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Blogger e partita Iva: guida fiscale ai guadagni online

Aprire la partita Iva come blogger: quando serve aprirla? Come gestire gli aspetti fiscali dell’attività di blogger? In questo articolo le risposte alle principali domande.

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Sei un blogger che sta iniziando a monetizzare? aprire partita Iva ti spaventa? hai paura di restare ingarbugliato nella burocrazia del Fisco italiano? Ho deciso di realizzare questo articolo per spiegarti, semplicemente, come essere in regola con tutti gli adempimenti fiscali legati ai guadagni che provengono dal tuo blog.

Se sei un blogger che ha avviato per passione l’attività di scrittura online e hai scoperto che oltre ad una semplice passione il tuo blog può diventare anche una forma di guadagno, questa è la guida che fa al caso tuo. Scoprirai come e quando è necessario aprire partita IVA e tutti gli adempimenti fiscali, amministrativi e contributivi connessi, alla gestione dei guadagni online derivanti dal tuo blog. Per la mia esperienza, chiunque si trovi a lavorare sul web si trova prima o poi ad avere qualche preoccupazione riguardante i guadagni che riesce ad ottenere. Per questo motivo ho deciso di affrontare questo argomento, e fornire una risposta chiara a tutti i blogger che hanno iniziato a monetizzare con il loro sito web.

Non importa che tu sia un fashion blogger o un travel blogger, qualunque sia il tuo ambito, le regole che dovrai seguire non cambiano per la gestione di affiliazioni, e guadagni da banner pubblicitari (come Google Adsense). In ogni caso al termine dell’articolo potrai trovare il link al modulo di contatto per metterti in contatto direttamente con me e ricevere una consulenza personalizzata sulla tua situazione. Solo in questo modo, infatti, potrai essere sicuro di evitare di commettere errori connessi al rispetto della normativa fiscale connessa ai guadagni online con un blog.

I metodi di guadagno con un blog

Ogni blogger quando inizia la propria avventura scrivendo i primi articoli online probabilmente lo fa per soddisfare un proprio bisogno, per diletto, oppure per cercare di essere utile agli altri. Con il tempo, però, specialmente se ci si accorge che il blog inizia a riscuotere un certo successo, ed inizia a crearsi attorno ad esso una community, possono capitare offerte di sponsorizzazione, sotto forma di articoli o di banner pubblicitari, o ancora ci si accorge che ospitando qualche banner di affiliazione e possibile riuscire a monetizzare qualcosa.

È proprio in questi momenti che è utile avere le idee chiare anche da un punto di vista fiscale, per gestire al meglio i guadagni che derivano dal blog a prescindere dalla loro entità. Inutile dire che riuscire ad ottenere guadagni con un blog non è semplice: costanza, impegno, ma soprattutto tempo sono gli unici requisiti, assieme ad un pizzico di fortuna, che possono portare con il tempo ad ottenere guadagni attraverso la gestione di un blog online.

Oggi le modalità di guadagno che è possibile ottenere attraverso un blog online possono derivare da guadagni diretti o indiretti.

Guadagni indiretti con un blog

I guadagni indiretti di un blog sono quelli che derivano, solitamente, da accordi conclusi con società pubblicitarie. Si tratta, in buona sostanza, di guadagni che consentono al blog di avere una remunerazione in percentuale rispetto al guadagno ottenuto da queste società di raccolta pubblicitaria. All’interno della remunerazione indiretta del blog, le forme di monetizzazione principali possono essere così schematizzate:

  • Guadagni derivanti da banner pubblicitari: si tratta di guadagni derivanti da accordi con società che si occupano di raccolta pubblicitaria e che consentono di ottenere un guadano per ogni visualizzazione o per ogni click che un visitatore del blog fa sul banner pubblicitario. Il più famoso e remunerativo è sicuramente il contratto offerto da Google Adsense. Naturalmente questo tipo di remunerazione riguarda, principalmente, blog che riescono a raggiungere un numero di pagine visitata piuttosto notevole;
  • Guadagni derivanti dalle affiliazioni commerciali: si tratta di guadagni derivanti da accordi che consentono al blogger di ospitare banner di aziende che intendono offrire prodotti al pubblico (come ad esempio Amazon.com). Per ogni vendita effettuata tramite il link presente sul proprio sito, il blogger ricevere una remunerazione in percentuale;
  • Post sponsorizzati: si tratta di guadagni derivanti da accordi con società che vogliono affidarsi ad un blogger di successo in una determinata nicchia, per promuovere i loro prodotti. Un blogger di successo (c.d. “influencer“), infatti, è capace di veicolare i gusti e le abitudini dei suoi follower, ed è proprio su questo aspetto che le aziende sfruttano per portare a buon fine questa strategia di marketing.

Se ti stai chiedendo quale tra queste modalità di remunerazione sia la migliore, non esiste una risposta valida in ogni caso. Tutto dipende dalla tipologia di blog che si è costruito. Ad esempio, se si tratta di un blog legato alle recensioni di prodotti, le affiliazioni commerciali possono essere la scelta vincente. Un blog di cucina o di articoli di approfondimento giornalistico, invece, potrebbero trovare maggiore remunerazione con i banner pubblicitari.

Guadagni diretti con un blog

I guadagni diretti di un blog sono quelli che derivano da servizi offerti direttamente dal blogger. In pratica il blogger, in questo caso, decide di mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie capacità per essere di aiuto ai suoi follower. Può essere il caso, ad esempio, di un travel blogger che si propone di gestire o programmare un viaggio per i visitatori che ne facciano richiesta. Oppure, potrebbe essere il caso di un fashion blogger che si propone di aiutare i suoi follower negli acquisti, dietro il pagamento di un compenso.

I guadagni diretti, in pratica, si ottengono attraverso quello che viene definito come inbound marketing. Ovvero una strategia di marketing che mette al centro la persona, e la sua capacità di attirare su di se “empatia” nei confronti dei suoi follower. L’obiettivo è quello di indurli ad acquistare i servizi che egli propone sulla sua piattaforma online. Tuttavia, devi sapere che riuscire ad ottenere guadagni diretti in poco tempo è assai difficile. Prima di tutto i follower devono percepire che il blogger è in grado di soddisfare un loro bisogno, e che le sue capacità professionali sono tali da poter essere considerato come un “esperto” del settore.

Per ottenere questi risultati occorre tempo, ma soprattutto occorre offrire contenuti utili all’interno del blog. Si tratta di contenuti che devono essere in grado di portare un beneficio effettivo al lettore. Solitamente, quindi, i guadagni indiretti sono sempre quelli predominanti, ma riuscire a percepire guadagni diretti può diventare il vero valore aggiunto in termini di guadagni per qualsiasi blogger.

Blogger: prestazione occasionale o partita Iva?

Quando un blogger inizia a percepire i primi guadagni deve, necessariamente, fare i conti anche con gli adempimenti fiscali. Il primo aspetto da chiarire riguarda la necessita o meno di aprire partita Iva per dichiarare fiscalmente i guadagni sul web. Partiamo da un presupposto. Per l’Amministrazione finanziaria italiana la partita Iva deve essere aperta quando si soddisfa una particolare caratteristica: l’abitualità della prestazione. In pratica, la domanda da porsi è se l’attività che vogliamo intraprendere è abituale (ovvero continuativa nel tempo), oppure sporadica, occasionale. Se l’attività è abituale, allora l’apertura della partita Iva è d’obbligo, altrimenti è possibile ricorrere alle prestazioni di lavoro autonomo occasionale.

Una prestazione abituale, infatti, deve essere svolta obbligatoriamente con l’utilizzo della partita Iva, senza guardare al volume dei guadagni ottenuti. Non esiste, infatti, alcuna soglia fiscale valida al superamento della quale si rende necessario operare con partita Iva. L’unico elemento rilevante, infatti, è l’abitualità della prestazione svolta. Per questo motivo consiglio di prestare la massima attenzione a questo aspetto, sin dall’inizio della tua attività di monetizzazione con il blog. L’errore principale che vedo commettere è quello di preoccuparsi degli aspetti fiscali dell’attività solo quando si è riusciti a raggiungere un reddito stabile. Non è quello il momento in cui iniziano gli obblighi fiscali, ma piuttosto, quando l’attività di monetizzazione inizia a diventare abituale.

Abitualità dell’attività e obbligo di partita Iva

Nell’ambito dei guadagni derivanti dall’utilizzo di un blog, sia che si tratti di banner pubblicitari, che di attività di affiliate marketing, tali prestazioni sono sempre prestazioni abituali e continuative nel tempo. Ospitare banner o affiliazioni varie sul blog consente di raggiungere un profitto soltanto attraverso un utilizzo abituale di questi strumenti. Per questo motivo le prestazioni occasionali non possono che essere un’eccezione rispetto all’apertura della partita Iva.

L’aspetto che deve essere sottolineato, in questi casi, è che non vi è alcun limite reddituale al sopra del quale è obbligatorio aprire partita Iva. L’unico aspetto da tenere in considerazione è l’abitualità della prestazione svolta. Per essere ancora più chiaro provo a fare un esempio. Un soggetto che ospita una campagna di marketing sul proprio blog, certamente sta effettuando un’attività di gestione di campagne pubblicitarie in maniera abituale. La campagna, infatti, viene tenuta online in modo continuativo nel tempo (per essere maggiormente profittevole). Per questo motivo, obbligatoriamente, si rende necessaria l’apertura della partita Iva. Ricordo, inoltre, che il numero della partita Iva deve essere obbligatoriamente reso visibile sul sito.

Per approfondire: “Indicazioni obbligatorie sui siti web“.

Redditività occasionale e sporadica e prestazione occasionale

Caso particolare, potrebbe essere quello di una pagina web che ad esempio rimane online solo poche ore o pochi giorni. Magari l’obiettivo è esclusivamente per fare la pubblicità ad un particolare evento, o campagna. Nel caso potranno trovare applicazione le prestazioni occasionali. Questo a prescindere dall’ammontare dei guadagni ottenuti, proprio perché la prestazione di promozione pubblicitaria non ha avuto continuità nel tempo. Possiamo riassumere, quindi, che l’attività di affiliate marketing, se è svolta in maniera saltuaria, può benissimo essere considerata un’attività occasionale. Tuttavia, nel caso in cui sia legata ad un sito web attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno, sarà in ogni caso considerata attività abituale. Questo in quanto in grado di generare costantemente ricavi, a prescindere da quale sia la loro entità. In ogni caso, ogni attività sul web rappresenta un caso a se, per questo affidarsi ad un buon consulente è sicuramente la prima cosa da fare (contami attraverso il link presente in calce all’articolo).

Guadagni sul web e partita Iva

Per un blogger, fare guadagni sul web, di entità rilevante, purtroppo non è facile. La maggior parte delle persone con le campagne di affiliate marketing riesce a portare a casa guadagni che variano tra le 20 euro e le 50 euro al mese, che sicuramente possono rappresentare un buon modo per arrotondare un po’. Ma certamente scoraggiano i più ad aprire partita Iva per guadagni di così modesta entità. La maggior parte dei quesiti che ci arrivano su questo argomento riguardano proprio la necessità di aprire partita Iva, con guadagni di modesta entità. A questo una soluzione esiste, la scopriremo più avanti.

Molti di voi, infatti, sono spaventati dall’idea dei costi che comporta l’apertura di una partita Iva. In realtà, il nostro legislatore fiscale, ha introdotto un particolare regime fiscale volto ad incentivare l’apertura della partita Iva per i soggetti che hanno guadagni minimi. Si tratta del cosiddetto “Regime forfettario“. Inutile dire che ho già affrontato varie volte i vantaggi derivanti da questo regime fiscale. Quello che è importante sottolineare in questa sede è che con questo regime l’imposizione fiscale è molto favorevole.

Che cosa succede se apro in ritardo la partita Iva?

Come indicato in precedenza molti di voi credono che sia necessario interfacciarsi con gli adempimenti fiscali solo quando i guadagni derivanti dal blog iniziano a diventare consistenti. Come abbiamo detto questa impostazione è sbagliata e rischia di costare caro. Infatti, qualora vi sia una contestazione a seguito di un accertamento fiscale, possono essere applicate diverse sanzioni. In particolare, mi riferisco alle sanzioni amministrative per:

  • Ritardata apertura della partita Iva;
  • L’omessa applicazione e versamento dell’Iva;
  • L’omessa comunicazione di inizio attività in Camera di Commercio ed in Comune (attraverso la SCIA);
  • L’omessa comunicazione all’INPS relativa all’iscrizione alla Gestione artigiani e commercianti.

Per questo motivi, trovarsi con questo tipo di contestazioni può essere deleterio per la prosecuzione della tua attività online. Il consiglio, quindi, è quello di valutare, fin da subito l’implementazione degli aspetti fiscali rilevanti per la tua attività di blogger online.

Adempimenti fiscali per blogger

Se tutto questo non è stato sufficiente a scoraggiarti, e sei ancora deciso ad intraprendere questa attività in maniera abituale, è necessario che tu presti la dovuta attenzione a tutti gli obblighi fiscali previsti dalla normativa. Si tratta degli adempimenti richiesti per l’avvio di un’attività economica, legata alla gestione fiscale di un blog, che di seguito vi riassumiamo:

  • Apertura della partita Iva – È il primo adempimento fiscale da rispettare. Vi permette di diventare soggetti economici ai fini fiscali. Aprire partita Iva non costa niente. Per aprire la partita Iva è sufficiente presentare l’apposito modello presso l’Agenzia delle Entrate, scegliendo il regime fiscale più adatto alle vostre caratteristiche (abbiamo già accennato alla convenienza del “Regime Forfettario“). Con l’apertura della partita Iva dovrete inserire il codice Ateco 73.11.02 “Conduzione campagne marketing e altri servizi pubblicitari”. In altri casi, invece, deve essere utilizzato un diverso codice: “Pubbliche Relazioni e Comunicazione” (Codice Ateco – “70.21.00”);
  • Iscrizione alla Camera di Commercio – L’iscrizione è obbligatoria, in quanto ai fini fiscali la conduzione di campagne pubblicitarie rappresenta un’attività commerciale. Attività per la quale si è obbligati all’iscrizione presso il Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia di residenza. L’iscrizione comporta il sostenimento dei diritti annuali, per circa 80 euro in caso di esercizio dell’attività in forma individuale;
  • Iscrizione alla Gestione Commercianti dell’Inps – L’esercizio di questa attività commerciale obbliga il blogger ad effettuare l’iscrizione alla Gestione commercianti dell’Inps. Si tratta di una gestione previdenziale obbligatoria, che prevede il pagamento di contributi fissi (per circa 4.000 euro annui), a prescindere dal reddito generato dall’attività, che coprono un reddito generato fino a circa 15.000 euro. Maggiori informazioni e approfondimenti su questo regime previdenziale potete trovarle in questo articolo dedicato: “Contributi INPS artigiani e commercianti“;

Tutti questi adempimenti, potranno essere assolti attraverso l’ausilio del tuo dottore Commercialista di fiducia a cui deciderai di rivolgerti e a cui potrai affidarti per la gestione dei tutti gli adempimenti fiscali.

Se oltre al blogging mi occupo anche di altro, devo avere due partite iva?

Tieni sempre in considerazione che la partita Iva è sempre unica. Se parallelamente all’attività di blogger, che magari sta ancora crescendo e che stai strutturando, fai anche altre attività come il traduttore, il social media manager, il copywriter, la grafica, qualunque lavoro digitale che non necessiti l’iscrizione ad un albo professionale, puoi fatturare tutto con la stessa partita Iva. Tuttavia, ti consiglio di prestare la massima attenzione agli aspetti previdenziali, in quanto potresti essere obbligato ad iscriverti ad una seconda forma di previdenza obbligatoria dell’Inps.

La gestione commercianti Inps

Il problema maggiore che devono sopportare coloro che svolgono un’attività commerciale, come i blogger che percepiscono guadagni sul web, è rappresentato dai contributi fissi da versare alla gestione commercianti dell’Inps. Si tratta di contributi trimestrali fissi da versare ogni anno per oltre €. 4.000, che finiscono per scoraggiare la maggior parte dei soggetti interessati ad avviare questo tipo di attività.

Il rischio, principale, infatti è che i contributi da versare superino i guadagni sul web ottenuti nell’anno. Applicando il “Regime Forfettario“, è possibile superare, almeno in parte, questo tipo di problema. Infatti, i contribuenti che esercitano attività di impresa, possono chiedere la riduzione dei contributi dovuti alla gestione commercianti del 35%. In pratica sia i contributi fissi che gli eventuali contributi in percentuali dovuti annualmente potranno essere versati in misura ridotta, potendo beneficiare di una riduzione effettiva del 35%. Per esercitare questa facoltà è necessario effettuare una specifica richiesta. Tuttavia, l’unico inconveniente è dato dal fatto che la riduzione contributiva non consente di ottenere un’intera annualità contributiva. Ovvero, non si riuscirà a maturare un intero anno di contributi previdenziali ai fini pensionistici.

Un bel vantaggio questo, specialmente per i soggetti che percepiscono guadagni sul web di alcune centinaia di euro l’anno. Per poter beneficiare di questo particolare regime contributivo agevolato è necessario inviare all’Inps un’apposita comunicazione telematica in sede d’iscrizione. Oppure per coloro che sono già iscritti, entro il 28 febbraio dell’anno di decorrenza dell’agevolazione contributiva.

Per approfondire: “Regime forfettario e contributi Inps“.

Blogger e partita Iva: conclusioni e consigli

Come ti sei potuto accorgere l’argomento dei guadagni derivanti dalla gestione di un blog, da un punto di vista fiscale certamente non è semplice. Specialmente se si considera la moltitudine di informazioni non corrette che si trovano su internet (spesso scritte anche da non addetti ai lavori). Per questo motivo se intendi intraprendere seriamente l’attività di monetizzazione di un blog il consiglio che posso darti è quello di analizzare da subito le possibilità di monetizzazione anche sotto il profilo fiscale. Per questo motivo diventa fondamentale rivolgersi ad un dottore Commercialista esperte nel settore. Solo in questo modo, infatti, potrai avere la sicurezza di ricevere consigli certi e soprattutto potrai da subito individuare aspetti che possono portarti da subito a seguire la corretta strada per la gestione del tuo business online.

Da anni ormai ho maturato esperienza nella gestione fiscale di business online e posso aiutarti ad individuare i tuoi obblighi fiscali, ed evitare di commettere inutili errori. Per questo se intendi ricevere maggiori informazioni sulla disciplina amministrativa, fiscale e contributiva, legata ai guadagni online di un blogger, contattami. Segui il link sottostante, sarai ricontattato nel più breve tempo e potrai interagire con un professionista preparato.

8 COMMENTI

  1. Salve, un altro articolo molto interessante e dettagliato, come sempre del resto…

    In questi giorni mi sto informando in merito a un’eventuale attività online analoga a quella di blogger ma ho appreso che il codice attività 73.11.02 non rientrerebbe nella lista di codici accettati dall’INPS per la gestione commercianti, quindi per esso sarebbe prevista la gestione separata con tutti i pro e contro che ne deriverebbero.

    A voi risulta? (magari hanno aggiornato tale regolamentazione solo recentemente).
    Grazie 🙂

  2. Prima di tutto bisogna capire quale attività vuole concretamente realizzare e poi andare ad individuare il giusto codice attività, altrimenti si rischiano sanzioni anche dalla Camera di commercio. Magari ne parliamo in privato.

  3. Grazie della risposta celere. In effetti, giusto per spiegarmi meglio, parlando di “attività online analoga”, potrei esser stato un po’ fuorviante.
    Si tratterebbe semplicemente di uno o più blog/siti Web di nicchia, sui quali pubblicherei contenuti fruibili gratuitamente (articoli, immagini ecc. ecc.), monetizzati semplicemente con Adsense. Buona giornata.

  4. Trattasi di attività commerciale, da iscrivere alla gestione Commercianti dell’Inps.

  5. Salve, se volessi mettere su un blog banner pubbliciatari (ad esempio Adsense) senza però richiedere pagamento, potrei accumulare guadagni (senza riscuoterli) senza aprire subito p.iva e senza iscrivermi alla gestione commercianti INPS? Mi spiego meglio: le spese alla gestione commercianti i primi tempi supererebbero i guadagni. Mi chiedevo se fosse possibile aspettare di raggiungere una certa cifra per coprire almeno i costi dell’iscrizione e poi effettivamente aprire p.iva con relativa iscrizione alla gestione commercianti. Il tutto naturalmente senza incassare nulla.
    Insomma, l’iscrizione alla gestione commercianti va fatta già nel momento in cui metto banner pubblicitari o solo nel momento in cui chiedo il primo pagamento?
    Spero di essermi spiegato bene. Grazie.

  6. Se ospita banner pubblicitari sul sito deve operare con partita Iva, indipendentemente dal fatto che lasci i guadagni sul portale o che li incassi subito, è l’attività svolta che la obbliga agli adempimenti.

  7. Salve, vorrei dare la possibilità sul mio blog di fare delle donazioni ed utilizzarle come unica fonte di sostentamento del blog. Queste verrebbero tassate? In queto caso avrei comunque bisogno di partita IVA? Grazie.

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