La cassa integrazione è stata estesa recentemente con la causale Covid-19 fino alla fine dell’anno 2021. Questo significa che anche nel mese di dicembre è possibile in tutti quei casi dove è necessaria, utilizzare la cassa integrazione collegata all’emergenza sanitaria. La cassa integrazione è un ammortizzatore sociale gestito dall’INPS, e nell’ultimo periodo moltissime aziende l’hanno richiesta per i propri dipendenti, a causa delle necessità conseguite con l’emergenza sanitaria. Sono ancora moltissime in ogni caso le richieste di cassa integrazione con causale Covid-19 sia per quanto riguarda le ore di CIG ordinaria sia in deroga, sia per i fondi di solidarietà.

Lo scorso 22 ottobre 2021, tramite un decreto specifico, l’ammortizzatore sociale proposto con causale Covid-19 è stato esteso fino al 31 dicembre 2021: si tratta di un periodo aggiuntivo di cassa di 13 settimane per l’assegno ordinario FIS e CIGD, e di 9 settimane per alcuni specifici settori che sono stati duramente colpiti dalla crisi economica, come l’industria del comparto tessile e dell’abbigliamento. Questa tipologia di cassa integrazione è disponibile per tutti quei datori di lavoro che hanno già richiesto o utilizzato la cassa integrazione ordinaria. 

L’INPS, con il nuovo messaggio numero 4034 del 18/11/2021 offre delle indicazioni sugli ammortizzatori sociali per quanto riguarda anche i lavoratori dipendenti di Alitalia. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, e come le aziende ancora possono accedere alle ore aggiuntive di cassa integrazione per i propri dipendenti.

Cassa integrazione Covid-19: di cosa si tratta

La cassa integrazione con causale Covid-19 è stata introdotta appositamente per affrontare il periodo di emergenza sanitaria, sia tramite cassa integrazione ordinaria che straordinaria. Tra tutte le misure destinate alle imprese, in particolare alla ripresa economica, sono state introdotte alcune proroghe alla possibilità di chiedere la cassa integrazione con questa particolare causale fino alla fine del 2021.

Va ricordato che la cassa integrazione copre l’80% del salario totale normale, ed è destinata a tutti i lavoratori dipendenti, che operano per aziende che si trovano in difficoltà economica, a causa dell’arrivo della pandemia.

La cassa integrazione è versata interamente dall’INPS, anche se viene anticipata dai datori di lavoro ai propri dipendenti. La cassa integrazione in deroga Inoltre si può richiedere per una durata di 18 settimane. Tuttavia sembra che negli ultimi mesi del 2021 le richieste siano ancora moltissime, per questo motivo qualcuno prospetta che questa possibilità venga garantita anche per il 2022.

Per comprendere come funziona la cassa integrazione in tutti i suoi aspetti, bisogna fare riferimento alle diverse tipologie di cassa integrazione:

  • Cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO): applicata nel caso in cui l’azienda per un determinato periodo di tempo, in concomitanza con esigenze particolari, sospende il lavoro o lo diminuisce per alcuni dipendenti. Si tratta della copertura dell’80% del salario per un massimo di 13 settimane, prorogabili ad un massimo di 52 settimane;
  • Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS): si applica per evitare licenziamenti, in particolare su dipendenti assunti da almeno 90 giorni, e vi possono fare richiesta le aziende piuttosto grandi, con almeno 15 dipendenti, per alcuni settori. I dipendenti salgono a 50 per settori come il commercio, la logistica, il turismo. Ha un massimo di 24 mesi e anche in questo caso la retribuzione è dell’80%;
  • Cassa integrazione guadagni in deroga: si applica alle aziende che non possono avere accesso alle prime due forme di cassa integrazione. I lavoratori devono essere assunti da almeno 12 mesi, anche in questo caso la copertura è dell’80% del salario, e questa particolare cassa è stata estesa tramite proroghe apposite per la causale Covid-19, diverse volte.

Cassa integrazione straordinaria per i dipendenti Alitalia

Al momento sono moltissime le aziende che accedono ancora la cassa integrazione, ed è possibile richiederla a causa dell’emergenza sanitaria fino alla fine dell’anno. Tuttavia recentemente con il messaggio numero 4034 del 18 novembre 2021, l’INPS ha stabilito quali sono le indicazioni per garantire la cassa integrazione guadagni straordinaria per i lavoratori dipendenti di Alitalia.

Alitalia infatti è stata recentemente scardinata per fare posto ad Ita, la nuova compagnia aerea italiana che ha sostituito del tutto quella precedente. Le conseguenze della pandemia sui trasporti aerei si sono fatte sentire in tutto il mondo, causando una crisi senza precedenti.

A causa del cambiamento moltissimi lavoratori Alitalia hanno di fatto riscontrato una perdita del proprio posto di lavoro o una diminuzione notevole rispetto al periodo precedente. Perdita dovuta alla transazione da Alitalia a Ita, tant’è che gli ex dipendenti hanno continuato diverse volte a chiedere ammortizzatori sociali, anche protestando, come la cassa integrazione per coprire i mesi non lavorati.

La situazione di degli ex dipendenti di Alitalia è piuttosto difficile, e non è raro assistere a dipendenti posti in cassa integrazione anche per due anni di fila. Il decreto 21 ottobre 2021 reca alcune misure urgenti in materia economica, e contiene indicazioni anche per gli ammortizzatori sociali, sia per l’emergenza sanitaria che per l’accesso alle misure per gli ex lavoratori Alitalia:

“Il citato decreto – entrato in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione – contiene, tra
l’altro, misure che impattano sul sistema degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro
connessi all’emergenza epidemiologica da COVID-19, nonché norme in materia di Cassa integrazione
guadagni straordinaria (CIGS) in favore dei lavoratori dipendenti di Alitalia in amministrazione
straordinaria.”

Cassa integrazione e comparto tessile

Uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi economica inoltre è quello del tessile, per cui la produzione è rimasta attiva nonostante le vendite sono calate drasticamente, e questo ha comportato la nascita di grandi riserve di magazzino invendute.

A questo proposito va citato anche un bonus che è stato introdotto e che va ad agevolare le aziende con molte rimanenze in magazzino: un tax credit del 30% del valore delle rimanenze.

Per quanto riguarda invece la cassa integrazione ordinaria, è possibile per le aziende che appartengono al settore delle industrie tessili, ma anche per la produzione di articoli di abbigliamento, pelle e pellicce, o simili, richiedere una nuova cassa integrazione, la Cigo, per un massimo di 9 settimane.

Si tratta di una erogazione fornita dall’ente previdenziale per cui non è necessario che il datore di lavoro garantisca reddito ai dipendenti. Si tratta di tutte quelle aziende che hanno ridotto la propria attività produttiva tra ottobre e dicembre 2021. Ci si aspetta infine che alcuni ammortizzatori sociali verranno riproposti anche per il 2022, con la nuova Legge di Bilancio.

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Valeria Oggero
Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

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