un termine è subordinata al rispetto di alcune determinate condizioni. È priva di effetto, inoltre, se non risulta da atto scritto, con la sola eccezione dei rapporti di lavoro di durata non superiore a 12 giorni.

La disciplina dei contratti a tempo determinato è stata modificata dalla legge di conversione del Decreto Lavoro (Decreto Legge n. 48/2023, convertito in Legge n. 85/2023), in relazione a cui sono stati forniti i chiarimenti con la circolare n. 9/2023 da parte del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Successivamente, è stata prevista una nuova proroga con un emendamento al Decreto Milleproroghe.

Nuove causali dei contratti a termine

Il Decreto Lavoro ha apportato qualche modifica alla disciplina dei contratti a termine, contenuta al Capo III del Decreto legislativo n. 81, 15 giugno 2015.

In base al suddetto Decreto legislativo, al contratto di lavoro è possibile apporre un termine di durata non superiore a 12 mesi, per qualunque esigenza e senza motivazioni.

Discorso diverso nel caso in cui il rapporto di lavoro supera la durata di 12 mesi, ma sempre nel rispetto dei 24 mesi.

Una delle modifiche riguarda proprio le causali dei contratti a termine. Si tratta proprio di una delle condizioni necessarie per ricorrere a questo tipo di contratto anche oltre i 12 mesi di durata.

Cosa cambia? Sono state soppresse:

  • Le esigenze temporanee e oggettive estranee all’ordinaria attività;
  • Le esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.

Le nuove causali sono le seguenti:

  • Casi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali, stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e dai contratti collettivi aziendali stipulati dalle Rsa/Rsu;
  • In assenza di previsioni dei contratti collettivi si applicano le causali previste dai contratti collettivi applicati in azienda;
  • In assenza di disposizioni dei contratti collettivi applicati in azienda e comunque entro il 30 aprile 2024, rilevano le esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti nel contratto individuale.

Contratti a cui non si applicano le regole del Decreto Lavoro

Le nuove regole contenute nel Decreto Lavoro non si applicano ai contratti stipulati da:

  • Pubbliche Amministrazioni;
  • Università private;
  • Enti privati di ricerca.

Milleproroghe: proroga dei contratti a termine

Con la conversione del Decreto Milleproroghe, attraverso uno degli emendamenti al testo, è arrivata una nuova novità sui contratti a termine.

È stata confermata la prorogata al 31 dicembre 2024 del termine per la sottoscrizione dei contratti a tempo determinato di durata superiore a 12 mesi, ma inferiore a 24 mesi per esigenze specifiche di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti, che il decreto lavoro aveva fissato al 30 aprile 2024.

Quindi, in mancanza di disposizione, il datore di lavoro e i lavoratori dipendenti hanno la possibilità, solo fino al 31 dicembre 2024, di individuare le esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, che giustificano l’apposizione di un termine al contratto di lavoro di durata superiore ai 12 mesi.

Inoltre, grazie alla nuova proroga possono ritenersi ancora validi i chiarimenti del Ministero del Lavoro contenuti nella circolare del 9 ottobre 2023: la data è da intendersi riferita alla stipula del contratto che, pertanto, potrà anche oltrepassare il 31 dicembre.

Più tempo per adeguare i CCNL

L’emendamento al Decreto Milleproroghe, nel posticipare la scadenza fino alla fine dell’anno, ha fornito un tempo maggiore per l’adeguamento della contrattazione collettiva, con l’obiettivo di evitare la fine per i contratti a termine oltre i 12 mesi.

Tuttavia, resta il limite massimo di durata dei rapporti a termine che possono intercorrere tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore, pari a 24 mesi.

Ci sono alcune eccezioni:

  • Le diverse previsioni dei contratti collettivi, ai sensi dell’articolo 19, comma 2, del Decreto legislativo numero 81/2015;
  • La possibilità di un’ulteriore stipula di un contratto a termine, della durata massima di 12 mesi, presso la sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

Conclusioni

Il contratto a tempo determinato è un contratto di lavoro subordinato nel quale è prevista una durata predeterminata del rapporto di lavoro, mediante l’apposizione di un termine.

Il Decreto Milleproroghe ha previsto l’estensione della possibilità di sottoscrivere i contratti a termine, nel settore privato, nel 2024 per una durata superiore a 12 mesi ma non superiore a 24 mesi, prorogando la scadenza per stipulare tali accordi al 31 dicembre 2024.

Domande frequenti

Quanto possono durare i contratti a termine?
I contratti a termine non possono avere una durata superiore a 24 mesi.

Quante volte si possono rinnovare i contratti a tempo determinato?
I contratti a tempo determinato possono essere prorogati al massimo 4 volte nell’arco di due anni.

Che cosa prevede un contratto a termine?
È il contratto di lavoro che prevede un termine finale, una durata prestabilita.

Cosa succede quando scade il contratto a tempo determinato?
Nel momento in cui il contratto a tempo determinato scade, il tuo rapporto lavorativo si interrompe immediatamente. Questo avviene automaticamente senza la necessità che il datore di lavoro ti licenzi e senza il bisogno presentare le dimissioni.

Che differenza c’è tra proroga e rinnovo del contratto?
La differenza tra proroga e rinnovo sta nel fatto che la prima consiste in un prolungamento dello stesso contratto lavorativo, mentre il secondo prevede la stipula di un contratto ex novo.

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