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Bonus famiglia 2024, tutte le agevolazioni

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Nella legge di bilancio 2024 troviamo una serie di aiuti pensati per la famiglia. Alcuni bonus saranno rinnovati, altri confermati nella loro versione originaria. I requisiti saranno ancora una volta legati alla situazione reddituale.


La famiglia è al centro delle priorità del governo Meloni. Nella legge di bilancio approdata in Senato sono state infatti destinate importanti risorse pensate proprio per i nuclei medio-bassi, con la previsione di bonus tra conferme e novità.

Il testo della manovra, come dichiarato più volte dalla Premier Giorgia Meloni, sarà inemendabile, ma in sede di approvazione alle camere potrebbero non mancare colpi di scena come accade ogni anno. Le misure sulla famiglia sembrano però aver trovato fin da subito l’accordo tra tutte le forze di maggioranza. In questo campo quindi non dovremmo assistere a ripensamenti o stravolgimenti. Vediamo quindi di seguito quali sono tutte le agevolazioni che interesseranno i nuclei familiari per il 2024.

Bonus famiglia, le misure contenute in legge di bilancio

Elenchiamo tutte le misure e i bonus di cui potranno beneficiare le famiglie per tutto il 2024:

  • Nuovo assegno di inclusione;
  • Bonus asilo nido;
  • Carta Dedicata a te;
  • Bonus sociale.

Assegno di inclusione

Nel 2024 debutta l’assegno di inclusione in sostituzione del reddito di cittadinanza. Con questo sussidio diminuirà notevolmente la platea dei destinatari del beneficio e cambieranno le regole da seguire per mantenere il sussidio.

Questa misura prevede specifici percorsi di inserimento sociale, formazione, lavoro e politiche attive del lavoro.

Per ricevere tale beneficio economico il cittadino richiedente dovrà iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL) e sottoscrivere un Patto di attivazione digitale, che farà in modo che i suoi dati vengano trasmessi ai Centri per l’Impiego, alle Agenzie per il lavoro, e agli Enti autorizzati alle attività di intermediazione allo scopo di favorirne l’inserimento nel mondo del lavoro. Per potervi accedere è necessario che il soggetto richiedente sia cittadino dell’Unione Europea, Cittadino di Paesi terzi in possesso di permesso di soggiorno nell’Unione Europea, o titolare dello status di protezione internazionale, ovvero cittadino italiano.

Quanto ai requisiti economici si potrà accedere solamente se in possesso di un ISEE non superiore a 9.360 euro annui e un reddito familiare inferiore a 6.000 euro, moltiplicato per lo specifico parametro della scala di equivalenza. È esclusa la casa di abitazione dal patrimonio immobiliare, e il resto del patrimonio immobiliare ai fini ISEE del nucleo familiare non potrà superare i 30.000 euro.

I componenti del nucleo familiare non devono avere intestati o in uso veicoli con cilindrata superiore a 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 codice civile immatricolati per la prima volta nei 36 mesi antecedenti, né tantomeno navi e imbarcazioni da diporto nonché aeromobili di ogni genere. È specificato inoltre che per poter accedere all’Assegno di Inclusione i soggetti in questione non devono essere sottoposti a misure cautelari, non devono essere disoccupati a seguito di dimissioni volontarie e non devono risiedere in strutture a totale carico pubblico.

Per quanto concerne la durata del beneficio, esso decorre dal mese successivo a quello di richiesta, purché sia attivato il Patto di attivazione digitale e verrà erogato mensilmente per un periodo non superiore a 18 mesi che potrà essere rinnovato solamente per periodi ulteriori di 12 mesi.

L’importo del benefico cambia a seconda della situazione, con tale strumento sarà possibile integrare il reddito familiare fino alla soglia di 6.000 euro annui o fino a 7.560 euro se il nucleo è composto da persone tutte di età pari o superiori a 67 anni, ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni con familiari in condizione di disabilità gravi o di non autosufficienza. Diversamente l’integrazione del reddito potrà arrivare fino a un massimo di 3.360 euro annui o di 1.800 euro annui per i nuclei familiari residenti in abitazioni concesse in locazioni, per un importo pari all’ammontare del canone annuo previsto dal contratto di locazione come dichiarato ai fini ISEE.

Per poter garantire un migliore accesso al mondo del lavoro, l’Assegno di Inclusione è accompagnato da una specifica misura agevolativa per i datori di lavoro che decidono di assumere tali soggetti: è previsto infatti un esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali per un periodo massimo di 12 mesi per i datori di lavoro privati nel limite massimo di 8.000 euro su base annua.

Bonus asilo nido

Anche nel 2024 è confermato il bonus asilo nido, con cui le famiglie possono ottenere il rimborso delle rette e delle spese per la mensa ma entro un importo di massimo. La manovra rafforza infatti con 150 milioni di euro il fondo asili nido erogato dall’Inps, con l’obiettivo di rendere gratuito l’asilo (pubblico o privato che sia) a partire dal secondo figlio. Il bonus viene portato a 3.600 euro l’anno per ogni figlio, dal secondo in poi, nato nel 2024 in famiglie con Isee inferiore ai 40mila euro (a patto che il primo abbia meno di 10 anni). Dato che il costo degli asili è di circa 260 euro al mese per dieci mesi l’anno, il bonus dovrebbe coprire l’intera spesa delle famiglie. Gli importi saranno così distribuiti:

  • 3 mila euro l’anno (272,73 euro al mese per 11 mensilità) per chi ha un Isee di massimo 25 mila euro;
  • 2.500 euro l’anno (227,27 euro al mese per 11 mensilità) per chi ha un Isee compreso tra 25.001 e 40 mila euro;
  • 1.500 euro l’anno (136,37 euro al mese per 11 mensilità) per chi ha un Isee superiore a 40 mila euro o nel caso di nuclei familiari che richiedono il sostegno senza presentare l’Isee.

Tuttavia, per i nati a decorrere dal 2024 spetta una maggiorazione ulteriore, ma solo nel caso di figli successivi al primo e a patto che nel nucleo familiare ci sia almeno un minore di età inferiore ai 10 anni. In tal caso per chi ha un Isee fino a 25 mila euro sono rimborsabili fino a 3.600 euro l’anno, tra i 25 mila e i 40 mila invece si scende a 3.100 euro l’anno.

La domanda per usufruire di questo bonus potrà essere inoltrata a fine gennaio/febbraio 2024. Maggiori dettagli verranno forniti però prossimamente.

Carta Dedicata a te

Una misura confermata nel 2024 è la Carta Dedicata a te. Introdotta a luglio doveva essere un sussidio una tantum, invece verrà prorogato per un’altra volta. Sono stati infatti stanziati ulteriori 600 milioni di euro per continuare a riconoscere il beneficio. La procedura di assegnazione dovrebbe essere la stessa di quella utilizzata nel 2023, così come pure i requisiti: verranno stilate quindi delle graduatorie tenendo in considerazione tutte le famiglie con Isee inferiore a 15 mila euro. Hanno priorità in graduatoria i nuclei con componenti nati tra il 2023 e il 2009, in ordine di precedenza per i nuclei con componenti più piccoli. Seguono dunque quelli tra 2005 e 2008, e così via. Sono invece esclusi dal contributo i percettori del Reddito di cittadinanza, di inclusione, Naspi o altre indennità.

In favore dei beneficiari verrà così ricaricato sulla carta un importo che dovrebbe essere di circa 460 euro complessivi, soldi che potranno essere utilizzati per fare la spesa, per acquistare carburante oppure per la sottoscrizione di abbonamenti pubblici.

Bonus sociale

Ad essere confermato in legge di bilancio troviamo anche il bonus sociale o bonus bollette che, una volta approvata la manovra, verrà nuovamente erogato nel primo trimestre del 2024 alle famiglie con ISEE inferiore ai 15 mila euro. Il limite sale a 30.000 euro nel caso di famiglie numerose, con almeno quattro figli.

Le modalità di erogazione saranno sempre le stesse. L’agevolazione verrà infatti riconosciuta in via automatica in bolletta, con una riduzione dell’importo. Non dovrà quindi essere presentata nessuna domanda da parte degli interessati.

Qualora confermate le stesse regole, l’importo della riduzione delle spese relative ai consumi di luce e gas sarà più alto per i soggetti con ISEE fino a 9.530 euro. Il valore verrà stabilito dall’ARERA, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente.

Altri aiuti per le famiglie

Nella carrellata di aiuti rivolti alle famiglie troviamo poi anche la conferma del congedo parentale. Per i genitori nel 2024 arriverà quindi un ulteriore mese di congedo parentale retribuito all’80 per cento.

La novità rientra tra le misure previste sempre nella Legge di Bilancio 2024. Si prevede dunque la conferma del mese all’80 per cento già in vigore nel 2023 al quale si aggiunge un ulteriore mese retribuito al 60 per cento e che solo per il prossimo anno sarà elevato all’80 per cento. A questi si aggiungono gli altri 8 mesi al 30 per cento previsti dalla normativa vigente.

Un altro sussidio è l’assegno di maternità erogato dai comuni. Non sono stati ancora ufficializzati gli importi, soggetti a rivalutazione sulla base della rivalutazione accertata, ma quel che è certo è che viene riconfermato e verrà corrisposto in favore delle disoccupate che sono diventate mamme. A queste ultime viene infatti riconosciuta un’indennità di 5 mesi in sostituzione di quanto ovviamente non hanno potuto percepire di congedo di maternità, che nel 2023 è stata pari a 383,46 euro al mese, 1.773,60 euro complessivi. Sempre quest’anno il limite Isee richiesto per beneficiarne era pari a 19.185,13 euro.

I vari comuni potranno poi prevedere ulteriori sussidi a favore dei residenti o riduzioni sulle tasse locali come ad esempio sulla TARI. Per esserne a conoscenza però occorrerà fare riferimento alle comunicazioni comunali.

Conclusioni

Nel 2024 sono previsti una serie di bonus pensati per le famiglie, soprattutto con una situazione reddituale medio-bassa. Nell’elenco troviamo ancora la Carta Dedicata a te, il bonus sociale e il bonus asilo nido. E in aggiunta partirà l’assegno di inclusione, un sussidio che soppianterà il reddito di cittadinanza con regole nuove.

Non mancheranno poi anche agevolazioni comunali sempre a sostegno dei nuclei con una situazione reddituale più disagiata. I sostegni mirano ad aiutare coloro che, a fronte dei rincari, hanno avvertito maggiori difficoltà.

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