Nelle FAQ del sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociale è rinvenibile una guida per chiarire i contorni dei potenziali beneficiari del Bonus 600 euro. Bonus 600 euro ai neo iscritti agli enti previdenziali di appartenenza nel 2019 e nel 2020.

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha chiarito che il bonus 600 euro può essere riconosciuto anche in favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti che, in quanto iscritti agli enti previdenziali di appartenenza durante l’anno 2019 o nei primi mesi del 2020, non possono vantare, per l’anno di imposta 2018, un reddito derivante dall’esercizio della professione.

In tal modo, sono stati ampliati i potenziali beneficiari del bonus 600 euro anche ai neo iscritti che non abbiano maturato un reddito professionale nel 2018.

Bonus 600 euro ai neo

lavoratori autonomi e i giovani iscritti alle Casse Professionali nell’anno 2019 o nei primi mesi del 2020 potranno chiedere il bonus di 600 euro per il mese di marzo alle Casse di previdenza private a cui sono iscritti.

Quali sono i requisiti per poter beneficiare del Bonus 600 euro?

Il Decreto 28 marzo 2020, nel definire le modalità di attribuzione del bonus di 600 euro, riconosciuto una tantum, ai professionisti e ai lavoratori autonomi iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103, fissa anche degli specifici paletti reddituali.

In particolare, prevede il Bonus 600 euro spetta:

  • Ai lavoratori che abbiano percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo, al lordo dei canoni di locazione assoggettati a tassazione, non superiore a 35.000 euro, se l’attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19;
  •  Ai lavoratori che abbiano percepito, nell’anno di imposta 2018, un reddito complessivo, assunto al lordo dei canoni di locazione assoggettati a tassazione, compreso tra 35.000 euro e 50.000 euro i quali abbiano cessato o ridotto o sospeso la loro attività autonoma o libero-professionale in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Per cessazione dell’attività è intesa la chiusura della partita IVA, nel periodo compreso tra il 23 febbraio 2020 e il 31 marzo 2020.

Per riduzione o sospensione dell’attività lavorativa si intende una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del primo trimestre 2020, rispetto al reddito del primo trimestre 2019 laddove il reddito è individuato secondo il principio di cassa come differenza tra i ricavi e i compensi percepiti e le spese sostenute nell’esercizio dell’attività.

FAQ del Ministero del lavoro: Bonus 600 euro ai neo iscritti nel 2019 e nel 2020

Dal dato letterale, la norma sembra escludere dall’ambito di applicazione del bonus i lavoratori autonomi e professionisti che avessero avviato la professione nel 2019 o nei primi mesi del 2020.

Nelle FAQ Ministero del lavoro, il 21 aprile 2020, è stato chiarito che il bonus 600 euro può essere riconosciuto anche in favore di quei lavoratori autonomi e professionisti che, in quanto iscritti agli enti previdenziali di appartenenza durante l’anno 2019 o nei primi mesi del 2020, non possano vantare per l’anno di imposta 2018 un reddito derivante dall’esercizio della professione.

Parametro reddituale

Tuttavia, essi, devono aver percepito, in quello stesso anno, un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro, ovvero compreso tra i 35.000 e i 50.000 euro.

In definitiva, aggiunge il Ministero del Lavoro, il parametro reddituale in base al quale verificare la sussistenza del diritto al bonus è rappresentato, comunque, dal “reddito complessivo” percepito per l’anno di imposta 2018, ma tale reddito può non coincidere con il solo reddito derivante dall’esercizio della professione. 

Altri requisiti

Si ricorda che il rispetto dei parametri reddituali non è l’unico requisito da rispettare per poter beneficiare del bonus 600 euro, il richiedente deve, anche dichiarare:

  • Di essere lavoratore autonomo/libero professionista;
  • Di non essere titolare di pensione; 
  • Iscritto in via esclusiva all’ente di diritto privato di previdenza obbligatoria;
  • Non essere percettore dei bonus 600 euro previsti dal Decreto Cura Italia;
  • Non essere percettore degli ammortizzatori sociali;
  • Di non ricevere il reddito di cittadinanza;
  • Infine, non aver presentato domanda ad altra forma di previdenza obbligatoria.

Chiarimenti tardivi

I chiarimenti pervenuti, tuttavia, sono tardivi. Infatti, le risorse stanziate per il bonus in favore degli iscritti alle Casse sono esaurite.

Sono pervenute un numero di richieste di gran lunga eccedente quello coperto di 200 milioni di euro messi a disposizione dal Governo.

Quindi, ormai tardi è per ricevere il bonus di marzo e, semmai, questo chiarimento potrà tornare utile per il bonus che dovrebbe essere approvato per il mese di aprile.

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