A lungo si è vociferato dell’introduzione del bonus banda larga. Già lo scorso anno, si era ipotizzato un piano di sostegno alle famiglie, che presupponeva anche l’erogazione di un voucher, senza limiti di reddito. Gli strumenti paventati nella consultazione pubblica dello scorso 27 aprile, sono tre:

  • Voucher per le famiglie senza distinzione di reddito;
  • bonus condomìni per la fibra ottica;
  • incentivi per servizi cloud.

Tali strumenti sono volti a finanziare la diffusione della banda larga. Questi, tuttavia, sono stati richiamati, per il momento, solo in una consultazione pubblica di Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo economico che gestisce il piano. Il predetto Piano sarà, invece, notificato alla Commissione Europea per poi essere disciplinato da un apposito DM dello Sviluppo Economico. 

Tuttavia sarà necessaria una specifica attività, che farà da preludio al decreto del ministero. Infatti, in primo luogo, si dovrà provvedere ad una valutazione, che sarà resa dagli operatori di settore. Solo dopo uno studio di mercato, si procederà con un decreto del ministero, il quale andrà a disporre come saranno ripartite le risorse economiche stanziate del Governo.

Invero, ad oggi, la somma a disposizione è considerevole. Sono circa 407,5 milioni che hanno costituito il Fondo nazionale sviluppo e coesione e riservati per l’80% alle regioni del Mezzogiorno. Le quote più alte sono destinate a Sicilia (81,5 milioni), Campania (75,9) e Puglia (32,8).

Il bonus banda larga va, quindi ad aggiungersi ai numerosi incentivi volti a favorire la digitalizzazione, di famiglie e imprese, come il bonus pc dell’anno scorso.

Come cambia il bonus banda larga

Gli incentivi per installare la banda larga sono molteplici. Alcuni saranno diretti proprio alle famiglie, per le quali sarà introdotto un bonus banda larga dal valore di 300 euro, erogato sotto forma di voucher, senza limiti di reddito. Ciò implica che potrai usufruire del predetto incentivo anche senza presentare il modello ISEE.

Già nel 2020 era stato introdotto qualcosa di molto simile, che aveva avuto una breve vita, infatti è stato chiuso appena dopo un anno.

In pratica, già con il Piano Voucher 2020, le famiglie hanno potuto richiedere un bonus dal valore di 500 euro da investire in:

  • acquisto di computer o tablet;
  • istallazione di una connessione a banda ultra larga, con contratto di forniture per almeno un anno, stimato nel valore di circa 200/400 euro annuali.

Tale iniziativa rientrava nella c.d. Fase 1 del piano che stiamo esaminando. Era tuttavia destinato solo alle famiglie con una basso ISEE, che non superasse la soglia di 20.000 euro, anche al fine di incentivare la digitalizzazione delle scuole. L’incentivo, come dicevamo, è scaduto dopo appena un anno di vita, lo scorso 9 novembre 2021.

Attualmente, l’interesse principale è quello di avviare la c.d. Fase 2. Cosa cambia? Con la Fase 2 si intende andare ad estendere il bonus banda larga sia alle imprese che alle famiglie più ricche, andando quindi ad eliminare il limite del reddito

Il nuovo voucher sarà del valore di circa 300 euro, da erogare a tutti i richiedenti. Il valore in questione, chiarisce Infratel, è stato definito in base a una valutazione dei prezzi delle offerte sul mercato, stimando che con questo contributo sia possibile coprire in media fino al 50% di un contratto che garantisca un servizio di banda ultralarga fino a 24 mesi.

Bonus banda larga alle famiglie

Come dicevamo poc’anzi, il contributo è principalmente rivolto alle famiglie. Si è inteso estendere il voucher, oggi di 300 euro, anche alle famiglie non svantaggiate, ampliando così la platea dei beneficiari eliminando il requisito del limite ISEE. Ovviamente, il bonus sarà erogato fino a esaurimento delle risorse.

Esso è destinato alle famiglie che sono:

  • residenti in Italia;
  • completamente prive di un servizio di connettività oppure che passano da un contratto con prestazione inferiore a 30 megabit per secondo a un servizio superiore.

Se nell’edificio arriva più di una rete a banda ultralarga, il voucher potrà essere erogato solo per l’offerta a maggiore velocità tra quelle disponibili.

Inoltre, non è possibile richiedere più di un contributo per ciascun nucleo familiare, quindi tra i coabitanti solo uno di essi potrà fare richiesta. Non ci sarà l’obbligo di rimanere vincolati al contratto per il quale si è beneficiato del voucher e resterà il diritto di recesso, perdendo però in questo caso il diritto alla quota residua dell’incentivo.

Inoltre, dalle consultazione effettuate il 27 aprile, risulta che la società di Marco Bellezza provvederà a dedicare parte delle risorse stanziate alle esigenze specifiche delle singole Regioni. Quindi, si tenterà di dare prevalenza ai territori più svantaggiati. Per tale motivazione è essenziale una previa valutazione degli operatori di mercato.

Voucher condomini

Le novità della fase 2 del Piano di estensione della banda larga non sono finite qui. Infatti, sempre preservando una delle caratteristiche principali, ossia l’assenza del requisito del limiti Isee, sono previste ulteriori novità anche con riferimento agli incentivi volti al cablaggio verticale dei condomini e per i servizi cloud.

I condomini dovranno essere collegati con la fibra ottica e dovrà essere raggiunto ogni singolo appartamento. In questo caso va ancora stabilità l’entità del bonus e nella consultazione pubblica Infratel chiede agli operatori di esprimere una posizione sulle modalità di quantificazione del costo dell’intervento.

Voucher imprese

Il Ministero dell’economia e delle finanze, già lo scorso Marzo, aveva invece messo a disposizione delle risorse per finanziare i voucher destinati alle imprese.

In particolare, il MiSE concede voucher di importo che varia da un minimo di 300 euro a un massimo di 2500 euro, utilizzabili per l’acquisto di servizi di connettività. Questi incentivi sono diretti alle micro, piccole e medie imprese con meno di 250 dipendenti e i professionisti, iscritti al Registro delle Imprese.

Il bonus banda larga può essere utilizzato per l’attivazione di servizi in abbonamento con velocità in download fino a 1 Gbit/s (e superiori), della durata che varia da un minimo di 18 mesi a un massimo di 36 mesi. Tuttavia i voucher cambiano a seconda della prestazione che viene richiesta:

  • Fascia A: prevede due tipi di contributi a) il primo di 300 euro, per un contratto della durata di 18 mesi che garantisca il passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa tra 30 e 300 megabit al secondo; b) un secondo invece se si supera un gigabit, è previsto un contributo aggiuntivo di 500 euro (quindi per 800 euro totali) a fronte di costi di rilegamento (allaccio alla rete) sostenuti dall’utente che dovranno essere adeguatamente giustificati dagli operatori.
  • Fascia B: un contributo di 500 euro, laddove il contratto abbia una durata di 18 mesi e garantisca il passaggio ad una connettività con velocità massima in download compresa tra 300 Mbit/s e 1 Gbit/s. Se si supera 1 Gbit, possono esser erogati 500 euro ulteriori;
  • Fascia C: contributo pari a 2.000 euro per un contratto della durata di 24 mesi che garantisca il passaggio ad una connettività superiore a 1Gbit/s. Anche in questo caso se si supera la soglia di 1Gbit, è previsto un contributo ulteriore di 500 euro.

La richiesta del voucher può essere effettuata direttamente agli operatori TLC scelti per l’erogazione del servizio. A tal proposito, hanno già stipulato delle convenzione con il programma MiSE operatori quali: Vodafone Business e Aruba. Ad oggi, già sono disponibili molteplici offerte dedicate per accelerare la digitalizzazione delle MPMI in Italia.

Bonus spid e cloud

Infine, una terza voce di finanziamento riguarda i servizi digitali:

  • a supporto dell’attivazione dello Spid (sistema pubblico di identità digitale),
  • dei servizi di posta elettronica certificata;
  • di servizi cloud.

Tali incentivi vedono come diretti beneficiari gli stessi fornitori dei servizi. Per quanto riguarda lo Spid, il contributo dovrebbe esser erogato solo laddove solo l’operatore preveda un’attivazione a pagamento.

Mentre è molto più complesso il piano in programma per i servizi cloud. In questo caso, l’obiettivo è quello di incentivare, o per il singolo beneficiario o in ottica di pacchetto famiglia, la gestione e l’archiviazione di contenuti multimediali.

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