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Carichi pendenti fiscali: cosa sono? Come si controllano?

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Vediamo cosa sono i carichi pendenti fiscali e come i cittadini possono controllarli in autonomia. I carichi pendenti fanno riferimento a tutti quei procedimenti penali oppure quei mancati pagamenti al fisco che dimostrano che il cittadino si trova in debito con lo Stato.

L’Agenzia delle Entrate tiene traccia della situazione relativa a tutti i pagamenti fiscali del cittadino: si tratta delle tasse come l’IRPEF, l’IRES, l’IVA e altri tipi di tributi che i cittadini, lavorando o tramite forme di reddito differenti, devono versare allo stato.

È possibile per i cittadini chiedere un certificato dei carichi pendenti, facendo domanda all’Agenzia delle Entrate nell’ufficio competente.

Molto spesso il certificato dei carichi pendenti viene utilizzato per constatare quali sono le posizioni debitorie del cittadino nei confronti dello Stato, oppure quali sono i procedimenti penali attualmente in corso. Tramite portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate è possibile visionare quali sono anche i propri crediti o debiti nei confronti del fisco.

Abbiamo già visto come quest’anno, lo stato sta attivando una lotta all’evasione fiscale più stretta, ma allo stesso tempo sta garantendo una particolare forma di condono per le cartelle esattoriali inferiori ad una certa cifra.

Vediamo del dettaglio cosa sono i carichi pendenti fiscali e in che modo il cittadino può controllare la propria situazione relativa ai carichi pendenti.


Carichi pendenti fiscali: quali possono essere

Tra i carichi pendenti fiscali, che si possono visionare facendone richiesta all’Agenzia delle Entrate, sono inclusi tutti gli illeciti amministrativi, i pagamenti mancanti relativi all’IVA, la tassa sul valore aggiunto, o il mancato pagamento di altre tasse, dirette o indirette.

Andiamo a introdurre quali sono le tasse previste nel nostro paese, in particolar modo le tasse presenti sui redditi:

IVA: questa tassa è l’imposta sul valore aggiunto, applicata sul valore di beni, prodotti e servizi, in ogni fase della produzione e di scambio. L’IVA è variabile in base al paese, e al momento in Italia è presente con una aliquota al 22%. Sono previste comunque aliquote ridotte per alcuni beni o alcuni servizi particolari, al 4%. È il caso per esempio di beni alimentari e delle bevande.

IRPEF: questa tassa è l’imposta sul reddito delle persone fisiche, e viene versata da tutti i lavoratori o da chi produce un tipo di reddito. L’IRPEF è versata sia dai lavoratori dipendenti che dagli autonomi. Tutti i cittadini che pagano l’IRPEF sono quelli che ricevono redditi da capitale, da lavoro dipendente o da lavoro autonomo, da impresa, redditi fondiari o redditi diversi. L’IRPEF è una tassa progressiva e viene applicata con aumenti man mano che aumenta il reddito. Per quest’anno è prevista una profonda riforma dell’IRPEF, che potrebbe ridurre le aliquote attuali a 3 anziché 5.

IRES: questa tassa è l’imposta sul reddito delle società. Si tratta di una tassa che viene applicata su tutte le società per azioni, incluse le società in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le cooperative, le società di mutua assicurazione, negli enti pubblici e privati. Si applica in questo tipo di tassa un’aliquota unica sui redditi delle società. Al momento l’aliquota è del 24% rispetto al reddito della società.

IRAP: le società devono anche versare un contributo che riguarda l’imposta regionale sulle attività produttive. Si tratta di società per azioni e di responsabilità limitata, società in accomandita semplice e in nome collettivo, e devono pagare questa tassa anche i soggetti che esercitano attività commerciali o di lavoro autonomo. Si tratta in questo caso di una tassa variabile in base alla Regione di appartenenza. Viene escluso dall’IRAP chi lavora con partita IVA a regime forfettario.

Oltre a queste tasse esistono anche altre imposte a carico dei cittadini italiani. Si va dal bollo auto all’IMU sulle abitazioni, alla TASI, alla TARI, che fanno riferimento alle tasse che i cittadini pagano ogni anno. Nel momento in cui il cittadino presenta delle irregolarità fiscali, o dei debiti nei confronti del fisco, allora si può parlare di carichi pendenti fiscali.

Il certificato dei carichi pendenti fiscali: come richiederlo

Il certificato dei carichi pendenti presenta tutti i debiti tributari relativi ad atti, contestazioni e debiti che non sono stati saldati. È possibile fare una domanda per chiedere all’Agenzia delle Entrate il certificato dei carichi pendenti. È possibile chiedere il certificato unico dei debiti tributari compilando un apposito modulo e inviandolo all’Agenzia delle Entrate.

Solitamente si può ottenere un certificato dei carichi pendenti in breve tempo, un massimo di un mese, e contiene tutte le informazioni sulle imposte dirette e sui debiti eventuali che cittadino ha con il fisco. Purtroppo l’Italia detiene il primato per pressione fiscale, soprattutto nel mercato del lavoro. Per questo motivo l’attuale governo sta lavorando per una riforma fiscale che possa migliorare la situazione relativa all’IRPEF, la tassa sui redditi delle persone fisiche.

Secondo le ipotesi l’IRPEF potrebbe variare le sue aliquote da 5 ripartizioni a tre. Un sistema a tre aliquote potrebbe venire incontro anche alle esigenze di molti cittadini italiani che in questo momento storico si sono trovati in difficoltà economica.
La riforma fiscale quest’anno in particolare è resa necessaria proprio della situazione di crisi economica in cui è caduto il paese, accompagnata da una pressione fiscale elevata.

Si è parlato molto anche di condono fiscale, per quanto riguarda le cartelle esattoriali, ovvero dei debiti dei cittadini nei confronti del fisco, che sono eliminati in modo automatico perché inferiore alla cifra di 5.000 euro.

Dove chiedere il certificato dei carichi pendenti fiscali

Come abbiamo visto prima è possibile conoscere la propria posizione sui carichi pendenti facendo domanda all’Agenzia delle Entrate. Come spiega il portale ufficiale del Ministero della Giustizia, il certificato può essere chiesto:

  • dal soggetto interessato o da una persona da lui delegata;
  • dalle pubbliche amministrazioni e dai pubblici servizi, nel caso in cui il certificato servisse per determinate funzioni;
  • all’autorità giudiziaria penale;
  • dal difensore dell’imputato se necessario. Il certificato dei carichi pendenti in questo caso fa riferimento ai procedimenti penali in corso.

Per quanto riguarda invece la richiesta del certificato unico debiti tributari, è possibile presentare il modello compilato consegnandolo all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate, tramite raccomandata o in alternativa con la posta elettronica, corredata da firma digitale. In ogni caso tutte le informazioni sono presenti al portale ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.

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Classe 1992, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle partite Iva. Collaboro con Fiscomania.com per la pubblicazione di articoli di news a carattere fiscale. Un settore complesso quello fiscale ma dove non si finisce mai di imparare.

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